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sTATO DI dIRITTO

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Nella solita e reiterata arroganza di un civile e democratico "stato di diritto", l'unico mezzo per diffondere la verità e azionare le menti è la memoria storica.
Se questo paese avesse un briciolo di memoria storica certe cose non potrebbero continuare a succedere. In uno "stato di diritto" non ti dicono che Cucchi era un tossico. In uno "stato di diritto" non ti dicono che è stato uno sparo deviato. In uno "stato di diritto" non ti dicono che Aldrovandi era troppo ubriaco. In uno "stato di diritto" non ti dicono che Spoletini è inciampato, che Giuliani tirava una bomba, che Paolo Di Brescia era troppo agitato, che Rasman... che Bianzino... avanti il prossimo, che potrebbe essere ognuno di noi in questo "stato di diritto".
Un anno fa moriva Stefano Cucchi; in questi giorni leggo di un dolore che continua ad essere calpestato e umiliato da chi strumentalizza la lotta disperata per la ricerca di verità e giustizia di un fratello, di un figlio; è repressione, violenta, di corpi prima, di ciò che lasciano dopo.
La famiglia Aldrovandi riceve due milioni di euro come risarcimento, in cambio lo stato chiede alla famiglia di non costituirsi parte civile nei procedimenti ancora aperti: quanto vale la vita di un figlio?
Non ho una risposta, non ho una risposta a una domanda che mai avremmo dovuto porci.
La sentenza di primo grado condanna Luigi Spaccarotella a sei anni di carcere per omicidio colposo: ha allargato le gambe, ha sparato a braccia distese, ha mirato verso l'auto in cui viaggiava Gabriele e ha fatto fuoco; da li a poco Gabriele moriva, sotto gli occhi inermi e disperati dei suoi amici, di un mio amico che gli era seduto accanto; il sangue di Gabriele schizzatogli addosso dopo lo sparo è ancora sul suo corpo, lo vede tutte le volte che si guarda allo specchio, lo sente, tutte le volte che si tocca.
Non è per vendetta, è per giustizia, G I U S T I Z I A, che senso ha la parola giustizia nel nostro "stato di diritto"? Che valore ha? Ne ha? Come fa ad averne mentre i pastori vengono caricati e manganellati in sardegna, gli studenti a Milano, gli aquilani a Roma?
A Terzigno gente perbene che protesta per difendere la propria salute, il proprio territorio, il futuro dei propri figli è assediata e caricata; è la verità che si manifesta con ferocia, è la violenza la modalità per controllare il dissenso, violenza che non risparmia nessuno, cieca e incontrollata contro tutti, contro una donna incinta, anche, e giornalisti.
Ho paura di chi indossa una divisa e rappresenta lo "stato", l'istituzione. Ho paura di questo "stato", di queste istituzioni.
Agenti hanno ucciso, altri continuano a farlo e questo "stato di diritto" glielo consente con una sconcertante impunità; violenza incontrollata da chi la aziona ma controllata, decisa, stabilita, ordinata.

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