Fabrizio Cicchitto sull'aggressione a Daniele Capezzone:
Il noto network dell'odio sta producendo effetti nefasti sempre più visibili.
Ora, detto che a mio modo di vedere chi dà un cazzotto a un altro è un delinquente, e come tale andrebbe perseguito, vi inviterei a soffermarvi sulla terminologia utilizzata dal capogruppo del PDL alla Camera.
Ammesso e non concesso (secondo me, ad esempio, le cose non stanno così, ma passiamo oltre) che un certo numero di persone si stia scientificamente dedicando a seminare, coltivare e far crescere l'odio nel nostro paese allo scopo di scatenare eventi come quello di ieri, la lingua italiana ci consentirebbe di chiamarlo in molti modi: un gruppo, una cerchia, una cricca, una banda, un'organizzazione, perfino un'associazione per delinquere.
Sta di fatto, però, che per individuare quelle fantomatiche persone Cicchitto sceglie un termine straniero come "network", e io credo che non lo faccia a caso: ormai sembra essere assai in voga l'abitudine di addebitare qualsiasi nefandezza che abbia luogo sul suolo della repubblica a Facebook, ai forum, ai blog e a internet in generale, tanto per dare un colpetto alla libertà di informazione, specie se proveniente "dal basso", ogni volta che se ne presenta l'opportunità; e la deprecabile vicenda di ieri non è che l'ennesima, ghiotta occasione di evocare quel mondo in senso negativo, sia pure in modo subliminale, utilizzando all'uopo una parola ad hoc.
Sappiate aspettare, e vedrete che alla fine anche l'aggressione a Daniele Capezzone (aggressione che, lo ripeto a scanso di equivoci, condanno senza riserve) sarà alla fine della fiera colpa nostra: e che, dai e dai, le parole "network", "web", "blog" e chi più ne ha più ne metta finiranno per diventare sinonimi di "mafia", "banda armata", "eversione violenta", "squadrismo".
E' solo questione di tempo.