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Cittadini uguali agli altri

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Fabrizio Cicchitto, 26 luglio 2011:

Nel merito noi non abbiamo nessun atteggiamento omofobo e la nostra posizione di fondo è quella di considerare i gay come dei cittadini uguali agli altri e proprio per questo contestiamo ogni trattamento giuridico specifico e differenziato che come tale ammetterebbe e accentuerebbe una diversità, sostanzialmente incostituzionale.
Fabrizio Cicchitto, 8 marzo 2011:
Ci auguriamo vivamente che domani al Senato sul Disegno di legge sulle quote rosa si trovi una soluzione positiva, così come del resto sostenuto da autorevoli senatrici che hanno dato un contributo molto significativo.
Ne consegue, volendo seguire il ragionamento di Chicchitto, che le donne non sono dei cittadini uguali agli altri?

Liberticidio di casta

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Mi rendo conto che la cosa potrà apparire un tantino impopolare, ma in linea di principio -e quindi al di là del merito specifico della questione- l'idea che il cambiamento dei rapporti di forza all'interno di una maggioranza -qualsiasi essa sia- possa giocarsi sulla decisione di arrestare o non arrestare una persona -di qualunque persona si tratti- non mi piace per niente.
Ciò premesso, mi permetterei di ricordare a Fabrizio Cicchitto, che ieri ha qualificato la decisione della Camera su Alfonso Papa come "un voto liberticida", che i deputati del partito a cui appartiene hanno appena approvato una legge sul testamento biologico che sottrae ogni libertà ad un numero incalcolabile di malati attuali e futuri.
Dobbiamo desumerne che il liberticidio, ammesso e non concesso che sia tale, merita di essere denunciato solo se riguarda un parlamentare?

Anche Salvemini è entrato nel mucchio

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Siccome Fabrizio Cicchitto ha avuto l'alzata d'ingegno di citare Gaetano Salvemini per difendere e valorizzare le posizioni della Lega Nord sul federalismo, mi farebbe piacerebbe sapere come mai non abbia fatto altrettanto mentre in Parlamento si gridava all'omicidio di Eluana Englaro, magari ricordando a tutti questo passaggio:

Il clericale domanda la libertà per sé in nome del principio liberale, salvo a sopprimerla negli altri, non appena gli sia possibile, in nome del principio clericale.
oppure per quale motivo gli sia sfuggito, quando Berlusconi blaterava sull'inutilità del Parlamento, quest'altro pensiero:
Sopprimiamo la discussione, e non ci resterà che la scomunica (in mancanza del rogo), o il manganello, o il colpo alla nuca.
o ancora perché non gli sia venuto in mente, mentre infuriavano le polemica sulle infiltrazioni della camorra al Nord, questo monito:
I moderati del Nord hanno bisogno dei camorristi del Sud per opprimere i partiti democratici del Nord, i camorristi del Sud hanno bisogno dei moderati del Nord per opprimere le plebi del Sud.
Non è che pure Salvemini è entrato a pieno titolo nel grande mucchio delle cose di cui ci si ricorda solo quando fa comodo?

Ti pareva che non era colpa di un "network"?

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Fabrizio Cicchitto sull'aggressione a Daniele Capezzone:

Il noto network dell'odio sta producendo effetti nefasti sempre più visibili.
Ora, detto che a mio modo di vedere chi dà un cazzotto a un altro è un delinquente, e come tale andrebbe perseguito, vi inviterei a soffermarvi sulla terminologia utilizzata dal capogruppo del PDL alla Camera.
Ammesso e non concesso (secondo me, ad esempio, le cose non stanno così, ma passiamo oltre) che un certo numero di persone si stia scientificamente dedicando a seminare, coltivare e far crescere l'odio nel nostro paese allo scopo di scatenare eventi come quello di ieri, la lingua italiana ci consentirebbe di chiamarlo in molti modi: un gruppo, una cerchia, una cricca, una banda, un'organizzazione, perfino un'associazione per delinquere.
Sta di fatto, però, che per individuare quelle fantomatiche persone Cicchitto sceglie un termine straniero come "network", e io credo che non lo faccia a caso: ormai sembra essere assai in voga l'abitudine di addebitare qualsiasi nefandezza che abbia luogo sul suolo della repubblica a Facebook, ai forum, ai blog e a internet in generale, tanto per dare un colpetto alla libertà di informazione, specie se proveniente "dal basso", ogni volta che se ne presenta l'opportunità; e la deprecabile vicenda di ieri non è che l'ennesima, ghiotta occasione di evocare quel mondo in senso negativo, sia pure in modo subliminale, utilizzando all'uopo una parola ad hoc.
Sappiate aspettare, e vedrete che alla fine anche l'aggressione a Daniele Capezzone (aggressione che, lo ripeto a scanso di equivoci, condanno senza riserve) sarà alla fine della fiera colpa nostra: e che, dai e dai, le parole "network", "web", "blog" e chi più ne ha più ne metta finiranno per diventare sinonimi di "mafia", "banda armata", "eversione violenta", "squadrismo".
E' solo questione di tempo.

Sono esseri umani, non rifiuti

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Fabrizio Cicchitto, capogruppo del PDL alla Camera:

Abbiamo un interlocutore che è Gheddafi, che presenta caratteristiche singolari, ma con il quale dobbiamo fare i conti. Può scaricarci migliaia e migliaia di immigrati sulle nostre coste.
Vi prego di leggere con attenzione: "Può scaricarci migliaia e migliaia di immigrati".
Sapete cosa? Questo modo di descrivere degli esseri umani come se fossero rifiuti, immondizia, merda, mi terrorizza.
E mi fa ridere -amaramente- il fatto che a parlare in questo modo sia uno di quelli che dice di volersi ispirare ai principi del cristianesimo, mentre ad avere il voltastomaco sia un ateo come me.
Ricordatevene, la prossima volta che sentirete invocare il valore supremo ed inviolabile della vita umana.

E' una questione di location?

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Fabrizio Cicchitto, capogruppo del PdL alla Camera, sulla "lista di Anemone":

Siamo in una situazione per un verso paradossale per un altro verso gravissima: prima vengono offerti in pasto elenchi di nomi poi, chissà quando, verranno fatte le indagini.
Sta di fatto, però, che quando i giudici provano a portare avanti quelle indagini c'è chi si rifiuta perfino di presentarsi per rispondere alle loro domande.
Insomma, sui giornali no, ma nemmeno in tribunale.
Che ne dite se provassimo ad occuparcene, che so io, in piscina?

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