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Gogna antiabortista

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In un paesino siciliano di quattromila anime c'è una donna che abortisce, e sapete cosa fa l'arciprete? Suona le campane a morto, ovviamente: tanto per confortarla, starle vicino e metterla a suo agio.
Siccome l'iniziativa (al prete) piace assai (vuoi mettere, la soddisfazione di esporre alla berlina una povera disgraziata davanti a tutto il paese?), si ripromette (sempre il prete) di ripeterla ogni volta che verrà a conoscenza di una nuova interruzione di gravidanza: alla faccia del diritto alla privacy delle interessate e di ogni umana solidarietà nei loro confronti.
Una gogna in piena regola, insomma, che in centri così piccoli è tanto più efficace in quanto tutti si conoscono, e le notizie fanno presto a volare veloci di bocca in bocca, come direbbe la buonanima di Fabrizio De André.
Non fatevi illusioni, gente, questo è solo l'inizio: andando avanti di questo passo c'è da aspettarsi davvero di tutto.

Il carcere eventualmente, la gogna mai

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Io non lo so, se Alberto Stasi sia colpevole o innocente: e in genere non sono nemmeno uno di quelli che in queste vicende sente il bisogno di schierarsi dalla parte dei colpevolisti o da quella degli innocentisti.

Ma supponete che alla fine della fiera venga dimostrato, come mi pare sia possibile, che Alberto Stasi non abbia ammazzato la fidanzata: ecco, a voi pare giusto che nel frattempo la sua faccia sia stata sbattuta per tutto questo tempo sulle prime pagine dei giornali?

Vi pare decente, dico, che tutti conoscano per filo e per segno le sue faccende private, le sue abitudini, ivi comprese quelle che riguardano la sfera sessuale (guardava film porno, Alberto Stasi, e adesso lo sanno tutti, e qualcuno si indigna come se fosse stato l'unico in Italia, e intanto YouPorn ha qualche milione di accessi al giorno) e che per qualunque altro cittadino restano giustamente confinate per tutta la vita nella sfera intima?

Semplificando, mi augurerei che Stasi sia colpevole: così, almeno, non si sarebbe procurato un danno tanto grave a un tizio che non ha fatto niente di male.

Se mettiamo da parte le semplificazioni, però (e a volte è importante, sapete, essere capaci di metterle via), debbo confessarvi che anche in quel caso mi sentirei parecchio a disagio.

In un paese civile la pena per l'omicidio è il carcere, non la gogna.

Temo che da queste parti si tenda a dimenticarlo un po' troppo spesso.

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