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E' colpa vostra

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I dati parlano chiaro: tra i ragazzi di età compresa tra i sedici e i diciannove anni sei su dieci hanno rapporti sessuali, ma cinque non usano il profilattico nemmeno per quelli occasionali; due credono che l'AIDS si curi con un vaccino, e uno si è già preso una bella malattia sessualmente trasmissibile.
Sono numeri obiettivamente agghiaccianti, dai quali si desume che i nostri figli corrono un grave pericolo perché non dispongono di informazioni importantissime: eppure voi, amici crociati, vi battete ancora affinché i preservativi non vengano distribuiti nelle scuole e i giovani non ricevano alcuna informazione sessuale.
Perché è immorale, dite. E' immorale e incita i ragazzi a fare sesso. Come se fare sesso fosse di per sé una cosa brutta. E come se non sapeste che la gente fa sesso lo stesso, indipendentemente dal fatto che se ne parli o no: con l'unica differenza che lo fa in modo peggiore, crogiolandosi nell'ignoranza e rischiando la pelle.
Voi, però, preferite così: occhio non vede, cuore non duole.
Sapete cosa? Siete oggettivamente responsabili per ogni ragazzo che si ammala, per ogni ragazzo che muore: semplicemente, è anche colpa vostra, che vi piaccia o no.
Se aveste un decimo della coscienza di cui vi agghindate, non ci dormireste la notte.

Piselli in prima serata

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La novità è che la RAI ha aperto un'inchiesta interna sulla questione della parola "profilattico", che sarebbe stata proibita ai conduttori durante la giornata mondiale contro l'AIDS.
A parte il fatto che l'operazione ha tutta l'aria di essere un blando sedativo per tutti quelli che non hanno digerito il diktat, il punto vero mi pare un altro: in presenza di una malattia grave come l'AIDS una televisione di stato che si rispetti non solo dovrebbe usarla, la parola "profilattico", ma dovrebbe trasmettere in prima serata dei filmati in cui si spieghi ai giovani come utilizzarlo, in modo esplicito e con l'aiuto di immagini inequivocabili.
Per i più inclini a scandalizzarsi, al limite, potrebbe essere previsto l'impiego di un fallo in plastica, anche se non vedo proprio a chi possa nuocere la visione di un pisello autentico.
Per le persone di buon senso, specie se vista in televisione durante un documentario, si tratterebbe semplicemente di una parte anatomica come un'altra.
Chi invece ci trovasse lo spunto per una morbosità diversa farebbe bene a farsi due domandine su se stesso, invece di inveire contro gli altri.

Morire di AIDS, ma democristiani

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Correva il mese di dicembre del 1988, avevo poco più di vent'anni e l'allora ministro della Salute Carlo Donat Cattin, esponente di spicco della DC, fece recapitare a me e ad altri milioni di italiani una lettera in cui si diceva che per prevenire il virus dell'HIV occorreva praticare la castità.
Corre il mese di dicembre del 2011, sono passati ventitré anni e durante la giornata mondiale contro l'AIDS, su esplicita indicazione del Ministero della Salute, i conduttori RAI non pronunciano neanche una volta la parola "profilattico".
Vuoi mettere la soddisfazione di morire di AIDS, ma democristiani?

Lo strano moralismo alternato del PDL

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Leggendo che in Italia avvengono circa 4mila nuove infezioni da HIV ogni anno, e che per i ragazzi l'uso del condom rimane tuttora un tabù, mi è venuta una curiosità: in base a quale strana alchimia lo stesso partito che si dichiara così disinvolto sul sesso da ritenere irrilevanti i comportamenti privati del suo leader diventa improvvisamente bigotto, moralista e bacchettone quando si tratta di distribuire i preservativi nelle scuole?

Ragazzi, svegliatevi

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Il 64% degli studenti romani sotto i 19 anni ha già fatto sesso; il 49% non usa il preservativo per i rapporti occasionali; il 16% crede che esista un vaccino contro l'AIDS; il 5% ha già contratto una malattia sessualmente trasmissibile; il 94% non ha mai fatto il test dell'HIV; il 54% considera l'ipotesi di mettere i distributori di preservativi nelle scuole diseducativa; il 60% è convinto che l'AIDS sia un problema che riguarda solo l'Africa.
Ragazzi, io lo so bene che non vi aiutano per niente, che si stracciano le vesti per evitare che si faccia informazione sessuale nelle scuole, che preferiscono lasciare il sesso nella sfera del non detto, alimentando l'ignoranza e la disinformazione, piuttosto che parlarne esplicitamente e spiegarvi per filo e per segno come funzionano le cose: però, proprio per questo, dovete darvi una svegliata.
Perché se delegate a questa manica di integralisti ipocriti l'incombenza di preservare la vostra salute, allora rischiate davvero di lasciarci le penne.
Pensateci da soli, date retta: e sforzatevi di essere un tantino meno irresponsabili di loro.

La singolare "giustizia sanitaria" di Ratzinger

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Vediamo se ho capito bene: è contrario alla "giustizia sanitaria" aiutare una coppia sterile che vorrebbe un figlio impiegando i ritrovati che la scienza mette a loro disposizione, è contrario alla giustizia sanitaria rispettare la volontà di un malato terminale che decide di mettere fine alle proprie sofferenze e di morire dignitosamente, mentre non è contrario alla "giustizia sanitaria" lasciare che milioni di persone crepino di AIDS continuando a blaterare che l'uso del preservativo costituisce un'offesa intollerabile a chissà quale precetto religioso.
Ecco, io non so bene cosa sia, 'sta "giustizia sanitaria": ma se è quello che dice Ratzinger mi sentirei molto più rassicurato da una sanità ingiusta.

Niente sangue, siete froci

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Nell'anno 2008, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, il virus dell'HIV si è trasmesso nel 44% dei casi attraverso un rapporto eterosessuale, e solo nel 24% dei casi attraverso un rapporto omosessuale.
Eppure la lista degli ospedali che rifiutano il sangue dei donatori gay si allunga ogni giorno: l'ultimo in ordine di tempo è il centro trasfusionale del Gaetano Pini, a Milano.
Capito? Oltre a fare fuoco e fiamme per il gay pride, a picchiarli in mezzo alla strada un giorno sì e un giorno no, a rifiutarsi di dar loro un appartamento in affitto, adesso agli omosessuali impediscono pure di donare il sangue.
Manca solo la deportazione, e poi siamo a posto.

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Grazie a Valeria per la segnalazione.

Per colpa di chi?

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Può succedere che le notizie si combinino sulle home page dei quotidiani in modo molto istruttivo: il Gazzettino, per esempio, ci informa del fatto che i giovani italiani sono i peggio informati d'Europa in materia di sesso, e poco più in giù rivela che 40.000 nostri connazionali sono sieropositivi senza saperlo.
Saranno contenti tutti i crociati che gridano allo scandalo ogni volta che si propone di incentivare l'informazione sessuale nelle scuole, menando il can per l'aia con la solita fandonia dell'astensione come efficace mezzo di protezione dal contagio (e dalle gravidanze indesiderate) e mettendosi la coscienza in pace a forza di ipocrisia, anatemi e catechismo.
Grazie di cuore, per tutto quello che fate.

L'HIV, la pena di morte e la democrazia americana

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Debbo confessarvelo: non ero a conoscenza del fatto che alle persone sieropositive fosse interdetto l'accesso negli Stati Uniti d'America.

Però so fin troppo bene, come tutti voi, che da quelle parti è ancora in vigore la pena di morte, e pur non essendo affatto un antiamericano militante la notizia appena appresa mi sollecita ancora una volta una riflessione angosciosa: vi pare possibile che un paese nel quale fino all'anno scorso trovava posto una discriminazione indecente come quella del titolo, e in cui vige tuttora (ed è applicata con sistematica ferocia) la brutalità medievale delle esecuzioni capitali, venga additato da tutti come il più fulgido esempio di democrazia rintracciabile sulla piazza?

Sull'argomento non sono, come ripeto, un integralista: lungi da me, quindi, voler paragonare una nazione nella quale lo stato di diritto, specialmente in alcune sue manifestazioni, funziona assai meglio che in altri posti, con realtà drammatiche nelle quali i diritti umani latitano, o addirittura non esistono.

Però consentitemi, in attesa di conoscere la vostra opinione, di dire la mia con pacata fermezza: la democrazia americana ne deve fare, di strada, prima di ambire a un minimo paragone con gli europei.

Un minimo di decenza, per favore

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Cerchiamo di essere chiari una volta per tutte: la Chiesa Cattolica, con ogni evidenza, non combatte l'AIDS, ma al contrario ne favorisce la diffusione continuando ad opporsi all'uso del preservativo.

In una situazione del genere sarebbe lecito aspettarsi perlomeno che quelli della Santa Sede mantenessero una posizione defilata, evitando di affrontare l'argomento e limitandosi a controbattere le solite scuse poco convincenti (virtù, castità, sesso esclusivamente all'interno del matrimonio) quando qualcuno solleva la questione e li chiama in causa.

Invece no: i nostri amici del Vaticano non solo si guardano bene dal tacere, ma addirittura rilanciano, rivendicando la paternità di una battaglia che li vede sì protagonisti, ma sul fronte diametralmente opposto.

Converrete con me che ci vuole una bella faccia tosta.

Non date retta, mettetevelo

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La Health Consumer Powerhouse ha presentato a Bruxelles i risultati dello studio "Euro Hiv Index 2009": com'era prevedibile, sui 29 paesi europei presi in esame l'Italia è riuscita nella straordinaria impresa di classificarsi al 27° posto, lasciandosi alle spalle solo la Grecia e la Romania.

Consultando le tabelle pubblicate è possibile verificare che l'area nella quale siamo più carenti è quella della prevenzione, con una menzione particolare per l'informazione sessuale nelle scuole, che viene classificata senza mezzi termini come scadente (la dicitura esatta è "not so good", ma stante il fatto che al di sotto di quella non ce ne sono altre, l'interpretazione mi pare obbligata).

Ora saranno contenti, i catechisti o aspiranti tali che si stracciano le vesti dalla mattina alla sera per evitare che nelle scuole si parli di sesso o si distribuiscano preservativi: quando tutti capiranno che costoro non si preoccupano affatto di preservare la loro sessualità, ma li prendono allegramente per il culo, sarà sempre troppo tardi.

Per conto mio, non posso che invitare tutti i ragazzi che dovessero passare da queste parti a strafottersene, di quegli anatemi ridicoli: date retta, mettetevi il preservativo, e lasciateli blaterare le loro idiozie.

Se l'AIDS li appassiona tanto, se lo prendano loro.

Santi virus

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Il papa: Neocolonialismo virus per l’Africa.

E manco per quello sognatevi di usare il preservativo, neh.

Galatea

Stroncatura esclusiva

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Il Santo Padre, precisa l'articolo, si riferisce ai kamikaze islamici.

Se tanto mi dà tanto, tuttavia, sarebbe interessante chiedere al nostro amico come giudica quelli che proibiscono agli africani di usare il preservativo, consegnandoli al contagio dell'AIDS, che fanno fuoco e fiamme per impedire che le giovani vengano vaccinate contro il virus dell'HPV, regalando loro un simpatico cancro all'utero, che si stracciano le vesti contro la diagnosi preimpianto, facendo in modo che vengano alla luce individui destinati a crepare tra atroci sofferenze (loro e dei loro genitori) nel giro di pochi giorni.
Si vede che Benedetto XVI, in simili fattispecie, non riscontra la presenza di vite spezzate, o che secondo lui i negri, le donne e i malati debbono considerarsi responsabili di chissà quale colpa.
Oppure, più probabilmente, che a suo modo di vedere il privilegio di stroncare vite innocenti spetta solo ad alcune confessioni piuttosto che ad altre.
A voi la scelta.

Bugie infettive

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Dite la verità, amici miei: vi siete meravigliati, indignati, scandalizzati, leggendo che secondo il Papa i preservativi sarebbero inutili per combattere il virus dell'AIDS? Ebbene, con questo post vi offro un'irripetibile occasione per ricredervi; la posizione di Ratzinger, infatti, non è niente se paragonata a quella del suo Arcivescovo a Maputo in Mozambico, Francesco Chimoio:

I preservativi non sono sicuri perché so che ci sono due nazioni in Europa che stanno producendo di proposito profilattici che contengono il virus dell'AIDS. Vogliono farla finita con gli africani, questo è il programma.
Mentre segnalo che quasi il 20% degli abitanti del Mozambico hanno già contratto il virus, e che circa 500 nuove persone vengono infettate ogni giorno, l'occasione mi è gradita per chiedere gentilmente alla Santa Sede cosa si debba fare, per essere scomunicati. Perché ammazzare qualche centinaio di migliaia di persone dicendo bugie, evidentemente, non basta. Buona Pasqua.

Se non ci penso io a proteggervi...

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Condom 4 pope
Coerentemente con l'impegno preso aderendo all'iniziativa "Let's send a condom to pope Ratzinger", ecco il mio contributo appena spedito insieme ad altri centinaia di migliaia provenienti da tutto il mondo... Considerando poi la recente notizia secondo la quale la chiesa cattolica americana, nei due anni precedenti, ha dovuto sborsare quasi un miliardo di dollari per abusi sessuali perlopiù su minori... beh, consideratela una donazione... Ops, non ricordo più se l'ho forato o meno prima di mandarlo... che testa!

La lunga mano del profilattico...

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Mi rendo conto che possa apparire stucchevole tornare per l'ennesima volta sull'argomento, tuttavia, davvero Famiglia Cristiana vorrebbe darci ad intendere che (cit.)"Intellettuali e politici di tutto il mondo hanno gridato allo scandalo, hanno dato del 'leggermente folle' al Papa, perché ha osato mettere in dubbio che il profilattico sia la soluzione di tutti i mali" siano mossi da più o meno velate sollecitazioni delle multinazionali del condom piuttosto che da semplice buon senso?

Andare oltre la follia della chiesa

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Raffaele K. Salinari, Presidente di Terres des Hommes International, su manifesto di oggi fornisce una chiave di lettura inedita della politica papale sull'AIDS. Le "antistoriche e pericolose posizioni papali" non rappresentano (solo) il colpo di coda di un'istituzione politica ai minimi storici della sua credibilità, ma tendono ad inscriversi in un più vasto progetto neo-coloniale che ha come oggetto il continente africano, concepito come "dispenser" di materie prime e discarica globale degli avanzi dei cosiddetti Paesi sviluppati. Si tratta di quella che Salinari definisce la "biopolitica" occidentale, basato sull'idea che l'Africa possa essere "ricolonizzata" o rievangelizzata dall'occidente tra una decina di anni senza colpo ferire". All'occidente (e alla Cina) fa molto comodo una politica che permetta al morbo dilagante di distruggere le sue risorse, per poterlo sfruttare meglio, senza sforzo né tensioni. "Un'attenta disattenzione": con questo ossimoro Salinari definisce l'atteggiamento dell'occidente nei confronti del genocidio africano .

"La volontà vaticana di disarticolare una strategia complessiva di lotta all'AIDS rientra in questa necessità di controllo di un continente esposto alla povertà per essere poi 'aiutato' dagli apparati burocratici delle organizzazioni internazionali o sostenuto nella sua nobile sofferenza dalla pietà delle confessioni religiose".
Le parole del papa si prestano benissimo, infine, a fornire una giustificazione "morale" all'abbandono delle politiche di cooperazione, già nei fatti, in particolare per quanto riguarda l'Italia.

L'Europa critica le parole del papa... e l'Italia?

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Proviamo a partire dal fondo e vediamo subito la risposta del Vaticano alle critiche cadute copiose - tranne la solita eccezione che vedremo dopo - da tutto il mondo:

Padre Lombardi, portavoce della Santa Sede: «Il Papa ha ribadito le posizioni della Chiesa cattolica e le linee essenziali del suo impegno nel combattere il terribile flagello dell’Aids: primo, con l’educazione alla responsabilità delle persone nell’uso della sessualità e con il riaffermare il ruolo essenziale del matrimonio e della famiglia; due, con la ricerca e l’applicazione delle cure efficaci dell’Aids e nel metterle a disposizione del più ampio numero di malati attraverso molte iniziative e istituzioni sanitarie; tre, con l’assistenza umana e spirituale dei malati di Aids come di tutti i sofferenti, che da sempre sono nel cuore della Chiesa»
Dichiarazione, che oltre a superare di varie lunghezze la "semplice" irresponsabilità, lascia il posto a maliziosi, se volete, quanto legittimi dubbi riguardanti il ruolo imprenditoriale della chiesa che da perfetta impresa sembra crearsi in un sol colpo sia l'offerta che la domanda. Ciò detto - parere del tutto personale - passiamo a vedere una piccola parte delle dichiarazioni piovute in risposta al delirio di Benedetto XVI:
«Profondamente indignato» si è detto il Direttore esecutivo del Fondo mondiale della lotta all’Aids, alla tubercolosi e alla malaria, Michel Kazatchkine, che ha chiesto «al Papa di ritirare le sue dichiarazioni inaccettabili», perchè rappresentano «una negazione della pandemia». «E dire queste cose in un continente come l’Africa dove, sfortunatamente, il 70% delle persone sono affette dall’Aids, è assolutamente incredibile», ha aggiunto.
Da Ginevra, l’agenzia delle Nazioni Unite per la lotta all’Aids (Unaids) ha sottolineato come l’uso dei preservativi rappresenti una risposta importante per la strategia di prevenzione contro l’Aids, accanto all’educazione sul virus dell’Hiv, alla fedeltà al partner e ad altre misure.
Ricordando «l’enorme influenza» del Pontefice nel mondo, la britannica Oxfam si è detta preoccupata per le ripercussioni delle sue parole «sia direttamente sui singoli, che potrebbero rinunciare a utilizzare il preservativo, sia sui programmi sanitari che dovrebbero fornirli».
«Siamo molto arrabbiati - ha tuonato l’ong francese Médecins du Monde - perché sono anni di lavoro rimessi in discussione». Per ActionAid, «25 anni di ricerca scientifica dimostrano che i preservativi salvano vite. Il Papa dovrebbe riconoscere questo fatto, invece di impedire alle persone di vivere dignitosamente di fronte alla minaccia dell’Hiv e dell’Aids».
«La gente non seguirà quanto ha detto il Papa», ha detto Alain Fogué del Movimento camerunese per chiedere l’accesso alle cure (Mocpat). «Lui vive in cielo e noi sulla terra - ha ironizzato - il Papa vive nel XXI secolo?». «Nonostante le posizioni del Papa sul preservativo, il loro utilizzo è in aumento in Malawi - ha fatto sapere una coalizione di associazioni del paese dell’Africa australe - senza i preservativi, il Malawi morirebbe». Prendono le distanze dal Papa anche alcune organizzazioni cattoliche, che hanno espresso disagio per le sue dichiarazioni.
«Il Papa vuole dire che l’uso del preservativo può ’deresponsabilizzarè quanti lo utilizzano - ha spiegato il quotidiano cattolico francese La Croix - ma per non aggiungere male al male appare necessario proteggersi e proteggere l’altro».
netta la posizione dell’ong sudafricana Cattolici per scelta, che ha affermato che «i cattolici del mondo non sono d’accordo con il divieto del Vaticano sui preservativi.» «Durante il suo viaggio in Africa, il Papa vedrà la realtà della pandemia - ha aggiunto - preghiamo e speriamo che cambi posizione e adotti quella che i cattolici ordinari hanno già preso in considerazione: utilizzare preservativi salva vita»
Il preservativo «è uno degli elementi essenziali nella lotta contro l’Aids e la Commissione Ue ne sostiene la diffusione e l’uso corretto»: sostiene il portavoce del commissario Ue agli aiuti umanitari Louis Michel
Da Bruxelles, il ministro della Sanità belga, Laurette Onkelinx, ha manifestato «stupore» e «costernazione» per le parole del Papa: «Queste dichiarazioni riflettono una visione dottrinaria pericolosa»
Berlino, i ministri della Salute, Ulla Schmidt, e della Cooperazione economica e dello sviluppo, Heidemarie Wieczorek-Zeul, hanno emesso un comunicato congiunto in cui affermano che «i preservativi giocano un ruolo decisivo» nella lotta all’Aids.
Da Parigi, il portavoce del ministero degli Esteri, Eric Chevallier, ha espresso «viva preoccupazione per le conseguenze delle dichiarazioni di Benedetto XVI», precisando che «se non ci spetta esprimere un giudizio sulla dottrina della Chiesa, riteniamo che tali dichiarazioni mettano in pericolo le politiche sanitarie pubbliche e gli imperativi di tutela della vita umana».
E da noi, vi chiederete, qual'è stata la reazione o la posizione del governo italiano? Questa...
Da parte sua, il ministro degli Esteri Franco Frattini ai giornalisti che gli chiedevano un parere, oggi in Senato, ha risposto «Non commento le parole del Papa».
Poi, sapendo benissimo dove sia il Vaticano, è corso a farsi dire dove esattamente si trovi l'Africa...

Indecenza pontificia

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La mia unica soddisfazione è che il suo dio, ammesso che esista, un giorno lo chiamerà a rispondere di simili nefandezze. E' un po' pochino, ne converrete, a fronte di qualche milione di morti. Ma per ora, purtroppo, non c'è altro.

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