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Due destre

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Votare contro il cosiddetto decreto "svuota-carceri" significava votare contro la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari e contro il tentativo di limitare il sovraffollamento delle carceri, che è ormai diventato intollerabile.
Ebbene, oggi l'Italia dei Valori si è espressa proprio così: e per quanto mi riguarda chi la vede in questo modo, comunque si autodefinisca, è di sinistra quanto io sono della Roma.
Se questa, come si vocifera, è l'ala più agguerrita della coalizione che si oppone al PdL e alla Lega, vuol dire che in parlamento abbiamo due destre: roba che alle prossime elezioni per sceglierne una toccherà lanciare una monetina.
Con il rischio concreto che resti per aria.

Rimpiangere un vescovo

6 Commenti »

Quando due persone decidono, anche se sono dello stesso sesso, di vivere insieme, è importante che lo Stato riconosca questo stato di fatto. Uno Stato laico come il nostro non può ignorare il fenomeno delle convivenze. Poi la valutazione morale spetterà ad altri.
Ecco, quando ti ritrovi a pensare che se fosse un vescovo a guidare il fronte dei progressisti il paese andrebbe un tantino meglio, significa proprio che nel paese c'è qualcosa che non va.

Se questi sono i progressisti, figuratevi gli altri

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Ecco, adesso Bersani l'ha detto esplicitamente:

Noi siamo radicalmente contro l'eutanasia.
Il che, in termini meno sintetici, vale a dire che il principale (a suo dire) partito progressista del paese è "radicalmente contro" (non combattuto, desideroso di approfondire, aperto al dibattito: proprio "radicalmente contro") la possibilità che a un essere umano nel pieno delle proprie facoltà mentali venga concessa, dietro sua esplicita richiesta e dopo un accurato esame della sua situazione concreta, la possibilità di mettere dignitosamente fine alle sofferenze che gli derivano da una malattia incurabile invece di soffrire come un cane fino all'ultimo istante.
Questo il principale (a suo dire) partito progressista del paese.
Figuratevi gli altri.

Se non i progressisti, allora chi?

15 Commenti »

Visto che si parla tanto di quelli che vogliono modificare la costituzione -la destra, cioè i conservatori- e di quelli che invece vogliono mantenerla così com'è -la sinistra, cioè i progressisti-, e visto che al di là del merito la situazione che si è creata è decisamente paradossale, sapete cosa farei se fossi il leader del più importante partito della sinistra italiana?
Rinuncerei, da progressista, a fare della Costituzione un totem, mi armerei di coraggio -ah, se ce ne vorrebbe- e rilancerei, segnalando che le riforme proposte dal governo non sono per niente utili al paese, precisando che la carta avrebbe tuttavia bisogno di alcune modifiche e facendo in modo che il mio partito si rendesse promotore del dibattito necessario per realizzarle.
Un esempio? La questione dell'omosessualità, della bisessualità e della transessualità, tanto per dirne una.
A me, personalmente, piacerebbe molto che l'articolo 3 della Costituzione diventasse una cosa del genere:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso genere(*), di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, di orientamento sessuale.
E poi mi piacerebbe anche che il primo comma dell'articolo 29 fosse modificato più o meno così:
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio sull'amore civile.
Aberrazioni? Sciocchezze? Concetti condivisibili che però potrebbero essere espressi meglio?
Può darsi. Però sarebbe bello perlomeno poterne discutere, non trovate?
Se non decidono di provarci i progressisti, allora chi?

(*) Grazie a Nina su Facebook.

All'unisono

21 Commenti »

Comunque vadano le cose, un fatto mi pare incontrovertibile: se Berlusconi cadrà, cadrà per sua stessa mano, e non certo per l'iniziativa politica del Partito Democratico; il quale, mi si perdoni la franchezza, avrà avuto l'unico merito di essere stato a guardare mentre le cose succedevano, sbraitando qualche luogo comune qua e là e rivendicando il ruolo di "principale forza progressista del paese" per il solo fatto di essere meno peggio dei suoi avversari, cosa che tra parentesi nel caso di specie mi pare tutt'altro che difficile.
Quanto al resto, niente: la "principale forza progressista del paese" non è mai riuscita ad esprimere una posizione chiara praticamente su nulla, e men che meno sugli argomenti che a rigor di logica dovrebbero essere alla base di quel progressismo tanto preteso quanto poco praticato.
Mi pare poco. Pochissimo.
Ho paura che quando verrà il momento sarò costretto a dargli il mio voto, al PD; ho paura che dovrò cedere ancora una volta al ricatto -perché di un ricatto si tratta- di chi si può permettere di chiedere il mio consenso pur non essendo pressoché niente, approfittandosi consapevolmente del fatto che gli altri sono peggio di lui.
Poi, però, basta.
Poi abbiate il pudore di dimenticarmi, di cancellarmi dai vostri elenchi, di non contare più su di me: a meno che non troviate il coraggio, una volta per tutte, di capire chi siete e cosa volete dalla vita, proponendolo chiaramente agli elettori e correndo il rischio di essere puniti come meritate se a loro non piace.
Perché quando Berlusconi cadrà, amici democratici, verrà meno la madre di tutte le vostre scuse, e allora la cuccagna sarà finita anche per voi: o cominciate a guadagnarveli sul serio, i vostri voti, oppure finirete per cadere insieme a lui.
All'unisono.
Vi immaginate il botto, sì?

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