Abbiamo votato contro per due motivi. Primo, perché quest’amnistia nasce da uno stato di necessità e noi non ci sentiamo corresponsabili di questo stato di necessità che si è determinato, perché siamo stati gli unici ad indicare una linea di politica alternativa nel campo della giustizia e del diritto. In secondo luogo, riteniamo l’amnistia insufficiente anche a risolvere questo stato di necessità. In fondo, questa volta l’amnistia è stata presentata senza ipocrisie: si è detto che le carceri erano troppo affollate e l’arretrato giudiziario si è enormemente accumulato, per cui era necessario sfollare le carceri ed eliminare un notevole numero di procedimenti giudiziari. Noi consideriamo restrittiva questa impostazione, perché nel 1978 noi abbiamo un’altra amnistia e abbiamo avuto liberati 6-7.000 detenuti ed abbiamo avuto un decongestionamento che non è durato più di un anno. Un anno dopo l’affollamento era tornato ai livelli precedenti alla concessione dell’amnistia. Ma il vero motivo per cui siamo contrari è perché l’amnistia non corregge le cause che determinano l’affollamento delle carceri... Noi chiediamo la depenalizzazione di alcuni reati, l’abolizione della carcerazione in attesa di giudizio, la riforma degli agenti di custodia, l’attuazione piena della riforma carceraria, la riforma del codice di procedura penale, investimenti per il potenziamento delle strutture carcerarie e via di seguito.Sembra l'intervento di un certo Capriccioli all'ultimo Comitato Nazionale di Radicali Italiani, quell'intervento per cui allo stesso Capriccioli viene rimproverato di non aver capito un cazzo di quanto il partito sta cercando di compiere sul fronte della giustizia attraverso la battaglia dell'amnistia.
Invece, come fa notare Malvino -che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo-, trattasi di un intervento di Gianfranco Spadaccia risalente nientepopodimeno che al 1981.
Da allora, per quanto ne so, non è cambiato nulla: se non che trent'anni fa alcuni dei problemi che oggi aggravano la situazione emergenziale della giustizia non esistevano -si pensi all'immigrazione clandestina- e che la questione delle depenalizzazioni è ancora più urgente in virtù dell'introduzione di leggi iperproibizioniste come la Fini-Giovanardi; il che dovrebbe rafforzare le considerazioni del 1981 anziché sminuirle.
A meno che, com'è pure possibile, non si concluda allora Spadaccia -e con lui i radicali che votarono contro l'amnistia- ci avesse capito poco o niente come Capriccioli di questi tempi.