Stefano Zanero per Metilparaben.
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Vorrei approfittare per qualche istante dell'ospitalità di Metilparaben per ricordare (ad uso di amici giornalisti, leghisti, ed altri zucconi misti) un piccolo dettaglio.
I Rom, o Roma, sono un gruppo etnico di antica origine che parla una propria lingua (romanes/romani), e che in italiano sono spesso indicati anche come "zingari" o "gitani". Per essere precisi, i Rom sono uno dei gruppi che parla questa lingua, il più numeroso.
I Rom non c'entrano una beata mazza con i rumeni: ci sono Rom che abitano in Italia, in Romania e in (quasi) qualsiasi altra nazione europea. In Italia ne abitano circa 140mila, la metà dei quali è di nazionalità italiana.
Non so voi, ma io ricordo di avere accolto alle elementari (parliamo del 1985-1986: non era ancora caduto il muro di Berlino e la Romania era ben lontana dall'ingresso nella UE) dei ragazzi Rom che nelle loro peregrinazioni "passavano" dal mio paesello. Ogni anno si presentavano per un mesetto e poi scomparivano. Ed erano indubitabilmente italiani. Nomadi, ma sempre italiani.
Per cui, quando sentite qualche politico appena un filo più ignorante della media (e ce ne vuole) applaudire ai "rimpatri" di Sarkozy, potete farvi alcune domande:
- cosa si risolve rimpatriando un centinaio di persone, specie in un paese Europeo, da cui non ci separa esattamente una cortina di ferro?
- questi deportati (se non vi piace la parola "deportato" fatevi una ragione del fatto che tecnicamente si tratta della parola esatta) con che criterio sono stati scelti?
- e soprattutto, ammesso e non concesso che la "deportazione" sia proprio la soluzione migliore, i Rom di nazionalità italiana, o francese, o comunque non rumena, dove li deportiamo, di grazia?