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Qualsiasi cosa, pur di smuoverlo 'sto PD. 5 refendum!

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Dopo la triste vicenda dell'Assemblea nazionale del PD, durante la quale Rosy Bindi ha impedito di votare alcuni ordini del giorno tra cui quello integrativo del suo pessimo documento sulle unioni civili, qualcuno si muove e lo fa dal basso, come piace a me, consentendo agli iscritti di esprimere la propria opinione.
Opinione che mi sa tanto sia molto diversa da quella della Bindi o di Fioroni, per capirci.

Dichiariamo aperta la stagione referendaria del Pd, ai sensi dell’articolo 27 dello Statuto. Cinque quesiti per evitare che gli elettori si consegnino definitivamente alle cinque stelle. Cinque temi forti su fisco, diritti e matrimoni civili, ambiente, spesa pubblica e governo del Paese, da definire e precisare insieme, sotto il solleone, come un Sudoku democratico. Per poi passare all’azione, già da domenica. Cinque referendum proposti e presentati dagli iscritti sulle questioni di sostanza (oh, yes), scritti e presentati in punta di diritto e quindi non precludibili, a cui potranno partecipare tutti gli elettori del Pd. Cinque punti chiari per definire come sarà il progetto politico del nuovo centrosinistra.
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Famiglie di fatto: adesso vi chiediamo una mano

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Allora, gente, la questione è presto detta: a Roma, con l'iniziativa che abbiamo chiamato "Teniamo Famiglia", stiamo cercando di raccogliere le 5.000 firme necessarie per portare in consiglio comunale una delibera di iniziativa popolare che chieda al comune di riconoscere a tutte le famiglie anagrafiche , anziché alle sole famiglie tradizionali fondate sul matrimonio tra un uomo e una donna, i diritti e le agevolazioni che si possono sintetizzare con la locuzione "welfare comunale".
Le famiglie anagrafiche, in sostanza, sono tutti i nuclei di persone conviventi legate da un vincolo affettivo, a prescindere dal loro sesso e dal fatto che siano o non siano sposate.
Sta di fatto che siamo a un mese dalla scadenza della consegna, e purtroppo di firme ce ne mancano ancora un po': diciamo la metà, per andare sul sicuro, essere prudenti e centrare l'obiettivo.
Ebbene, io credo che l'occasione sia troppo importante per non chiedere a tutti voi di darci una mano e di diventare, sia pure nel vostro piccolo, dei protagonisti di questa campagna: nel fine settimana metteremo a punto un sistema per consentirvi di raccogliere le firme dei vostri parenti, amici, vicini di casa, e poi farcele avere in modo tale che la cosa non vi diventi troppo pesante dal punto di vista dell'impegno.
Insomma, se siete a Roma e avete voglia di dare il vostro supporto concreto a questa campagna preparatevi: noi, da parte nostra, cercheremo di inventarci un sistema che vi consenta di rendervi utili senza sacrificare troppo tempo e senza ammazzarvi di spostamenti in giro per la città.
Se volete scrivetemi in mail o nei commenti per dirmi che siete interessati: vi faremo sapere quanto prima cosa potete fare.
Siete pronti?

Famiglie di fatto: un minimo di logica, please

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Leggetela con attenzione, questa dichiarazione di Maurizio Lupi, perché riassume in poche righe tutte le contraddizioni con cui ci tocca confrontarci quando parliamo di famiglie di fatto:

Oggi la sinistra europea, cui quella italiana si ispira, punta sul riconoscimento delle unioni tra omosessuali. Il Ppe, di cui il Pdl, e non solo, fa parte, ritiene che ciò rappresenti un attacco alla famiglia che per noi è il cardine della società. Mettere in evidenza questa differenza significa anzitutto far vedere chiaramente quali sono i nostri valori. E tutto questo proprio nel giorno in cui il Censis dice che il 76 per cento degli italiani è per il matrimonio e la famiglia è il primo valore.
Andiamo per ordine.
Primo: ci sono donne e uomini che si sposano tra di loro solo perché non hanno la possibilità di sposare una persona dello stesso sesso? Cioè, voi avete mai conosciuto uno che si chiama Pino, a cui piacerebbe tanto sposare Gino, ma siccome la legge non glielo consente prende su e sposa Anita? Io, personalmente, no. Dal che si desume in modo piuttosto chiaro che il riconoscimento delle unioni tra omosessuali non condurrebbe alla diminuzione dei matrimoni tra eterosessuali. In cosa consisterebbe, allora, il cosiddetto "attacco alla famiglia" di cui parla Lupi?
Secondo: il riconoscimento delle unioni tra omosessuali aumenterebbe oggettivamente il numero delle famiglie legalmente riconosciute. Ebbene, ammesso di voler convenire sul fatto che la famiglia sia il "cardine della società", l'aumento delle famiglie avrebbe l'effetto di rinforzarlo, quel cardine, non certo di indebolirlo.
Terzo: nel caso in cui le unioni omosessuali venissero riconosciute il 76% degli italiani che secondo Lupi è per il matrimonio tradizionale -i dati Censis non dicono proprio questo, ma diamolo per buono- si troverebbe nelle condizioni di non poter più mettere in pratica la propria convinzione? Ciò accadrebbe se si vietassero i matrimoni tradizionali, ma qua si parla semplicemente di legalizzare gli altri. Ne consegue che il 76% degli italiani di cui parla Lupi resterebbero liberi di fare quello che preferiscono anche se agli omosessuali fosse consentito il matrimonio.
Quarto: riassumendo, il riconoscimento delle unioni omosessuali non sarebbe un "attacco alla famiglia", non indebolirebbe il "cardine della società" e non costringerebbe nessuno a modificare i propri convincimenti e il proprio stile di vita; semplicemente, attribuirebbe diritti a persone che attualmente non ne hanno, lasciando gli altri liberi di continuare a comportarsi come meglio credono.
Che ne dite, la vogliamo piantare con gli slogan propagandistici privi di qualsiasi senso logico?

Matrimonio: lo difendete perché non ci credete?

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Aiutatemi a capire una cosa: se ci sono due persone che convivono, non importa di quale sesso siano, e viene approvata una legge che consente loro di attribuirsi reciprocamente dei diritti senza nulla togliere a quelli degli altri, in che modo tale circostanza potrebbe danneggiare le coppie che invece decidono di sposarsi nel modo tradizionale?
L'unica spiegazione con un minimo di costrutto che riesco a darmi -perché altre non ne vedo- è che l'introduzione di un'alternativa possa indurre chi avrebbe scelto il matrimonio ad optare per uno strumento diverso, e che quindi i sostenitori della "famiglia tradizionale" facciano di tutto per evitare questo rischio.
Se così fosse -e dev'essere così, altrimenti gli anatemi del papa non avrebbero alcun senso logico- se ne dovrebbe dedurre che la diffusione del matrimonio, a detta dei suoi stessi fautori, dipende in larga misura dal fatto che si tratta dell'unica scelta possibile.
Il che equivale a dire che chi si straccia le vesti in favore della "famiglia tradizionale" ci crede tanto poco da considerare un pericolo qualsiasi alternativa.
Non è che sia un grande spot in favore del matrimonio, che ne dite?

La Polverini ha capito per chi si candida?

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Ricapitoliamo: a quanto pare la Polverini è favorevole a riconoscere i diritti delle coppie di fatto, considera gli immigrati come una risorsa per il paese ed è pure contraria al nucleare.

Qualcuno, per l'amor di Dio, dica a chi le scrive i discorsi per quale coalizione si sta candidando.

La Polverini fa il pesce in barile sugli omosessuali?

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Non so voi, ma io ho la sensazione che sul tema delle coppie di fatto Renata Polverini si stia esibendo in uno slalom niente male.

Anche l'ultimo post sul suo blog, nel quale la candidata del centrodestra alla presidenza della regione Lazio afferma di voler chiarire il suo pensiero per evitare strumentalizzazioni, lascia nella zona grigia del non detto un punto essenziale: tra i protagonisti delle "scelte differenti" che debbono trovare una forma di tutela, tra coloro che scelgono "di non contrarre matrimonio", insomma tra quelli "che hanno convincimenti diversi" dai suoi, sono compresi anche gli omosessuali?

No, perché ad essere sinceri un conto è dichiararsi contrari "a qualsiasi forma di unione che sia definibile o possa apparire come un’altra forma di matrimonio o come un surrogato della famiglia tradizionale", ma riconoscere che occorre "semplificare" il "processo" che conduce, sia pure per altra strada, alla tutela dei diritti fondamentali delle coppie, purché queste coppie possano essere considerate tali senza distinzione di orientamento sessuale; un altro, invece, è ritenere che alle unioni tra i gay e le lesbiche debba essere preclusa qualsiasi forma di riconoscimento a priori: tanto a priori da non reputare opportuno neppure lo sforzo di una premessa esplicita.

Insomma, pur dichiarando in anticipo che la mia risposta ce l'ho già (ma sono sempre disponibile ad essere smentito), e pur non avendo la presunzione che la Polverini si degni di leggere questo blog, mi pare ugualmente doveroso chiederle di uscire dalla vaghezza che ha caratterizzato perfino le sue precisazioni e di pronunciarsi finalmente con chiarezza: l'apertura alle coppie di fatto è rivolta anche agli omosessuali?

Così, tanto per evitare di fare il pesce in barile, oltre che di essere strumentalizzata.

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