Posto che ciascuno è libero di gioire per ciò che ritiene più opportuno, sarebbe il caso che quelli di Libero e del Giornale, prima di annunciare urbi et orbi che gli italiani non dovranno più pagare Annozero con il loro canone, dicessero chiaramente che non è vero quello che Santoro ha sempre affermato pubblicamente: ovvero che la sua trasmissione è una delle poche che costano meno di quanto rendono alla rete in termini di fatturato pubblicitario.
Ce lo dicano apertamente, che quell'affermazione è falsa, oppure si rassegnino al fatto che non è il caso di esultare, ma piuttosto di rammaricarsi, perché la RAI ha perso un programma che sulle tasche dei cittadini non pesava neanche un po': anzi, portava pure a casa degli utili.
E' una questione di aritmetica, mica di opinioni.
Annozero di questa sera è partito toccando le punte più alte della tv dell'odio e della istigazione all'intolleranza. (...) Che pena. Che vergogna. Il servizio pubblico che diventa la voce dell'odio.
Questa la dichiarazione di Gasparri, che si riferisce alla puntata di ieri di Annozero (della quale non vorrei parlare visto che ho spento la tv un paio di lustri fa).
Quello che invece vorrei sottolineare è che Gasparri ha ragione, perdinci! Basta con queste dichiarazioni che tendono solo alla deflagrazione momentanea che serve a nascondere una pochezza di idee e una bassezza di intenti!
Sono d’accordo con l’onorevole. Sono stanca di questi toni gretti, di queste accuse palesemente false, di queste dichiarazioni tese a screditare le persone – inventando o distorcendo fatti – quando non si può, non vuole o non si è in grado di controbattere in altri modi. A maggior ragione se chi le fa utilizza un servizio o un incarico pubblico.
Mi aspetto quindi, di concerto con le intenzioni espresse così chiaramente dall’onorevole, che non si ripeteranno dichiarazioni di questo tipo:
Senza contare le dichiarazioni omofobe, xenofobe, “ofobe” in genere.
Ma, visto che notoriamente “so’ na persona de core”, voglio dare all’onorevole non tanto il beneficio del dubbio, ma citando le sue parole, l’assoluzione attraverso una certezza.
Al Comitato nazionale di Radicali Italiani ho espresso la mia contrarietà all'art. 3, comma 9, del regolamento Beltrandi, in cui prevedeva che le tribune politiche potessero essere trasmesse "anche in sostituzione" delle trasmissioni di approfondimento.
Ritengo infatti che i Radicali, contro la partitocrazia e le sue conseguenze nefaste sul paese, dovrebbero essere i primi difensori dell'informazione libera. E dell'informazione che non si ferma e non si arresta, neanche per fare spazio alle tribune: il diritto di cronaca non deve avere ostacoli.
Il discorso cambia se non si considerano Annozero, Ballarò, Porta a porta, etc., programmi di informazione: in tal caso la battaglia dovrebbe riguardare il trasferimento di quei programmi negli spazi della comunicazione politica (la differenza ha valore per la legge, che distingue fra comunicazione e informazione).
Con sorpresa ascolto il commento di Marco Pannella nella sua conversazione settimanale con Massimo Bordin:
Bordin: Tu dici: c'è stata un'unità, non sono emerse critiche sostanziali, non ci sono state posizioni contrapposte. Questo è sicuramente vero. Però, appunto, pescando, giusto per amor di dibattito e cercando spunti, un paio di cose forse si possono trovare. Da un lato la questione dell'informazione televisiva, un intervento di Giulia Innocenzi, che si è tirata diverse critiche, e la questione ancora della proposta di regolamento, poi approvata, da parte della Commissione di vigilanza, su stesura di Marco Beltrandi. Ha creato un po' di dibattito, a un certo punto, ecco.
Pannella: Sì. Io l'ho trovato evocato in due o tre interventi al massimo. Cioè sul piano di non avere forse calcolato le reazioni.
Bordin: Io ne ho citato uno solo, quindi figuriamoci.
Pannella: Sì, tu dicevi giustamente. Ma io dico forse altri due o tre. Però, diciamo che Giulia Innocenzi era in un contesto così che ha fatto dire ad altri, a alcuni compagni negli interventi successivi, che si sapeva che spesso può accadere che se si pensa di inserire un virus in altri corpi, poi ci si accorge che è l'altro corpo che si immette nel nostro. Ed è francamente cosa che a proposito di Giulia Innocenzi io mi sento tranquillamente, in proprio, di dire che questa osservazione è a iosa legittimata. Per l'intervento nel suo complesso. Ma infatti, devo dire lo ritenevamo in molti piuttosto scontato e non vale la pena, appunto, di dargli troppo valore. Però fai bene a sottolineare anche questa osservazione, che è stata fatta.
Bordin: Era solo per cercare così degli spunti. Poi passiamo naturalmente ad altro.
Unica riflessione: ma a cosa serve un comitato se non a discutere di posizioni, in quanto tali potenzialmente divergenti, che fanno crescere il movimento attraverso il confronto?
Basta così poco, e cioè la critica al regolamento Beltrandi, per essere considerati un corpo estraneo?
Ritengo, e porto avanti questa posizione, che i Radicali siano all'altezza di un confronto più acceso e ad ampio raggio rispetto agli altri partiti: è questa la nostra ricchezza.
E questo è quanto ho da dare.
P.S. Tutto ciò che è stato trascritto sopra potrebbe essere sovvertito se quell'"in proprio" fosse "improprio", come ha trascritto Radio Radicale. Riascoltandolo, e inserendolo nel contesto, tuttavia, sembra proprio essere "in proprio". Anche perché altrimenti la frase non avrebbe senso.
Per chi non l'avesse visto ieri ripropongo il servizio, nel mentre vi lascio con una domanda: ma come si riconoscono i giovani padani dai vecchi padani?