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Aguzzini

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Siccome l'argomento sembra tornato di stretta attualità dopo l'uccisione di Bin Laden e le polemiche sui metodi che l'avrebbero resa possibile, colgo l'occasione per ribadire sinteticamente come la penso: anche se torturare un uomo dovesse garantire alla collettività un significativo beneficio, consistente nel reperimento di informazioni utili a salvare vite umane, la degenerazione dello stato di diritto che quella stessa collettività subirebbe per il fatto di aver accettato la tortura come metodo praticabile costituirebbe un danno assai più grave del vantaggio ottenuto.
Non si tratta, badate, soltanto di parole: i "metodi spicci" per cavare di bocca alle persone quello che sanno sono vecchi quanto il mondo, e sono stati praticati abbondantemente da tutti i regimi, in modo tanto più spietato quanto più quei regimi erano indifferenti alla soppressione dei diritti umani e delle libertà fondamentali che spettano a ciascun individuo.
Pensiamoci, se non vogliamo trovarci nella singolare condizione di aver sconfitto tutti gli aguzzini, per poi dover scoprire che gli aguzzini siamo diventati noi.

I diritti di un detenuto

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Lo so, anzi lo immagino, che per molti un carcerato non ha diritto a delle condizioni di detenzione umane. Io non sono tra questi.
Giusto per essere chiari non sto parlando di organizzare feste e festini, ma non chiudere gli occhi davanti agli stupri. Non parlo di trasformare gli istituti penitenziari in spa, ma almeno di limitare il problema del sovraffollamento utilizzando le carceri che sono già state costruite. Non vorrei un chirurgo estetico in ogni carcere, ma evitare epidemie di scabbia, secondo me si deve, e non è quello che succede in carceri come quelle di Saluzzo, Brescia, Lecce (dove hanno a che fare anche con la tubercolosi). Magari lo psicologo personale è troppo (o anche no), ma un'assistenza psicologica di base per i detenuti e per la polizia penitenziaria, che dite, è chiedere la luna? Il fatto di essere detenuti (e solo la metà circa lo sono da giudicati) può giustificare i maltrattamenti che molti di loro subiscono? E perchè chi di dovere, se interpellato si gira dall'altra parte?
Per questi motivi trovo giusta questa iniziativa.
Perchè la privazione della dignità Umana e la privazione della libertà non sono la stessa cosa.
Perchè in questo modo, le carceri, sono istituti di tortura.

L'ingiustizia, in qualsiasi luogo

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(Rachel Odiase, 13 mesi, nigeriana, morta a Cernusco sul Naviglio perché il padre aveva la tessera sanitaria scaduta)
Injustice anywhere is a threat to justice everywhere.
(Martin Luther King)

Ma non eravate pappa e ciccia?

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Non per voler fare il pignolo, ma mi era parso che pochi giorni fa Monsignor Fisichella avesse espresso una posizione del genere:

Quanto ai problemi etici, mi pare che la Lega manifesti una piena condivisione con il pensiero della Chiesa.

Dal che si può desumere, alternativamente, che nel frattempo Monsignor Fisichella ci abbia ripensato (peraltro senza dire niente a nessuno), che il Vaticano non consideri la pena di morte e la tortura problemi etici (quelli, d'altronde, riguardano gli embrioni, mica i negri), che Monsignor Fisichella e quelli del Pontificio Consiglio per la Pastorale delle Migrazioni non siano a conoscenza delle rispettive dichiarazioni (non sappia la tua mano destra eccetera eccetera), oppure che Monsignor Fisichella abbia semplicemente fatto una bella sviolinata a quelli della Lega per tenerseli buoni, visto che hanno vinto le elezioni (il che, ne converrete, contrasta non poco con il tormentone secondo il quale la Chiesa sarebbe un interlocutore scomodo che dice pane al pane e vino al vino senza fare sconti a nessuno, e che per questo sarebbe attualmente oggetto di un massiccio attacco mediatico da parte dei laicisti con il pretesto dei preti pedofili).
Non so voi, ma io propendo decisamente per l'ultima ipotesi.

Dire, fare, sgomberare

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Mi segnalano che l'UNICEF ha organizzato a Verona l'ottava edizione del "Corso di educazione ai diritti umani", e che tra gli altri ha pensato di invitare a parlare anche il sindaco della città scaligera Flavio Tosi, il quale interverrà nel panel intitolato "Non fare, fare o fare bene?".
Ecco, escludendo per logica il "non fare", pensate che nell'ambito dell'educazione ai diritti umani questa roba rientri nel "fare" o nel "fare bene"?

La pacchia è finita

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Insieme alla tolleranza zero arrivano le ruspe.

Cosa credevano, 'sti immigrati clandestini, che potesse durare per sempre? Venire a casa nostra alla chetichella, come se niente fosse, insediarsi comodamente in un tugurio lercio e lavorare come animali quindici ore al giorno nei campi, al gelo e sotto al sole, per la bellezza un euro l'ora, con l'unico inconveniente di qualche insulto e una pallottola vagante di quando in quando: eh no, carini, così sono capaci tutti, dove siamo, nel paese di Bengodi?

Arrivano le ruspe. La pacchia è finita.

Suicidi in carcere: quest'anno proviamo a tenere il conto

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Il 2010 è iniziato da appena otto giorni e a quanto pare abbiamo già raggiunto la ragguardevole quota di tre detenuti suicidi: il 2 gennaio Pierpaolo Ciullo, 39 anni, si è asfissiato con il gas nel carcere di Altamura (BA); il 4 gennaio Celeste Frau, 62 anni, si è impiccato nel carcere Buoncammino di Cagliari; il 7 gennaio Antonio Tammaro, 28 anni, si è impiccato nel carcere di Sulmona (AQ).

Siccome questa strage silenziosa, determinata in larga misura dalle disumane condizioni nelle quali i carcerati italiani sono costretti a vivere, mi pare indegna di un paese civile, ho deciso che a partire da oggi segnalerò sul blog, non appena ne verrò a conoscenza, ogni nuovo episodio: a costo (ne sono consapevole) di diventare noioso.

D'altra parte, su certi argomenti non ci lasciano che la perseveranza.

Col fucile ad aria compressa

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Non solo li sfruttatiamo, li sottopagaghiamo, li priviamo di fatto di qualsiasi forma di tutela e forse pure di diritto. Adesso gli spariamo pure.

La volontà di reagire covava da tempo nella colonia di lavoratori ammassati in condizioni ai limiti del sopportabile...
A fare scoppiare la rivolta è stato il ferimento con un'arma ad aria compressa di alcuni cittadini extracomunitari, tra i quali un rifugiato politico del Togo con regolare permesso di soggiorno...
Centinaia di auto distrutte, cassonetti divelti e rovesciati sull'asfalto, ringhiere di abitazioni danneggiate. E' il bilancio di un pomeriggio di guerriglia urbana a Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, per la protesta di alcune centinaia di extracomunitari, lavoratori dell'agricoltura, accampati in condizioni disumane in una vecchia fabbrica in disuso e in un'altra struttura abbandonata.

La pena di morte è un fallimento [di Serafino Murri]

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Ieri sera discutevamo della più grande delle contraddizioni della democrazia americana: la pena capitale. Concludevo la mia arringa da obiettore di coscienza affermando la speranza che gli USA arrivassero prima o poi a superare questa terribile perversione giuridica, questo residuo t...ribale della legge del taglione. E ora, a quanto pare, questo momento è a un passo dall'arrivo. Definire "un fallimento", da parte dello stesso istituto che l'aveva introdotta negli Stati Uniti oltre 50 anni fa, la pratica più barbarica e vendicativa che rende la giustizia, quale che ne sia il motivo, l'esecuzione cieca di un'ingiustizia senza appello, è qualcosa che mi fa riflettere sui cambiamenti possibili di mentalità nel mondo. Vado a dormire pieno di soddisfazione e speranza, in silenzio. Questo sì che è qualcosa che risponde, in maniera concreta e senza retorica, a uno dei più grandi "I have a Dream" che l'umanità può pronunciare.

L'HIV, la pena di morte e la democrazia americana

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Debbo confessarvelo: non ero a conoscenza del fatto che alle persone sieropositive fosse interdetto l'accesso negli Stati Uniti d'America.

Però so fin troppo bene, come tutti voi, che da quelle parti è ancora in vigore la pena di morte, e pur non essendo affatto un antiamericano militante la notizia appena appresa mi sollecita ancora una volta una riflessione angosciosa: vi pare possibile che un paese nel quale fino all'anno scorso trovava posto una discriminazione indecente come quella del titolo, e in cui vige tuttora (ed è applicata con sistematica ferocia) la brutalità medievale delle esecuzioni capitali, venga additato da tutti come il più fulgido esempio di democrazia rintracciabile sulla piazza?

Sull'argomento non sono, come ripeto, un integralista: lungi da me, quindi, voler paragonare una nazione nella quale lo stato di diritto, specialmente in alcune sue manifestazioni, funziona assai meglio che in altri posti, con realtà drammatiche nelle quali i diritti umani latitano, o addirittura non esistono.

Però consentitemi, in attesa di conoscere la vostra opinione, di dire la mia con pacata fermezza: la democrazia americana ne deve fare, di strada, prima di ambire a un minimo paragone con gli europei.

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