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Indistinguibili

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La Corte ha adottato la scelta più giusta. Il crocifisso rappresenta un simbolo religioso che è presente nella radice storica e culturale dell'Italia e di molti altri Paesi. Non contrasta in nessun modo con la libertà di religione o di educazione.

Dalla Corte Europea una decisione di buonsenso, senza pregiudizi. Il Crocifisso è un simbolo della tradizione cristiana che non offende e non limita la libertà religiosa. Un simbolo delle radici della cultura e della civiltà non solo italiana ma europea.
Comunque la vediate sul crocifisso, sappiate una cosa: a volerla cercare col lanternino, l'unica differenza tra l'opinione di Vannino Chiti, vice presidente del senato del PD, e quella di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del PdL, è che il primo scrive la parola crocifisso con l'iniziale minuscola, mentre il secondo predilige la maiuscola.
Per il resto i due punti di vista sono assolutamente indistinguibili.
Mi pare una metafora assai istruttiva, e decisamente inquietante, di quello che succede in questo sventurato paese.

Federalismo confessionale

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Mentre suo padre minaccia le elezioni un giorno sì e l'altro pure, Renzo Bossi deposita un progetto di legge per piazzare un bel crocifisso in ogni sede della regione Lombardia.
Così dopo il federalismo fiscale abbiamo inaugurato anche quello confessionale.

Milly Carlucci batte laicità uno a zero

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Togliere i crocifissi dalle aule in nome della laicità è una bestemmia intollerabile che mina le radici cristiane dell'occidente.
Anticipare il Corpus Domini di un giorno perché c'è uno spettacolo di Milly Carlucci, invece, tutto sommato è ammissibile.
Ne consegue, a occhio e croce, che Milly Carlucci è più importante della laicità.
Auguri.

Stavolta nessuna rivolta

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Chissà se anche in questo caso, come l'altra volta, ci sarà una rivolta popolare contro il benefattore.
Qualcosa mi dice di no.

Chi ben comincia è a metà dell'opera

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REGIONI: LAZIO; PRIMO GIORNO RENATA, MESSA E BENEDIZIONE STANZA

(ANSA) - ROMA, 16 APR - E' iniziata con la messa nella cappella della Regione Lazio la prima giornata, dopo l'insediamento, di Renata Polverini. La neo governatrice ha partecipato alla cerimonia religiosa officiata da don Achim Schutz, che in seguito ha benedetto la stanza presidenziale.
Qui è stato posizionato il crocefisso, lo stesso che era al comitato elettorale della Polverini, ma sono comparsi anche diversi amuleti regalati dai cittadini alla presidente durante la campagna elettorale.
Tra gli impegni della giornata un incontro con i dipendenti della Regione, un pranzo in loro compagnia e la visita agli edifici che ospitano gli uffici regionali in Via del Giorgione e Via Capitan Bavastro. (ANSA).

Ordinanze usa e getta

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Come si fa a tappezzare di crocifissi gli uffici pubblici senza esporsi alla possibilità di un ricorso? Semplice: si firma una bella ordinanza che impone di appendere una croce in tutti i locali del comune (assicurandosi, naturalmente, che abbia una risonanza mediatica adeguata), si aspetta pazientemente che ogni anfratto sia ricoperto di croficissi, e infine si revoca l'ordinanza iniziale (ovviamente senza dirlo ad anima viva). Così, se qualcuno dovesse prendersi la briga di fare ricorso al TAR, si sentirebbe rispondere che l'ordinanza non esiste, e che quindi il ricorso è inammissibile.

Fantapolitica locale, dite? Invece no. La storiella che vi ho appena raccontato corrisponde esattamente all'alzata d'ingegno che ha avuto il sindaco di Mandas (CA) Umberto Oppus, il quale ha candidamente dichiarato di aver annullato il provvedimento da lui stesso emanato perché ormai non aveva più senso, visto che lo scopo era stato raggiunto.

Voi mi direte: e se qualcuno, ora che l'ordinanza non c'è più, dovesse iniziare a rimuovere i crocifissi? Nessun problema: il nostro amico farebbe un altro provvedimento imponendo di rimetterli al loro posto, salvo revocarlo di nuovo prima del ricorso e ricominciare tutto da capo.

Il sindaco Oppus, guarda caso, è un esponente dell'UDC: così, tanto per rispondere a chi insiste a parlare di radici cristiane dell'occidente e moralizzazione della politica.

Imposizione democratica

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Abbia pazienza, signor sindaco: ma se il crocifisso, come lei sostiene, è davvero il simbolo "della democrazia e della partecipazione", non trova un tantino fuori luogo doverlo imporre per legge?

Sarebbero questi, i massacratori della società civile?

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Chi accusa gli atei di essere una genìa di terroristi tarantolati, tutti intenti a realizzare sulla terra gli oscuri disegni del Maligno, farebbe bene a leggere attentamente questa lettera di Raffaele Carcano, Segretario dell'UAAR e, sia detto per inciso, persona che conosco, frequento e stimo.

Dite la verità: vi sembrano questi, gli individui che minano le fondamenta della società civile?

Onorevole Ministro Meloni,
le scrivo in qualità di segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, l’associazione di promozione sociale riconosciuta dal ministero che difende i diritti di quei dieci milioni circa di cittadini italiani che non si riconoscono in alcuna religione o altra credenza nel sovrannaturale.
Ho avuto modo di leggere con dispiacere alcune sue dichiarazioni sulla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. Avrebbe infatti consigliato a chi si «offende» per la presenza del simbolo cattolico «di prendere in considerazione l’idea di andare a vivere da qualche altra parte del mondo». Avrebbe altresì sostenuto di essere «stufa di vedere burocrati europei che stanno lì a sindacare se si possa appendere un crocifisso nelle scuole».
Onorevole ministro, nessuno di noi si offende per la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. Non sappiamo quanti cattolici si offenderebbero se trovassero, nelle aule scolastiche, il simbolo dell’UAAR, ma sappiamo che sia il simbolo cattolico, sia il nostro, in un’aula scolastica non ci devono stare. Perché sono entrambi simboli di parte, e dunque inevitabilmente incapaci di rappresentare tutti i cittadini italiani: cattolici, atei, agnostici, cristiani non cattolici e credenti non cristiani.
La presenza del crocifisso contrasta con il supremo principio costituzionale della laicità dello Stato. Costituisce inoltre un condizionamento particolarmente pesante nei confronti di minori: come recita la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, «lo Stato è tenuto alla neutralità confessionale nel contesto dell’educazione pubblica dove la presenza ai corsi è richiesta senza tener conto della religione».
Onorevole ministro, criticando la sentenza della Corte di Strasburgo lei ha preso le distanze, contemporaneamente, dai valori espressi dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo: un documento che l’Italia ha firmato come membro fondatore, e che lo Stato della Città del Vaticano non ha invece mai sottoscritto. Posizioni come le sue non allontaneranno dall’Italia i non credenti: allontaneranno invece, ancor di più, l’Italia dall’Europa, perché la classe politica che la governa sembra incapace di far propri quei valori di civiltà, democrazia, laicità che contraddistinguono gli altri paesi del nostro continente. Paesi dove i giudici non sono considerati «burocrati», ma donne e uomini chiamati a proteggere quei fondamentali valori. Paesi dove, e non per caso, il crocifisso non è quasi mai presente.
Confidiamo che lei si sia semplicemente espressa male, e che non pretenda pertanto di non rispettare i diritti umani. Se invece quanto riportato dagli organi di stampa corrisponde al vero, le consigliamo di prendere a sua volta in considerazione l’idea di andare a vivere in una di quelle parti del mondo (e sono purtroppo ancora tante) in cui la loro negazione è moneta corrente.
Noi rispettiamo le idee e le credenze di tutti, ma chiediamo lo stesso rispetto da chi governa l’Italia e che dovrebbe, per primo, dare l’esempio. Se chi governa l’Italia propone l’allontanamento dal resto della società di chi la pensa diversamente (una misura che, come lei ben sa, in Italia non è più applicata dai tempi del fascismo) allora, per coerenza, dovrebbe contemporaneamente chiedere l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea.

Distinti saluti

Raffaele Carcano, segretario UAAR

Spigolature della domenica.

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Secondo la Brambilla, fare opposizione danneggia il turismo. Nel suo caso, anche fare il ministro non lo aiuta.

Minzolini infuriato: Si permette a Spatuzza di sparare minchiate. Quella è prerogativa dei direttori di tg.

Carcere a chi toglie il crocifisso dal muro. Poi una corona di spine in testa e una bella fustigazione, tiè.

Galatea

Lo sceriffo e il crocifisso

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Stavolta a piazzare un bel crocifisso (alto tre metri) davanti al Municipio è stato lo "sceriffo", Giancarlo Gentilini, del quale mi pregio di riportare qui di seguito alcune notevoli dichiarazioni.

A Gorgo hanno violentato una donna con uno scalpello davanti e didietro. E io dico a Pecoraro Scanio che voglio che succeda la stessa cosa a sua sorella e a sua madre.
Gli extracomunitari? Bisognerebbe vestirli da leprotti per fare pim pim pim col fucile.
Darò immediatamente disposizioni alla mia comandante affinché faccia pulizia etnica dei culattoni: i culattoni devono andare in altri capoluoghi di regione che sono disposti ad accoglierli. Qui a Treviso non c'è nessuna possibilità per culattoni o simili.
Rispediamo gli immigrati a casa in vagoni piombati. I vagoni servirebbero per riportare i negri oltre frontiera.
Voglio la rivoluzione contro i campi dei nomadi e degli zingari: io ne ho distrutti due a Treviso.
Non voglio vedere neri, marroni o grigi che insegnano ai nostri bambini. Cosa insegneranno, la civiltà del deserto?
Non pare anche a voi che a certa gente i cosiddetti valori cristiani interessino soltanto quando c'è da mostrare un paio di bastoncini in croce?

Il crocifisso e la bestemmia

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scomunica

Vediamo di metterci d'accordo una volta per tutte: o il crocifisso va tutelato quale simbolo religioso, nel qual caso non c'è ragione di appenderlo nelle aule scolastiche, oppure deve essere difeso in quanto parte integrante delle nostre radici culturali, e allora non si capisce perché la tradizione della bestemmia in dialetto, invero profondamente radicata nel tessuto connettivo della nostra società, debba ricevere un trattamento di minor riguardo.

Resto in attesa di un chiarimento definitivo sulla questione.

Mancano solo i locali per scambisti

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aosta

Comuni che non avevano problemi più urgenti

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Visualizza Crocifisso in una mappa di dimensioni maggiori


Grazie all'UAAR per le info.

Bricolage amministrativo

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Fino a pochi giorni fa, se eri uno sconosciuto amministratore locale e volevi guadagnarti quattro righe su un giornale ti toccava fare qualcosa di minimamente significativo: chessò io, protestare contro il passaggio della TAV, inventare delle misure innovative in sostegno dei poveri, o per assurdo farti arrestare per aver intascato un paio di bustarelle.

Oggi, a quanto pare, basta armarsi di chiodi e martello, appendere in giro qualche crocifisso e il gioco è fatto: impiegando una decina di minuti scarsi ti becchi un bel titolo sul giornale, con tanto di nome e cognome.

Lo vedi che alla fine torna utile, saper fare i lavoretti in casa?

Ma che razza di cristiani siete?

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Non sono credente, ma qualche paginetta del Vangelo l'ho letta anch'io.

Ragion per cui, mi punge vaghezza che se Cristo fosse vivo preferirebbe dedicarsi anima e corpo alle decine di poveri disgraziati che schiattano tutti i giorni nelle carceri italiane, invece che perdere tempo a farsi girare i coglioni perché vogliono togliere la sua immagine dalle aule scolastiche.

Chi si indigna perché la rimozione del crocifisso cancella le radici cristiane dell'occidente, quindi, pensi piuttosto a praticarle, quelle radici: blateri un po' meno, e si occupi fattivamente di quelli che hanno bisogno di aiuto e invece sono circondati dalla più totale indifferenza.

Poi, casomai, potremo parlare di cristianesimo.

Mancano solo i bordelli

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Nonviolenza a volto coperto

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Eccovi il video del blitz di Lotta Studentesca nella sede dei Radicali: tra le altre cose, è interessante notare come alcuni dei partecipanti all'irruzione si premurino di coprirsi accuratamente il volto.

Così, tanto perché si trattava di un'iniziativa "pacifica".

Crocifisso intimidatorio

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Dal blog di Marco Perduca, senatore radicale eletto nelle liste del PD:

Dopo l'aggressione subita stamani alla sede del Partito Radicale dove sono stati appesi tre crocefissi, siamo venuti a conoscenza di minacce nei confronti del cittadino che ha fatto ricorso alla Corte di Strasburgo. Minacce che, occorre dirlo, potrebbero essere anche il frutto della campagna ad personam che il sindaco di Cittadella, l'Onorevole leghista Bigonci, ha lanciato con manifesti "Wanted" raffiguranti le facce della famiglia che ha fatto il ricorso e i suoi ripetuti appelli al Sindaco di Abano affinché revochi loro la residenza.
Occorre che il Ministro degli interni adotti tutte le misure necessarie perché vengano garantite la sicurezza e incolumità personale della famiglia esposta al pubblico ludibrio, per giunta coi soldi del contribuente.

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