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Tu chiamale se vuoi tentazioni

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Leggendo le esternazioni del cardinal Bagnasco su Berlusconi Sandro Bondi si è improvvisamente accorto che la chiesa dovrebbe offrire una guida lontana da ogni "tentazione politicista".
Peccato, però, che fino al giorno prima se ne fosse sistematicamente dimenticato: a partire dal 2005, quando i vescovi misero in piedi una vera e propria campagna per l'astensione nei referendum sulla fecondazione assistita, e poi negli anni successivi, durante i quali la chiesa ha partecipato attivamente al dibattito politico sul testamento biologico, sulle coppie di fatto, sul matrimonio gay, sulla contraccezione d'emergenza, sulla pillola abortiva, sull'eutanasia, sulla ricerca scientifica, sulle staminali embrionali e via discorrendo.
Bisogna ritenere che Bondi abbia cambiato idea anche a proposito di quegli interventi, e che quindi sia disposto a riconsiderare i temi a cui si riferivano in senso più liberale? Oppure, come credo, le "tentazioni politiciste" dei vescovi sono censurabili solo se si riferiscono al suo capo, mentre rimangono tollerabili, se non addirittura gradite, in tutti gli altri casi?
Sapete com'è, sarebbe il caso di saperlo: tanto per capire fino a che punto i cattolici che votano il PdL sono disponibili a far finta di niente.

Gli ultimi sussulti dal baratro

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Bondi dice che la "ragione di vita" del PdL "si identifica con la difesa dei principi di libertà sui quali si fonda la democrazia" (tipo la libertà di disporre del proprio corpo stilando un testamento biologico, tanto per dirne una: cioè la stessa libertà che il PdL sta cercando in tutti i modi di negare); Giovanardi aggiunge che "non siamo in un paese normale" (ed in effetti un paese nel quale un ragazzo viene messo in carcere per qualche spinello, come avviene grazie alla legge voluta da lui, non è normale per niente); la Brambilla si spinge a sottolineare che "le donne italiane hanno fatto tanta strada, hanno ottenuto il divorzio, la legge 194, la legge sulla procreazione assistita fino ad arrivare alla legge sullo stalking" (trascurando il piccolo particolare che la legge italiana la proibisce, la procreazione assistita, e quindi il richiamo della ministra, più che di una conquista, ha tutta l'aria di una presa per i fondelli).
Sono gli ultimi sussulti di una maggioranza in caduta libera, che continua a comunicare come per inerzia, automaticamente, senza manco fermarsi a riflettere più di tanto su quello che dice.
Non avessero portato il paese nel baratro, farebbero perfino tenerezza.

Invece Bondi

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Secondo Sandro Bondi la sconfitta di Fini e del PD nel voto di fiducia di ieri rappresenta la disfatta dei politici di professione.
Invece lui (segretario della Lunigiana per la Federazione Giovanile Comunista Italiana negli anni '70, sindaco comunista di Fivizzano nel 1990, direttore del dipartimento beni culturali del Centro studi di Forza Italia nel 1994, segretario particolare di Berlusconi negli anni successivi, deputato di Forza Italia nel 2001, portavoce di Forza Italia nel 2002, coordinatore di Forza Italia nel 2005, deputato della Casa delle Libertà nel 2006, coordinatore nazionale del Popolo della Libertà nel 2008, senatore del Popolo della Libertà nel 2008, Ministro per i Beni e le Attività Culturali nel 2008) chissà che cazzo è.

Ecco, ora sì che siamo alla frutta

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Bossi ha nuovamente testimoniato di essere non solo un leader politico autorevole ma anche un galantuomo raro nella vita politica italiana.
(Sandro Bondi, 30 settembre 2010)

Già che ci siete, abrogate pure questo

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Sandro Bondi:

In un partito si può esprimere liberamente e senza alcuna censura il proprio pensiero, salvo rispettare nel voto le decisioni assunte democraticamente negli organismi dirigenti.
Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 67:
Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.

Che se ne sia accorto anche lui?

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Qua.
Grazie a Luca per la segnalazione.

Che vuoi di più dalla vita?

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Elio Germano dopo la vittoria a Cannes:

No, Bondi non si è fatto vivo. Nessun messaggio, nessun augurio.
Certa gente ha tutte le fortune.

A proposito di frasi infelici

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Roma, 25 feb. (Adnkronos) - "Possibile che non ci sia nessuno fra i partiti della sinistra o fra i rappresentanti della residua classe dirigente di questo Paese (imprenditoriale, culturale, accademica e politica) che non abbia la coscienza dell'incivilta' e dell'effetto catastrofico sul tessuto portante dell'Italia di continue, ripetute, sistematiche e martellanti trascrizioni sui quotidiani di verbali delle indagini giudiziarie e di intercettazioni? Di questo passo il risultato sara' un cumulo di macerie. Ma alla fine sara' troppo tardi per dolersene''. Lo dice il ministro della Cultura e coordinatore del Pdl Sandro Bondi.

Rapina retorica

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In estrema sintesi, la novità è questa: siccome nei cellulari, nei decoder, nei computer, nei lettori mp3, nelle chiavette usb e in ogni altro dispositivo che abbia una memoria è astrattamente possibile conservare una copia dei cd e dei film regolarmente acquistati, il ministro Bondi ha firmato un bel decreto con il quale la vendita di tutti quei beni dovrà scontare una nuova tassa da versare alla SIAE; il tutto, badate, indipendentemente dal fatto che quella musica, o quei film, gli acquirenti ce li mettano davvero.

Un po' come se per comprare un comodino da IKEA si dovesse versare una tassa alla RAI perché sul quel mobile, teoricamente, si potrà appoggiare una televisione, o se acquistando un'automobile si fosse obbligati a pagare una multa al comune di residenza, perché con quella macchina si potranno ipoteticamente commettere delle infrazioni stradali.

Ma c'è di più: evidentemente Sandro Bondi, che si diletta di poesia, deve avere una vera e propria passione per le figure retoriche, giacché ha inteso qualificare questo singolare balzello, che è evidentemente una iniqua rapina, con la locuzione di "equo compenso".

Questione di cultura, insomma: a noi incolti pare una grossolana presa per il culo, ma in realtà si tratta di un raffinato eufemismo.

Discriminazione Comunista

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Nonostante l’inno, gli spot e la campagna di raccolta firme pro Silvio lanciata via internet, il Nobel per la pace lo hanno dato ad Obama.

È la prova, laddove ce ne fosse bisogno, che l’Accademia di Stoccolma è un organo comunista.

Del resto, gli indizi parlavano chiaro. Sono anni che nemmeno prendono in considerazione di dare il Nobel per la letteratura a Sandro Bondi.

Galatea

MetilparaNobel /11

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E così, amici, abbiamo la prima finalista del nostro torneo: una sfolgorante Gabriella Carlucci demolisce anche Noemi Letizia e mette una pesantissima ipoteca sulla vittoria finale.

Dall'altra parte del tabellone, a tentare di contenderle il trionfo, i due semifinalisti che si affrontano quest'oggi: Sandro Bondi e Michela Vittoria Brambilla.
Decidere, come sempre, sta a voi: votate, votate, votate.
E già che ci siete iniziate a prepararvi per il gran finale.

MetilparaNobel /8

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Anche l'ultima testa di serie ha passato il turno: una disinvoltissima Michela Vittoria Brambilla ha stracciato il povero Fausto Raciti, completando la rosa dei magnifici otto che si contenderanno la fase finale.

Siccome le ferie incombono, e vorrei completare il gioco prima che tutti partano, da oggi vi farò votare due volte per ogni puntata: una vera e propria overdose, dalla quale spero che riuscirete a riemergere sani e salvi.
Gli scontri in programma quest'oggi completano la parte superiore del tabellone, e sono di livello assoluto: da un lato Luca Volontè (che al primo turno ha faticato moltissimo per liberarsi della Santanchè) contro Gabriella Carlucci (una delle più in forma); dall'altro Silvio Berlusconi (già, da adesso gli tocca competere come tutti gli altri) di fronte a Sandro Bondi, che per ironia della sorte è senz'altro il suo suo seguace più fedele.
Non vi dico altro: votate, votate, votate; due volte, mi raccomando.
E godetevela, ché qua siamo nell'Olimpo.

MetilparaNobel /5

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Quest'oggi, amici, debbo darvi conto di due risultati, anche se voi avete votato una volta sola: se da un lato, infatti, Noemi Letizia si è sbarazzata abbastanza agevolmente di Marcello Lippi, dall'altro Silvio Berlusconi, senza bisogno di consultarvi, ha prevalso su se stesso (ve l'avevo detto, no? Bisognerà pur dargli qualche vantaggio, a un uomo perseguitato dalla magistratura, dalla stampa estera e dai blogger).

Il confronto che vi propongo oggi, ne sono certo, susciterà qualche polemica: giacché immagino che se pochi di voi avranno da ridire sulla candidatura di Sandro Bondi (ormai, più che di un politico si tratta di un poeta, e più che di un poeta di un vero e proprio mistico, liturgicamente intento a celebrare il suo messia di Arcore e nel tempo libero impegnato a divorziare dopo essere andato al Family Day), qualcuno storcerà il naso riscontrando che a questo gioco ho deciso di far partecipare anche Debora Serracchiani.
Ebbene, gente, mi scuserete ma io la vedo così: se la nostra amica, ai tempi delle europee, avesse rilanciato rifiutando la candidatura, proprio perché riconducibile allo stesso metodo di cooptazione che lei stessa aveva aspramente criticato, mi sarei levato tanto di cappello; siccome, invece, mi pare che la Debora abbia afferato al volo l'opportunità verticisticamente offertale, cogliendo contestualmente l'occasione di sperticarsi in complimenti nei confronti di coloro che fino al giorno prima aveva pubblicamente infamato, ho personalmente concluso che -a mio modo di vedere- trattasi della tipica contestatrice di regime, come tale funzionale ad ogni oligarchia in quanto la legittima mimando una critica tutta guscio e priva di contenuto concreto.
Ciò detto, vi saluto col solito invito: votate, votate, votate!
Avete tempo fino alla mezzanotte di domenica.

Eccezioni

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Adesso non cominciamo, eh?

Il privato e il pubblico sono due cose ben distinte: per cui è legittimo, anzi sacrosanto, che uno esprima pubblicamente le proprie posizioni sui valori che devono regolare la collettività, e che invece nel privato sia libero di operare le sue scelte, quali che esse siano.
Insomma, nessuno, e sottolineo nessuno, deve essere giudicato.
A meno che non sia gay, naturalmente, ché quelli fanno schifo; o malato, magari uno di quei malati terminali che non ce la fanno più e scelgono la strada facile di farla finita; oppure una donna, specialmente se si è ficcata in testa di abortire, o prende la pillola, o mette la spirale e porcate simili.
Insomma, nessuno (ma proprio nessuno, eh) va giudicato, a meno che non sia un frocio, una lesbica, un malato o una mignotta.
Tranne quelle che la danno a noi (*).
----- (*) Nel registro utilizzato in questo post, evidentemente, "noi" sta per "loro".

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