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Adesso non avete più scuse

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Personalmente, non ho mai creduto che il Partito Democratico sia stato balbettante sui temi della laicità e dei diritti civili al solo scopo di non indisporre la cosiddetta "corrente teodem", che stringi stringi era composta dalla Binetti e altri tre o quattro crociati come lei: piuttosto, continuo ad essere convinto che la presenza degli integralisti costituisse un pretesto sensazionale per evitare di esporsi, restare sul vago e incolpare quella manciata di disgraziati per la propria inerzia.

Ecco, amici del PD, l'addio di Paola Binetti è un'occasione irripetibile per lasciare con un palmo di naso tutti gli scettici come me: smentiteci, se potete, prendete in mano le campagne progressiste sulle coppie omosessuali, sulla libertà di ricerca scientifica, sul testamento biologico e via discorrendo, e dimostrate a tutti -fattivamente- che esiste un motivo concreto per festeggiare.

Adesso, ne converrete, non avete più scuse.

Resta con noi

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Binetti, rimani, non andare via. Questo vorrebbe sentirsi dire, ci vuole così tanto? "No, Paola, abbiamo bisogno di te". Invece niente, sono mesi che lei fa finta di andare via e nessuno la trattiene (quindi rimane). Allora prendo l'iniziativa io (anche perché mi pare di capire che Bersani sia disperso da novembre), e voglio dire questa cosa nel modo più chiaro possibile: Binetti, non te ne andare. Non ha senso che tu te ne vada. Il problema del Pd non è la Binetti, per quanto sia facile, comprensibile e soprattutto piacevole crederlo. Certo, i teodem hanno quella fastidiosa ossessione per il corretto utilizzo dell'apparato riproduttivo umano, ma in fin dei conti non ce ne frega nulla. Vuoi avere una posizione retrograda sui diritti civili e sulla bioetica? Ok. Tanto poi gli iscritti e/o i simpatizzanti votano il segretario e/o il candidato premier, e le tante possibili posizioni all'interno del partito passeranno in secondo piano, perché si seguirà la linea dettata dal leader. E qui, avrete intuito, mi rivolgo al vero problema. Bersani. Io non è che pretenda molto da te. Vorrei soltanto sapere se hai una posizione di qualche tipo su un qualche argomento. Sì, lo so che ce l'hai, ma devi farcelo sapere, Bersani, è così che funziona, non è che possiamo essere noi a venire a casa tua a chiederti un parere su tutto. Ce lo devi dire tu. Ho visto che sul sito c'è una sezione "Proposte": è una figata, Pierluigi, ma quelle cose devi ripeterle anche in televisione, sui giornali, in piazza. Non dovresti, non dovreste parlare di altro. E invece sono mesi che ci si chiede se andare con l'Udc, se tenere l'Idv, se candidare i radicali, se trattenere la Binetti. Io, personalmente, saluterei la Binetti, terrei i radicali in una riserva naturale, chiuderei l'Idv a chiave in uno scantinato e manterrei l'Udc fuori dalla portata di un M40, ma è perché la mia posizione già la conosco. Voi invece sperate di farvi una posizione a posteriori, in base alle alleanze che avrete deciso poco prima. - Diciotto, diciannove e venti. - Ok, abbiamo il numero legale, possiamo iniziare. - Bene. Benvenuti a tutti gli iscritti, questa è la prima riunione del nostro club. All'ordine del giorno abbiamo l'elezione del presidente, del segretario e del tesoriere, la ridefinizione delle quote di tesseramento, l'affitto di un nuovo locale per l'attività del club, varie ed eventuali. - Non dovevamo anche decidere se è il club della caccia o della pesca? - Quale parte di "varie ed eventuali" non ti è chiara? Voglio dire, pensateci. A tanti di noi il Pd sembra palesemente clericale. La Binetti vede una leadership radicale. E' chiaro che sbagliamo tutti. Il Pd è ancora totalmente neutro, e ognuno dà la colpa di questa staticità a quelli della parte opposta. Problema di fisica: un'automobile viene agganciata e trainata in due direzioni opposte da due carri identici. L'auto resta ferma perché la forza risultante è nulla. E il carro davanti si incazzerà con quello dietro, e quello dietro con quello davanti, ma la verità è che la macchina potrebbe andare dove vuole, se solo quel pirla del conducente accendesse il motore e decidesse la direzione da prendere, invece di stare al cellulare con l'Udc. Ok, ho un po' perso il filo della metafora. Bersani, chiamami, che te la rispiego.

tnemsrodnE

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Ecco, ammesso che ci fosse il minimo dubbio, questo dovrebbe convincere definitivamente qualsiasi essere umano dotato di raziocinio a votare per la Bonino.

Libertà a senso unico

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Abbiamo chiuso gli occhi, spento la tv e buttato il telecomando qualche sera fa quando a "Parla con me", su Rai3, Avvenire è stato fatto entrare, in modo tanto stolido quando diffamatorio, in un’aspra parodia delle obiezioni all’idea di introdurre un’aggravante penale specifica anti-omofobica. Ma quel che l’altra notte è andato in onda sullo stesso tema e dal medesimo telesalotto dello humour intellettuale progressista – che passa da Saramago a Vergassola, con l’ilare e pochissimo serena Serena Dandini a condurre – è il segno desolante e volgare di una certa Italia dove si profana tutto con l’aria di chi dice una cosa raffinatamente umoristica. Dentro un confessionale, una finta Paola Binetti nelle vesti del confessore maltratta un penitente mettendolo in guardia da orrendi peccati politici. Per espiare la grandinata di mancanze, snocciolate col tono di un Torquemada d’avanspettacolo, gli assegna infine un Padre Nostro straziato e deforme che passa a recitare tra lazzi e sghignazzi con Dandini capoclaque. La grevità della scenetta è deprimente. Siamo alla messa alla gogna di un personaggio pubblico per la sua fede cristiana e all’offesa del sentimento religioso di decine e decine di milioni di italiani: fatto odioso solo a nominarlo e scelta "artistica" miserabile. La satira giunge al limite della bestemmia e, da arma contro i potenti, si fa attacco maramaldo a una donna e parlamentare coerente con la propria coscienza e perciò minacciata di espulsione dal suo partito, il Pd. È questo il concetto di libertà coltivato sul divano rosso della signora Dandini, tra un sentenziare pensoso e risatelle garrule e, manco a dirlo, colte? E cosa c’è di più meschino del ridurre a grottesca messinscena i simboli religiosi – la Confessione, il Padre Nostro – per ribadire il proprio sovrano disprezzo verso le fedeltà e i sentimenti più antichi e profondi degli italiani? È così: sulla tivù di tutti, fa scandalo e merita irridente punizione il dirsi pubblicamente cattolici, e trarne le dovute conseguenze con scelte che suonano come uno schiaffo al torpido opportunismo del politicamente corretto.
Sarà ma, bestemmia per bestemmia, queste frasi a me suonano alquanto peggio:

L'omosessualità è una devianza della personalità. [È] un comportamento molto diverso dalla norma iscritta in un codice morfologico, genetico, endocrinologico e caratteriologico. (dal programma televisivo Tetris, 3 marzo 2007; citata in Alberto Custodero, "Omosessualità, una devianza" Binetti infiamma il raduno gay, la Repubblica, 4 marzo 2007)
Queste tendenze omosessuali fortemente radicate presuppongono la presenza di un istinto che può risultare incontrollabile. Ecco: da qui scaturisce il rischio pedofilia. Siamo davanti ad un' emergenza educativa. (dall'intervista di Alessandra Arachi, Binetti: un rimedio contro i pedofili, Corriere della Sera, 31 ottobre 2008, p. 20)
Ho parlato di rischio, non di certezza. Ho spiegato che tendenze gay fortemente radicate possono portare alla pedofilia. Si può dire? O è omofobia? Voglio avere il diritto di parlare e di pensare. (dall'intervista di Goffredo De Marchis, Mi processino, vedremo se nel Pd esiste il reato d'opinione sui gay, la Repubblica, 3 novembre 2008, p. 10)

Ma quante volte esplode, 'sto caso Binetti?

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11 dicembre 2007

23 febbraio 2008

9 ottobre 2009

Fosse la Binetti il problema

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Credo sia il caso di fare un po' di chiarezza sulla vicenda dell'aggravante per omofobia, perché sì, ok, siamo tutti contro la Binetti adesso, ma la faccenda è un po' più complicata di così.

Soro:

Trovo intollerabile il comportamento dell'onorevole Binetti.
Bravo Soro, digliene quattro.

Penso che al di là degli aspetti formali, di cui ci occuperemo insieme al partito nella sua nuova dirigenza che verrà fuori nei prossimi giorni
bravo, minaccia ritorsioni serie,

ci sia un dato politico:
grande Antonello, fagli vedere, spara la cannonata.

La mia impressione è che Paola Binetti abbia poco a che fare con il nostro partito.
Ah, c'hai quest'impressione?
In effetti anch'io avevo una vaga idea - come una leggerissima sensazione - che la nonnetta non fosse proprio proprio la personificazione della sinistra democratica ideale. Ce l'avevo tipo due o tre anni fa. Ma mi ero risposto che probabilmente nemmeno il Pd era proprio proprio la partitizzazione della sinistra democratica ideale.
Ci avevi pensato, Antonello? No, te lo lancio così, come suggerimento, si sa mai che tra due anni hai un'illuminazione tipo "ehi, ma il Pd è venuto veramente una schifezza" e poi ti lamenti che nessuno te l'aveva detto.)

Quindi facciamo un breve riassunto. Il 2 ottobre in Commissione Giustizia si vota la legge sull'omofobia.
Della legge rimane solo un articolo, l'introduzione dell'aggravante per omofobia: "nei delitti non colposi contro la vita e l’incolumità individuale, contro la personalità individuale, contro la libertà personale e contro la libertà morale".
In particolare, viene bocciato un emendamento che prevede l'aggravante anche per la transfobia.
Ci sono proteste, il Ministro Carfagna si fa convincere, e si vuole rimandare il testo in Commissione. Alla maggioranza l'idea piace perché "se un provvedimento lascia l’Aula non si sa mai quando ritorna".
Il 13 ottobre il Pd non vuole rischiare e vota contro il rinvio: se il problema è aggiungere la transfobia, basterà riproporre l'emendamento. Il Pdl si spacca e il testo non torna in Commissione.
Allora l'Udc tira fuori le pregiudiziali di costituzionalità, la Lega ci salta su, il Pdl si accoda quasi interamente e l'aggravante per omofobia sparisce per sempre. Ma la Binetti vota con la maggioranza e quindi si parla solo di lei.

Ora.

Chi mi conosce sa bene quanto io apprezzi le piacevoli folate di ribrezzo antiteodem che periodicamente e inutilmente attraversano il potenziale elettorato del Pd. Io starei qui a parlarvene per ore. Ma non perdiamo di vista l'argomento principale: abbiamo 285 deputati che ritengono incostituzionale prevedere un'aggravante per omofobia. Prendiamone uno a caso: Michele Vietti:

La Convenzione di Lisbona ci chiede di tener conto di altre categorie di soggetti a rischio: degli anziani, cioè della discriminante dell’età, dei malati, cioè della discriminante della salute, dei disabili, cioè della discriminante di chi non è egualmente abile. Allora, se il provvedimento si deve prevedere in un quadro di rispetto delle normative europee, si prevedano tutte queste categorie. Diversamente, non vedo perché non dovremmo prevedere a questo punto che qualcuno di noi si senta offeso da un reato di cui è destinatario, magari perché ritiene di appartenere alla religione cattolica e la gente non lo sapeva, ma poiché è un reato commesso ai miei danni, voglio che sia aggravato perché sono cattolico.
Ammirate la perfetta logicità dell'argomentazione:

a) l'Europa chiede che siano previste tutte le suddette categorie; quindi
b) o le facciamo tutte insieme o nessuna; altrimenti
c) dovremmo prevedere anche l'aggravante di anticattolicità.

Pensate, Michele Vietti è laureato in giurisprudenza, eppure.

Ma sapete chi altro ha una laurea in giurisprudenza? Carolina Lussana:

Abbiamo sempre manifestato perplessità sul termine «orientamento». Perché? Perché (…) potrebbe anche prestarsi a interpretazioni fuorvianti. Noi, dagli atti della nostra Commissione, dalle intenzioni dei proponenti leggiamo nel termine «orientamento» la tendenza sessuale, eterosessuale o omosessuale, ma non avete voluto scriverlo esplicitamente; e nel termine «tendenza sessuale», come è stato evidenziato da alcuni colleghi, potrebbe rientrare anche l’amore per i bambini, la pedofilia!
E' proprio così. L'amore per i bambini, la pedofilia. Già me l'immagino, nei tribunali, l'aggravante di pedofilofobia.

Pubblico Ministero: - "Vostro onore, l'accusa chiede che l'imputato venga condannato ad almeno due anni di reclusione per lesioni personali gravi. Soprattutto tenendo conto che il mio assistito è un noto pedofilo".
Imputato: - "Non lo sapevo! Lo giuro! Non sapevo che fosse un pedofilo, gli ho menato soltanto perché è cattolico!"
Giudice (guardandolo con disprezzo): - "Silenzio. Li conoscevano tutti, i gusti del povero Don Antonio".

Parliamo di 285 deputati, quasi tutti Pdl. Ci stiamo facendo dare lezioni di costituzionalità da quelli del Lodo Alfano, e noi che facciamo? Litighiamo sulla Binetti.

Fioroni:

Sarebbe sbagliato espellere Paola Binetti, quando condivide con il partito il 90% delle idee. [...] Io posso non condividere in toto le osservazioni della Binetti e votare in modo diverso ma mi batto perché in un partito democratico e plurale quale siamo noi, ci possa essere la libertà di esprimere dubbi e preoccupazioni e pensieri diversi.
Ah, il solito vecchio Voltaire. Non condivido la tua opinione, ma darei la vita affinché tu possa usarla per impedire a qualcun altro di avere i tuoi stessi diritti.

Quando abbiamo perso la retta via, François?

Il caso Binetti doveva esplodere due anni fa

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Mi permetto di ricordare che il 3 marzo del 2007, sugli schermi di La7, Paola Binetti ebbe a dichiarare quanto segue:

L'omosessualità è una devianza della personalità: è un comportamento molto diverso dalla norma iscritta in un codice morfologico, genetico, endocrinologico e caratteriologico.
Piuttosto che stracciarsi le vesti adesso, quindi, sarebbe il caso di chiedersi perché il "caso Binetti" non sia scoppiato due anni fa: e per quale motivo i vertici del PD, che oggi gridano allo scandalo invocando la laicità e paventando un provvedimento degli organi di garanzia, allora non abbiano ritenuto di intervenire, favorendo in tal modo il radicamento nel partito di posizioni fondamentaliste e confessionali.

La sensazione, francamente, è che il Partito Democratico, che a parole dovrebbe rappresentare lo schieramento progressista del paese, sia invece sistematicamente in ritardo rispetto alle istanze provenienti dalla società civile, in particolar modo sul fronte dei diritti individuali delle persone e della loro autodeterminazione: e che si trovi puntualmente a dover rimediare alla meno peggio agli errori -consistenti generalmente in colpevoli omissioni- commessi nel passato.

Mutatis mutandis, sorge un angoscioso quesito: dovremo aspettare che questa maggioranza approvi una legge proibizionista sul testamento biologico, per ascoltare dal PD una parola finalmente chiara sull'argomento?

Alla cassa, e di corsa!

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Ricordate, amici, la vicenda di Piergiorgio Welby? Ebbene, dopo la morte del nostro compagno radicale, che aveva chiesto ed ottenuto il distacco della ventilazione artificiale cui era sottoposto contro la sua volontà, si era improvvisamente scatenata la simpatica moda di darci degli assassini. L'avevano fatto, in svariate forme e in diverse occasioni, gente del calibro di Paola Binetti e Luca Volontè, oltre ai crociati di Militia Christi e a un numero imprecisato di politici e giornalisti che avevano pensato bene di non lasciarsi sfuggire la ghiotta occasione di unirsi al coro degli accusatori. La notizia di oggi è che il Movimento Politico Cattolico Militia Christi è stato condannato dal Tribunale Civile di Roma a risarcire la somma complessiva di 60mila euro (pari a 20mila Euro ciascuno a favore dell’Associazione Luca Coscioni, dell’Associazione La Rosa nel Pugno e del Dottor Mario Riccio), e che alcuni giornalisti (Maurizio Belpietro in testa) sono stati altresì condannati al risarcimento dei danni per diffamazione.

Ne danno notizia, in un comunicato congiunto, Marco Cappato e Maurizio Turco, i quali precisano che Paola Binetti e Luca Volontè, guardandosi bene dal difendere le loro affermazioni nelle opportune sedi legali, hanno preferito trincerarsi dietro l'immunità parlamentare.
Una sola domanda, Onorevoli: se siete così sicuri del fatto vostro, e quindi convinti che siamo degli incalliti criminali, perché non venite a raccontarcelo in Tribunale?
Paura di dover mettere mano anche voi al portafoglio?

Istigazione a delinquere

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Dal Corriere.it di oggi:

ROMA - Scritte contro i gay sono apparse stamattina sui muri accanto alla porta d'ingresso del Coming Out, storico bar della Capitale ritrovo della comunita' omosessuale in San Giovanni in Laterano. "Froci malati", alcune delle frasi che si leggono.
L'occasione mi è gradita per segnalare le recenti dichiarazioni di alcuni esponenti del mondo politico, accademico ed ecclesiastico.
L'omosessualità è una devianza della personalità. E' un comportamento molto diverso dalla norma iscritta in un codice morfologico, genetico, endocrinologico e caratteriologico. 
(Paola Binetti, deputata PD)
Chi ha particolari tendenze sessuali, come gli omosessuali, non va discriminato, ma aiutato con interventi di tipo psicologico e con terapie adeguate.
(Monsignor Elio Sgreccia, ex Presidente della
Pontificia Accademia per la Vita)
L’omosessualità è una condizione patologica. Dalla quale, se si vuole, si può uscire. Ma l’azione di una potente lobby gay mira a nascondere questa verità.
(Mario Palmaro, docente presso l’ateneo
“Regina Apostolorum” di Roma)
Niente da aggiungere, amci miei.
Se non che sarebbe il caso, una volta per tutte, di dire con chiarezza che qualcuno, in questo paese, si dedica sistematicamente e consapevolmente ad armare la mano dei mentecatti di turno: i quali, sia detto per inciso, nei casi più fortunati si limitano a vergare slogan idioti sui muri, ma assai più spesso si lasciano andare ad attività ben più significative quali molestie, vessazioni e pestaggi.
Lanciare il sasso, passi.
Ma questi non hanno neanche più la decenza di nascondere la mano.

La Binetti (si) confessa

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Direttamente dal sacro loft del Pd, la preghiera che Ruini ci ha insegnato:
"Casini nostro che sei nel centro
Opus Dei che sei con la Cei
sia santificata Famiglia Cristiana
venga l'esenzione ICI
sia fatta la volontà dell'Osservatore Romano
come alla radio così in Tv.
Dacci oggi il tuo veto quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi gli rimettiamo l'8 per mille.
E non ci indurre in tentazione di spostarci anche poco,
anche poco, poco, poco, anche pochissimo,
neanche un'anticchia, a sinistra
ma liberaci dalle sentenze della Cassazione."

Paola Binetti

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Leggo su L'Espresso (pag. 60) che Paola Binetti, capofila dei Teodem del Partito Democratico, sarebbe tentata di passare all'UDC. Preghiamo fratelli.

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