Visualizzazione post con etichetta regime. Mostra tutti i post

E' tutto online, tranne quello che serve

2 Commenti »

I territori dei municipi di Roma sono stati riformulati a marzo. L'11 marzo, per la precisione. Due mesi e mezzo fa. Ed ecco cosa c'è scritto, ancora adesso, sul sito del comune:



Nel frattempo, tanto per dirne una, ci sono state le elezioni comunali: cioè, c'è stata gente che nei municipi (quelli nuovi) si è candidata, e soprattutto gente che doveva capire in quale (nuovo) municipio fosse finita la sua residenza per poter votare correttamente. E sul sito del comune (sul sito del comune, dico, non sul blog di uno qualsiasi) questa informazione non è ancora fruibile.
No, dico, guardate che roba: perfino nella barra laterale c'è un bell'elenco di link che rimandano ai municipi vecchi, con il significativo prefisso "ex".


Due mesi e mezzo. Mesi, non ore. Non giorni. Mesi. E non si sono degnati di aggiornare il sito, pregiudicando gravemente i diritti dei cittadini.
Quando Alemanno se ne va in giro in televisione, con quella faccia soddisfatta, a ripetere che "è tutto online", dovrebbe perlomeno avere un po' di vergogna.

Appunti /11

2 Commenti »

Vediamo se ho capito: finché la politica si limitava a vietare la fecondazione assistita, proibire alla gente di scegliere come morire, impedire che due uomini si sposassero tra loro, ingozzarsi a spese dei contribuenti, Sallusti mica se n'era accorto, che era cialtrona.
Macché.
Però, adesso che la politica non lo salva, gli si sono aperti improvvisamente gli occhi.
Si vede che siamo sensibili a cialtronerie diverse.

Appunti /5

4 Commenti »

Poi, a un certo punto, uno rivendica il fatto di essere -pur con una serie non indifferente di gravi dissidi interni- radicale, sottolineando che mentre gli altri fanno la gara -a chiacchiere- a chi è più onesto i radicali l'onestà l'hanno praticata sul serio, e allora qualcuno, immancabilmente, gli risponde -con l'aria di chi la sa lunga, sennò non vale- citando l'alleanza con Berlusconi e il "salvataggio" di Cosentino.
La cosa comica -pateticamente comica, direi- è il modo in cui costoro sembrano aver imparato a pappagallo -sì, ho detto "a pappagallo", avete presenti quegli uccelli che ripetono le cose dette da altri ma non sanno cosa significano?- concetti di terza, quarta, quinta mano, sentiti da altri cui a loro volta li avevano raccontati, che non c'entrano una minchia col discorso e che per giunta sono pure sbagliati.
Sanno, costoro, che il "salvataggio" di Cosentino in realtà era semplicemente un voto contrario alla carcerazione preventiva? Ma salvataggio da cosa, abbiate pazienza? Dalle indagini? Dal processo? Manco per il cazzo. E allora, perdonatemi, che "salvataggio" sarebbe? Di cosa andate cianciando, voi che aprite bocca e date fiato senza sapere di cosa parlate?
Dopodiché, e soprattutto: potrà essere stato un errore, quello che chiamate "salvataggio" di Cosentino, ma che ci azzecca con il discorso su chi ruba e chi non ruba i soldi pubblici? E che c'entra con questo discorso l'alleanza con Berlusconi, che io stesso disapprovai ritenendola un grave errore politico fino ad allontanarmi dal partito, ma che non ha nulla a che spartire con le ruberie accumulate in anni di attaccamento alla poltrona da numerosi esponenti di ambedue -ammesso che siano due- gli schieramenti?
Io ho detto una cosa semplice: c'è chi rivendica l'onestà senza praticarla e chi invece la pratica senza rivendicarla.
E adesso quella cosa la ripeto. Anzi, la sottoscrivo.
Se volete obiettare, fate in modo di dire almeno qualcosa di attinente.
Grazie.

Appunti /4

2 Commenti »

Pensavo che i radicali hanno praticato spesso e volentieri l'onestà nelle istituzioni senza rivendicarla quasi mai, perché preferivano parlare di politica; mentre gli altri hanno rivendicato spesso e volentieri un'onestà che non praticavano quasi mai, pur di non dover parlare di politica.

Abolire il carcere

17 Commenti »

Al giorno d'oggi tracciare la propria posizione sul pianeta con un'approssimazione di pochi centimetri è diventata un'operazione banale: tant'è che molti di noi la compiono tutti i giorni, più o meno consapevolmente, attraverso una serie di oggetti -i telefonini, ad esempio- che sono ormai diventati di larghissimo consumo.
Ebbene, non vi pare curioso il fatto che in un contesto del genere sia ancora considerato necessario chiudere dietro le sbarre chi è stato riconosciuto colpevole di un reato per poterne contenere e controllare i movimenti?
A me, francamente, sì.
A me sembra che -perlomeno- gli autori dei crimini non efferati potrebbero essere detenuti a casa loro e tuttavia controllati in tempo reale avvalendosi degli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione: a tutto beneficio della spesa pubblica, della decenza del sistema carcerario e della dignità delle persone che si trovano ad averci a che fare.
Il problema, quello vero, sarebbe vincere le prevedibili resistenze dei soliti forcaioli, che di fronte a un'eventualità del genere farebbero fuoco e fiamme perché si ostinano a considerare il carcere uno strumento di vendetta, anziché un'istituzione finalizzata alla rieducazione e al recupero sociale delle persone: in barba alla stessa costituzione, che pure costoro brandiscono un giorno sì e l'altro pure come se fosse una,specie di bibbia laica.
Ecco, io credo che lottare per l'abolizione del carcere -sia pure limitatamente ad alcuni reati- sarebbe una sfida straordinaria, anche perché investirebbe la società di un dibattito interessantissimo e metterebbe alcuni schieramenti politici nelle condizioni di esprimersi chiaramente, invece di parlare per luoghi comuni e ciurlare nel manico.
Mi piacerebbe che fosse il mio partito a raccogliere questa sfida: perché credo che per cultura politica sia l'unico capace di immaginarla, di materializzarla e di poi di perseguirla, nonostante il giustizialismo dilagante che suggerirebbe a chiunque di lasciar perdere e occuparsi di altro .
E, sì, credo che una battaglia del genere sarebbe molto più ambiziosa -e radicale- di quella sull'amnistia.

Puntini indistinguibili

3 Commenti »

In estrema sintesi, mi pare che stia succedendo questo: una classe politica disperatamente arroccata a difesa delle proprie prerogative annaspa in modo sempre piú patetico nel tentativo di mantenere le rendite di posizione che ha acquisito, muovendosi in una realtà che capisce sempre meno e facendo una figura di merda dopo l'altra.
Internet, famiglie di fatto, nuove forme di aggregazione sociale e di organizzazione economica, stili e scelte di vita alternativi, modalità di informazione fino ad oggi sconosciute: un mondo intero che cresce di giorno in giorno e del quale costoro hanno appena sentito parlare; un mondo che sistematicamente li supera, li surclassa, si sviluppa e si articola malgrado il loro maldestro e presuntuoso tentativo di governarlo senza la minima cognizione di causa; un mondo che tra un po' sarà così avanti rispetto a questi residuati di un'altra epoca da potersi permettere di voltargli semplicemente le spalle, lasciandoli nei loro escrementi a discutere come pappagalli ottusi di faccende che la cosiddetta società civile ha brillantemente superato da un pezzo per conto suo.
Allora, forse, non sarà più importante che questi individui si facciano da parte: sarà sufficiente tirare dritto, evitarli e voltarsi a guardarli mentre rimangono indietro e diventano dei puntini indistinguibili.
Godendosi le loro voci da tromboni che si allontanano, si rimpiccioliscono, sfumano.
Finché non si sentono più.

Altro che anarchici, altro che caos

10 Commenti »

Sapete cosa? Non ne posso più dell'adagio secondo il quale gli anarchici vorrebbero scatenare il caos.
Documentatevi, una buona volta, e scoprirete che il caos ha a che fare con l'anarchia quanto gli hamburger col veganesimo.
Sono semplicemente convinti, gli anarchici, che la responsabilità di ogni individuo debba essere adoperata senza che qualcuno la imponga.
Anzi, per la verità ritengono che si tratti dell'unico modo possibile per farlo: giacché non c'è responsabilità senza scelta, non c'è scelta senza libertà e non c'è libertà dove esiste imposizione.
Non sono gli anarchici, a creare il caos, ma gli altri: quelli che magari sono arrivati alla soglia della vecchiaia ma non hanno mai mosso un passo se qualcuno non ha detto loro di farlo, e perciò non hanno mai sviluppato alcun senso di responsabilità individuale.
Sono loro, appena si ritrovano col guinzaglio un tantino più lento, a diventare davvero pericolosi.
Altro che gli anarchici.

Io sono qua che prendo appunti

1 Commento »

Abbiate pazienza, ma la domanda sorge spontanea: quando cazzo ce l'hanno mai detta, la verità?
Vado a memoria e alla rinfusa: non ci hanno detto la verità, o perlomeno non ce l'hanno mai detta tutta, sulla strage di Piazza Fontana, sul deragliamento di Gioia Tauro, sull'attentato di Piazza della Loggia, sulla bomba dell'Italicus, sulla strage di Bologna, sull'attentato al rapido 904, su Gladio, sul piano Solo, sul sequestro Moro, sull'omicidio Pecorelli, sul suicidio Calvi, sul caso Sindona, sulla morte di Pinelli, sul delitto Calabresi, sulla loggia P2, sul disastro aereo di Ustica, sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, e via discorrendo con altri edificanti episodi che in questo momento mi sfuggono.
Adesso viene fuori che nessuna ragion di stato può ostacolare la verità.
Fantastico.
Allora, per cortesia, chi conosce i dettagli delle vicende che ho succintamente riassunto qui sopra -perché c'è, chi conosce quei dettagli- inizi pure a parlare.
Io sono qua, che prendo appunti.

Dai, allunghiamogli le gambe

4 Commenti »

C'è una vecchia barzelletta che funziona più o meno così: un tizio vuole farsi accorciare il pisello perché è di una lunghezza sproporzionata, ma siccome in sala operatoria l'intervento non riesce il dottore guarda i suoi assistenti e dice: "Vabbe', dai, allunghiamogli le gambe".
Ecco, il ddl anticorruzione di cui si parla in questi giorni mi ricorda tanto quella barzelletta: perché se la giustizia italiana è un colabrodo che manda in prescrizione migliaia di reati, pensare di risolvere il problema aumentando la prescrizione anziché riformare una volta per tutte il sistema giudiziario è un po' come allungare le gambe a quel tizio invece di accorciargli il pisello.
Sapete cosa penso? Che pur di non mettere mano ai problemi della giustizia finiremo per abrogarla, la prescrizione: così come, travolti dallo scalmanato impeto giustizialista che imperversa in lungo e in largo, abbiamo di fatto già abrogato il principio per cui ciascuno è innocente fino al momento della condanna, il carattere eccezionale della carcerazione preventiva e il valore rieducativo della pena.
Tutta roba della quale, nell'emergenza di un paese invaso dall'illegalità, pensiamo di poter fare a meno: finché non ci accorgeremo che due -o tre, o quattro, o enne- torti non fanno una ragione; che quelle garanzie dimenticate andavano salvaguardate a maggior ragione in un momento tanto difficile; che dal malaffare si esce praticando lo stato di diritto, non cancellando come se niente fosse decenni -e a volte secoli- di civiltà giuridica.
Sarà un brutto giorno, quello in cui ce ne renderemo conto.
E forse, come spesso accade, sarà troppo tardi per tornare indietro.

Stattene a casa

5 Commenti »

Non t'impicciare. Fatti i cazzi tuoi. Chi te lo fa fare. Non ne vale la pena. Tanto il mondo non lo puoi cambiare. Cosa ti illudi di fare. Lo vedi poi come va a finire. Pensa a te che se non ci pensi tu non ci pensa nessuno. Lascia perdere.
Questo ci dicono. A forza di botte e di morti. Da quarant'anni. Da Giorgiana Masi a Bolzaneto.
Stattene a casa. Stattene a casa. Stattene a casa.

Non sarebbe la prima volta

8 Commenti »

Quando uccidevi,
favorendo il potere,
i soci vitalizi del potere,
ammucchiati in discesa
a difesa della loro celebrazione


(Fabrizio De André
"Sogno numero due"
da "Storia di un impiegato"
1973)


Io lascerei perdere, dandole per implicite, le ovvie formule di condanna del terrorismo, e mi concentrerei piuttosto su una riflessione di taglio diverso: quando il potere è in difficoltà perché il suo consenso diminuisce a vista d'occhio, mettersi a sparare produce quasi inevitabilmente l'effetto di terrorizzare la gente e indurla a rimettere nelle mani di quel potere la propria urgenza di sicurezza.
A meno che, naturalmente, la rivoluzione armata non acquisti una massa inerziale così imponente da capovolgere completamente la situazione e prendersi tutto il banco: cosa che negli anni '70, tanto per fare l'esempio più recente, non è accaduta, complice il fatto che il potere reagì all'attacco dell'eversione con il cinismo di chi strumentalizza la violenza altrui a proprio vantaggio.
Questo mi viene da pensare, oltre al fatto che sparare non mi appartiene come metodo politico e quindi è una pratica che disapprovo, leggendo di un ipotetico ritorno della lotta armata: che finirà per serrare i ranghi del potere, ricompattarlo e quindi rafforzarlo, anziché distruggerlo.
Credetemi, non sarebbe la prima volta.

Non lasciarsi intimidire, ma un pochettino sì

2 Commenti »

A me fa un sacco piacere, davvero, che lo Stato non si lasci intimidire dai terroristi.
Ma siccome qualcuno sostiene -peraltro autorevolmente- che spesso e volentieri gli Stati -compreso il nostro- si siano lasciati intimidire così poco da arrivare addirittura a strumentalizzarli e ad usarli per i loro scopi, i terroristi, mi auguro che nel futuro si continui a non lasciarsi intimidire, però un pochettino sì.
Non so, magari giusto quel tantino di intimidazione che basta per fare in modo che i ruoli, come dire, rimangano distinti.

Una spiacevole sensazione

6 Commenti »

E' noto che quando in un paese o in un gruppo di paesi le cose si mettono male, e la politica non riesce a elaborare risposte efficaci, fanno la loro comparsa sulla scena quelli che iniziano a sparare e quelli che ritengono di ripristinare l'ordine votando per l'estrema destra.
E' altresì noto che entrambe le categorie, al di là delle lamentazioni di rito, tendono a risultare assai funzionali alla politica che non riesce a elaborare risposte efficaci, poiché le consentono di riguadagnare il consenso perduto evocando nei cittadini il terrore della rivoluzione armata da un lato e della deriva fascista dall'altro, risparmiandole in tal modo la gravosa incombenza di elaborare le risposte efficaci di cui sopra.
E noto, inoltre, che proprio per questo entrambe le categorie vengono spesso e volentieri non osteggiate -ed in alcuni casi strumentalizzate- dalla politica che non riesce ad elaborare risposte efficaci, tramite l'impiego di alcuni apparati dello stato che adottano nei confronti delle suddette categorie comportamenti al limite -e talora bel oltre il limite- dell'opacità.
E' noto, infine, che tali congiunture tendono a culminare in momenti letteralmente drammatici in cui ci vanno di mezzo un sacco di persone che non c'entrano niente, per giunta caratterizzati da una quantità di inquietanti misteri legati all'operato dei predetti apparati che nessuno si perita di chiarire manco dopo un quarantennio.
Ecco, io avverto la spiacevole sensazione che, date le circostanze, rischiamo che si apra un capitolo del genere.
E spero tanto, ma proprio tanto, di sbagliarmi.

Consegnare le città ai delinquenti

4 Commenti »

L'ho scritto più di una volta, ma credo valga la pena di tornarci sopra e di precisare il concetto: quando si provvede al proverbiale "giro di vite" sulla cosiddetta "movida" notturna, i primi che rinunciano a uscire di casa per sfidare l'ordinanza di turno sono i cittadini più tranquilli, quelli che vogliono soltanto bersi una birra al fresco e fare due chiacchiere in pace con gli amici, i quali per inciso costituiscono un'amplissima maggioranza della popolazione; mentre è probabile che gli individui più turbolenti, quelli che cercano rogna e fanno gli attaccabrighe alla prima occasione, continueranno allegramente ad andarsene in giro alla facciaccia dei divieti.
Il che equivale a dire che le ordinanze proibizioniste finiscono fatalmente per consegnare le strade ai facinorosi e costringere a casa i cittadini perbene, impedendo a questi ultimi di esercitare quella funzione di "presidio" che essi svolgerebbero automaticamente in ragione della loro presenza e del loro numero.
Insomma, per come la vedo io le cose stanno così: se le amministrazioni comunali continueranno ad affrontare il tema della sicurezza cercando di instaurare una specie di coprifuoco non otterranno altro che regalare ogni spazio pubblico ai delinquenti, e quindi finiranno per rendere sempre più gravi i problemi che cercano di risolvere.
Cosa vogliamo aspettare, per rifletterci? Che questa gente diventi definitivamente padrona delle nostre città?

Una divisa come un'altra

19 Commenti »

Poi, un bel giorno, te ne vai al concertone del primo maggio per raccogliere le firme sulle famiglie di fatto e ti aspetti che tutti 'sti giovani con l'aria impegnata, il vestiario impegnato, l'acconciatura impegnata e spesso perfino l'andatura impegnata reagiscano in qualche modo diverso dall'indifferenza.
Invece, perlopiù, niente. Non dico, intendiamoci, niente adesioni, ma proprio niente di niente: nessun interesse, nessuna avversione, neanche un insulto o al limite uno sputo in faccia.
Semplicemente niente.
La stragrande maggioranza dei giovani impegnati non si ferma neanche per capire chi sei e cosa gli stai chiedendo, ti guarda come se avesse davanti agli occhi un marziano che si sta dedicando a chissà quale attività astrusa, gira la testa dall'altra parte e tira via: nel migliore dei casi biascicando qualcosa tipo "mi aspettano", "ho fretta", "non firmo niente", nel peggiore tenendo lo sguardo fisso davanti a sé e non degnandoti nemmeno di un vaffanculo.
Ieri ne ho visti passare centinaia, di quei giovani impegnati: ognuno con la sua maglietta d'ordinanza inneggiante a qualche improcrastinabile mutamento sociale, ma quasi tutti completamente disinteressati a stare a sentire dieci secondi, sia pure per mandarlo a cagare, chi proponeva loro di firmare per provare a concretizzarne uno.
E ho dovuto concludere, con una certa malinconia, che spesso e volentieri anche la tenuta da giovane impegnato è una divisa come un'altra.

Prima che diventi troppo tardi

16 Commenti »

Se nella merda in cui ci ritroviamo si fa ancora tanta fatica a pronunciare la parola "decrescita", significa che da questa crisi non stiamo imparando niente.
Forse sarebbe il caso di dirselo una volta per tutte: invece di annaspare per rimettere in carreggiata un sistema che non sta più in piedi, dovremmo riflettere sulla possibilità di riformulare il modo in cui viviamo e chiederci se non saremmo più felici consumando un pochino meno e cercando un equilibrio diverso.
Più le cose si mettono male, insomma, più mi viene il sospetto che stiamo perdendo un'occasione.
Sarebbe il caso di pensarci, prima che diventi (davvero) troppo tardi per coglierla.

Perfino dei propri

11 Commenti »

Sarà, ma ogni volta che vado a gay street a raccogliere le firme per Teniamo Famiglia torno a casa sconcertato dalla quantità di persone omosessuali che si dichiarano del tutto indifferenti al riconoscimento delle famiglie di fatto.
E penso che è davvero un'epoca triste quella in cui non solo non si combatte per i diritti di tutti, ma ci si disinteressa perfino dei propri.

Siete voi che avete dato ragione a Bossi

11 Commenti »

Dopo il 1993 quasi tutti i partiti sono stati d'accordo nel reintrodurre il finanziamento pubblico abrogato dal referendum chiamandolo rimborso elettorale, ma allo stesso tempo si sono ben guardati dall'idea di rendicontarlo puntualmente dimostrando che il suo ammontare corrispondesse esattamente a quanto speso per le elezioni e restituendo l'eventuale differenza.
Ciò significa che le organizzazioni politiche hanno di fatto sancito -pubblicamente e oltre ogni ragionevole dubbio- che fosse giusto usare quei quattrini non soltanto per finanziare le competizioni elettorali, ma anche -e direi soprattutto- per sostenere le proprie spese di funzionamento; e che gli organi di informazione hanno avallato questa interpretazione, giacché non mi risulta che dal 1993 ad oggi abbia avuto luogo una campagna permanente e instancabile dei giornali e delle televisioni per contestare la situazione e cercare di modificarla.
Se si dà per buono questo sistema -cosa che, ripeto, i partiti e i media hanno fatto per vent'anni- non vedo perché pagare la casa a Calderoli rappresenti uno scandalo: si tratta di una spesa di funzionamento come un'altra, che la Lega ha liberamente deciso di erogare perché la riteneva utile; cosa che peraltro accade spessissimo nelle imprese, che sostengono ingenti costi per fare in modo che i propri dirigenti possano soggiornare in questa o quest'altra città, in ragione dei loro obiettivi strategici.
La vera domanda, insomma mi pare questa: i soldi del rimborso elettorale, una volta incassati, sono e rimangono soldi dei partiti?
Se la risposta è no, allora Bossi ha torto quando dice che i partiti ne possono fare quello che vogliono; se invece la risposta è sì, Bossi ha ragione da vendere.
Ebbene, sapete cosa? Siete stati voi, partiti e mezzi di informazione, a rispondere di sì a quella domanda, pressoché all'unisono e per vent'anni filati.
Il che equivale a dire che siete stati voi a dare ragione a Bossi.
Invece di scandalizzarvi fuori tempo massimo, prendetevi le vostre responsabilità.

Criceti

4 Commenti »

-Pronto?
-Pronto, sono io.
-Criceto Puf, ma lo sai che ore sono?
-Certo che lo so, criceto Zum, ma vedrai che adesso il sonno ti passa.
-Che succede?
-Succede che mi hanno telefonato dal Gran Consiglio. Pare che domani approvino la direttiva.
-Quale direttiva?
-Come sarebbe? La direttiva, cretino, quella che stiamo chiedendo da due anni.
-Ma davvero? Be', è una notizia fantastica...
-Fantastica una sega. Gesù, ma chi mi sono preso come collaboratore, un ratto?
-Non ho mica capito.
-Me ne sono accorto, che non hai capito. Ascolta, qua bisogna fare un po' di telefonate e fermare tutto.
-Fermare tutto? Cioè, fermare la direttiva dici? Oddio, non ti seguo...
-Vabbe', facciamo che ricominciamo tutto da capo. Chi siamo noi?
-Chi siamo? Siamo criceti...
-Ah, che scoperta! Che genio! Imbecille, ti ho chiesto un'altra cosa...
-Cioè?
-Cioè noi, cristo, la nostra associazione, il nostro gruppo del cazzo pieno zeppo di stupidi come te. Chi siamo?
-Ah. La LDC...
-Alla buon'ora. Elledicì, Lega per i Diritti dei Criceti. Ed essendo la Lega per i Diritti dei Criceti, cosa chiediamo?
-Mi prendi in giro? Lo sai cosa chiediamo, la Lega l'hai fondata tu....
-Sì, ma voglio sentirlo da te, visto che mi sembri più rincoglionito del solito.
-Chiediamo che i criceti abbiano diritto allo stesso numero di ghiande degli altri animali della foresta.
-Bene. E quindi cosa abbiamo proposto?
-Una direttiva. Abbiamo proposto una direttiva al Gran Consiglio degli Animali.
-Vedo che ti sei svegliato. Era ora. Ecco, io ti telefono nel cuore della notte e ti dico che questa direttiva forse viene approvata. E tu esulti.
-Perché, non dovrei?
-E non dovresti no, porca troia. Ma cosa devo fare con te? Cosa? Sai che succede quando approvano la direttiva, sì?
-No, che succede?
-Vedi di pensarci un attimo. Una volta approvata la direttiva, a che serve la LDC?
-Be'...
-Lascia stare i be'. Rispondi.
-...diciamo che esaurisce il suo compito...
-Giusto. E quindi, tornando alla domanda, a cosa serve?
-...a niente.
-Vedo che iniziamo a ragionare. E se non serve a niente, di grazia, che ne sarà del finanziamento che prende dalla Contea? Che ne sarà del sette per mille?
-Be'...
-Aridaje, co' 'sto be'. Dimmi che fine faranno i soldi.
-...se avremo esaurito il nostro compito, presumibilmente...
-Presumibilmente?
-...ce li toglieranno...
-Ohhh, ci siamo. E se ce li toglieranno, che ne sarà del tuo stipendio?
-Be'...
-Dì un'altra volta be', un'altra volta sola, e te lo tolgo subito, lo stipendio. Te lo dico io, deficiente: tu resti disoccupato.
-...da questo punto di vista, in effetti...
-...ma mica solo tu, sai? Restiamo disoccupati tutti, ci tolgono la sede, si tratta di trovarsi un lavoro, hai presente il lavoro, no? Per non parlare della vita che ti cambia, perché sai che cambia, vero? Lo sai che poi col cazzo che ti invitano alla tv degli animali? Lo capisci che diventiamo tutti degli zero, senza arte né parte, poveri in canna e ignorati da tutti, peggio di una manica di castori?
-...ma noi quella direttiva...
-...la chiediamo, sì. Ed esistiamo finché quelli non la approvano. Anzi, meglio: esistiamo proprio perché quelli non la approvano.
-Quindi...
-...quindi se l'approvano siamo fottuti.
-...e...
-...e ti scordi le cene in formaggeria, e la televisione panoramica a sei pollici e pure quelle scarpe da fighetto che porti sulle zampe. Devo continuare?
-No.
-Quindi, criceto Zum?
-Quindi inizio subito a telefonare, criceto Puf.
-Meglio tardi che mai. Io intanto convoco una conferenza stampa.
-Per domani?
-No, imbecille, per dopodomani.
-Dopodomani?
-Eccerto. Gli vuoi dare almeno un giorno per respingerla, 'sta direttiva del cazzo?

Protervia

6 Commenti »

Ricapitoliamo, se non vi spiace:

  • nel 1993 gli italiani, attraverso un referendum, hanno detto esplicitamente che non volevano più dare i loro soldi ai partiti politici;
  • i partiti politici, da parte loro, se ne sono strafregrati e quei soldi hanno continuato a prenderseli, mediante un trucchetto da quinta elementare consistente nel cambiare formalmente la motivazione dell'incasso da "finanziamento pubblico" a "rimborso elettorale";
  • oltretutto, non contenti di aver disatteso la volontà dei cittadini continuando a intascare i loro quattrini, i nostri amici hanno spesso e volentieri distratto quei fondi imboscandoli, sottraendoli e in generale rubandoli nei modi più fantasiosi che sia dato immaginare;
  • trascorsi vent'anni, sotto la pressione dell'opinione pubblica inferocita da un vivamaria di scandali, i partiti si degnano finalmente di "riflettere" -sic- sulla faccenda, arrivando a concedere con augusta magnanimità -ma non è sicuro- non certo l'abolizione di quei finanziamenti o perlomeno la loro diminuzione, ma semplicemente l'accettazione del fatto che qualcuno controlli cosa ne fanno e si accerti che non li usino per scopi personali.
Se qualcuno, a prescindere da come la pensi sul finanziamento pubblico, riesce a fornirmi una metafora del concetto di protervia più calzante di questa storia, gli vado a cucinare a casa a pranzo e a cena per un anno.

Poll

Powered by Blogger.

Popular Posts

Followers

Blog Archive

Subscribe

Labels

Sponsor

Random Post