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Colpa dei rom

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E' colpa dei rom, se a Roma prendere un mezzo pubblico è diventata un'impresa. E' colpa dei rom, se da decenni la città è sventrata e le casse comunali sono dissanguate per una metropolitana che forse non finiranno mai. E' colpa dei rom, se le strade sono disseminate di buche al punto che passarci in carrozzina diventa un calvario. Sono colpa dei rom la mondezza in mezzo alla strada, le code chilometriche sul raccordo, il cemento che ci cresce intorno nonostante l'aumento degli immobili sfitti, lo sperpero delle municipalizzate, le piste ciclabili che non esistono, l'amianto sparpagliato in giro per demolire il velodromo senza che nessuno lo sapesse, i quartieri lasciati senza illuminazione stradale per anni, il lungomare di Ostia sequestrato dai privati in barba alla legge, le fermate degli autobus inaccessibili ai disabili, gli asili nido che mancano e quando ci sono sono irregolari, lo schifo dei manifesti abusivi appiccicati impunemente in ogni angolo disponibile.
E' colpa dei rom, mica del sindaco che ci ha amministrato negli ultimi cinque anni.

Gentile Sindaco Alemanno

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Gentile Sindaco (mi auguro ancora per poco) Alemanno,
Le farei notare che è stata la Sua politica di sgomberi a tappeto a rendere la questione dei rom un problema drammatico di questa città, e quindi, come dire, magari Marino desse loro delle case, ne guadagneremmo noi e loro; che l'eventuale abolizione dell'IMU sulla prima casa e il passaggio da Equitalia a Equaroma non dipendono da Lei e dai Suoi cosiddetti "referendum online" destinati a qualche migliaio di persone scelte a caso, nonostante quello che cerca di far credere ai cittadini; che chiamare in causa la Sua personale idea di "sviluppo" e soprattutto di "occupazione", creda a me, non le fa fare una bella figura, ragion per cui al suo posto eviterei proprio di parlarne; che la questione delle occupazioni abusive non si risolve, e due, limitandosi a ripetere la parola "sgombero" come un mantra, ma mettendo in campo una serie di politiche efficaci per fronteggiare l'emergenza abitativa, cosa che non mi risulta sia stata al centro della sua attenzione negli ultimi anni, se non a chiacchiere.
Gentile Sindaco (mi auguro ancora per poco) Alemanno, dia retta: rifletta un attimo sul quello che scrive nei manifesti elettorali.
Perché qua il pericolo vero non è votare Marino, ma rieleggere Lei.

E' tutto online, tranne quello che serve

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I territori dei municipi di Roma sono stati riformulati a marzo. L'11 marzo, per la precisione. Due mesi e mezzo fa. Ed ecco cosa c'è scritto, ancora adesso, sul sito del comune:



Nel frattempo, tanto per dirne una, ci sono state le elezioni comunali: cioè, c'è stata gente che nei municipi (quelli nuovi) si è candidata, e soprattutto gente che doveva capire in quale (nuovo) municipio fosse finita la sua residenza per poter votare correttamente. E sul sito del comune (sul sito del comune, dico, non sul blog di uno qualsiasi) questa informazione non è ancora fruibile.
No, dico, guardate che roba: perfino nella barra laterale c'è un bell'elenco di link che rimandano ai municipi vecchi, con il significativo prefisso "ex".


Due mesi e mezzo. Mesi, non ore. Non giorni. Mesi. E non si sono degnati di aggiornare il sito, pregiudicando gravemente i diritti dei cittadini.
Quando Alemanno se ne va in giro in televisione, con quella faccia soddisfatta, a ripetere che "è tutto online", dovrebbe perlomeno avere un po' di vergogna.

Il sindaco sostenuto dai sabotatori delle donne

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A prescindere dalla nostra candidatura, io non lo voglio più, un sindaco che è sostenuto da chi gioisce per questa vergogna. Da chi ha brigato e lavorato da anni, affinché questa vergogna prendesse corpo. Da chi saluta come un inno alla vita l'espropriazione del corpo delle donne, la loro equiparazione a un'incubatrice, un contenitore, una scatola.
Gente che ha distrutto i consultori, ha utilizzato il sabotaggio dei diritti civili come strumento di lotta politica, ha praticato e pratica l'imposizione della propria coscienza su quella degli altri, si fa in quattro per gettare le donne nel tunnel dell'umiliazione e della colpevolizzazione.
Io non lo voglio, un sindaco sostenuto da questa gente.
Perché mi piacerebbe vivere nella capitale libera di un paese libero.

Generatore automatico di appelli elettorali di Alemanno

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Istruzioni: fare refresh per ottenere un nuovo appello elettorale di Alemanno. E poi valutare se non sia il caso, per una volta, di votare quelli giusti.

Ombre fondamentaliste su Roma

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Secondo Avvenire (leggere per credere) alle prossime elezioni comunali di Roma occorrerà votare contro il riconoscimento delle coppie di fatto, contro il riconoscimento delle unioni omosessuali, contro il testamento biologico, contro l'aborto.
Adesso sta a voi decidere: votare per Alemanno, che ospita sul suo sito l'editoriale e giusto due giorni fa si è nuovamente schierato con il Movimento per la Vita, oppure scegliere chi per il riconoscimento delle coppie di fatto e delle unioni omosessuali, per il testamento biologico e per il diritto delle donne di scegliere sul proprio corpo si batte da sempre.
Io, al vostro posto, non avrei dubbi.

MAGI: DOMANI, MARTEDÌ 21 MAGGIO, DAREMO ALLA STAMPA I RISULTATI DEL TEST ANTIDROGA DI ALEMANNO

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Comunicato di Riccardo Magi, Radicali, Candidato nella Lista Civica Marino Sindaco.

Il sindaco Gianni Alemanno e alcuni candidati nella lista civica che lo sostiene hanno effettuato nelle settimane scorse il test antidoping, affermando - con grande riscontro di stampa - quanto un test del genere risulti importate per determinare un buon amministratore.
Mentre i risultati di quel test per tutti i suoi 48 candidati ancora si attendendo, come candidati Radicali in queste elezioni amministrative, pensiamo sia importante rendere noto alla stampa i risultati antidroga del Sindaco.
Durante la conferenza stampa presso il gazebo radicale allestito in Largo di Torre Argentina consegneremo anche le nostre ciocche di capelli e quelle di altri cittadini romani di diverse professioni e impieghi lavorativi, rappresentativi della popolazione romana.

APPUNTAMENTO PER LA STAMPA MARTEDÌ 21 MAGGIO ALLE ORE 11,30 PRESSO IL GAZEBO RADICALE ALLESTITO IN LARGO DI TORRE ARGENTINA.

ATTENZIONE: IN CASO DI PIOGGIA LA CONFERENZA STAMPA SI SVOLGERA' PRESSO LA SEDE DEL PARTITO RADICALE IN VIA DI TORRE ARGENTINA 76 - INFO:3338042937

Manca solo il coprifuoco

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A Roma, negli ultimi anni, è andata così: invece di limitarsi a reprimere la sparuta minoranza di cittadini che compiva dei reati dopo aver consumato sostanze alcoliche, hanno iniziato a vietare a tutti -e quindi anche alla stragrande maggioranza dei cittadini, che com'è noto non sono soliti delinquere- di bere dopo una certa ora di notte; con ciò sottraendo alle persone perbene qualsiasi motivo valido per uscire di casa -a che pro andare a farsi un giro se non ci si può neanche fare una birra al fresco?- e perciò consegnando la città nelle mani dei criminali -se uno non si fa scrupoli a stuprare una donna, figurarsi a violare un’ordinanza comunale-, i quali hanno continuato a sbizzarrirsi nelle loro imprese senza avere tra i coglioni neppure l’intralcio dei cittadini normali; il tutto, tanto per mettere la ciliegina sulla torta, causando un notevole danno economico agli operatori del settore e quindi alla crescita del PIL, di cui in un periodo di crisi come questo ci si riempie la bocca un giorno sì e l’altro pure. Insomma, negli ultimi anni, in questa città, è mancato solo il coprifuoco. Occhio a chi votate, gente. Avanti di questo passo, finiranno per dichiararlo davvero.

La città in cui è tutto vietato

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Che ne dite, volete aspettare che Alemanno vi proibisca perfino di respirare, oppure preferite votare chi può restituirvi un po' d'aria?


Bell'esempio

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Si può dire tutto quello che si vuole: ma quando si arriva al punto in cui il Sindaco uscente (ricandidato alla stessa carica) e il Presidente del Consiglio Comunale uscente (anch'egli ricandidato) -vale a dire le due massime cariche istituzionali di un Comune importante come quello di Roma- sparpagliano per la città le loro affissioni abusive anziché dare l'esempio e vigilare responsabilmente sugli abusi degli altri, si può affermare in modo inequivocabile di essere giunti al punto di non ritorno.
Tra l'altro non si tratta mica di due personaggi qualsiasi: il Sindaco, Gianni Alemanno, è quello che ha vinto la scorsa campagna elettorale riempiendosi la bocca con le parole "decoro", "sicurezza", "legalità"; il Presidente del Consiglio Comunale, Marco Pomarici, è quello che ha cacciato e bandito dall'aula consiliare Riccardo Magi, segretario di Radicali Roma, reo di aver ricordato ai consiglieri che se ne stavano strafottendo della volontà dei cittadini omettendo di calendarizzare, come la legge avrebbe imposto, la delibere di iniziativa popolare sulle famiglie di fatto.
Due politici tutti d'un pezzo, perbacco. Severi. Inflessibili. Tranne quando si tratta di applicare le regole a loro stessi.
Ho scattato personalmente, questa mattina, le due foto che vedete qua sopra. Affiggere manifesti abusivamente non è una cosa di poco conto: significa occupare arbitrariamente spazi che possono essere stati regolarmente acquistati da altri, danneggiare le casse comunali evadendo i diritti di affissione, oltre che insozzare la città di cartaccia dare pubblico esempio di un comportamento illegale.
Voglio dire, stiamo parlando del Sindaco e del Presidente del Consiglio Comunale, mica di due qualsiasi.
Che volete fare: continuare a votare questa gente, oppure dare fiducia a noi, che la combattiamo da anni?
A voi la scelta.

E voi portate il vino

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Gianni Alemanno e Nicola Zingaretti, vale a dire i due candidati che dovrebbero giocarsi la carica di sindaco alle prossime elezioni romane, si presentano alla grande, tutti e due insieme, su un bel manifesto abusivo.
Siccome alcuni amici hanno giustamente dichiarato -con tanto di blog- che gli abusivi non li voteranno, mi sa che ci toccherà scegliere sin d'ora qualcun altro.
In caso di ballottaggio, ovviamente, grigliata mista da me. E voi portate il vino.

Alemanno, prima seguo e poi banno

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Stamattina mi è arrivata una mail di notifica con la comunicazione che il sindaco Alemanno ha iniziato a seguirmi su Twitter: dopo pochi minuti, però, mi sono accorto che io non potevo più seguire lui.
Siccome una cosa del genere è capitata anche ad altre persone, che guarda caso sono un po' critiche -pur non essendo mai offensive- nei confronti del sindaco, se ne deve dedurre che probabilmente ad Alemanno piace tenersi informato su quello che dicono di lui, ma poi gli scoccia se gli appunti che gli vengono mossi appaiono sulla sua bacheca.
Per la serie: evviva la democrazia digitale.

UPDATE: mi fanno notare che in realtà l'effetto è quello contrario; Alemanno continuerà a vedere quello che scrivo, mentre i suoi tweet non appariranno più sulla mia timeline, ma dovrò andarmeli a cercare. Peggio ancora. Si vede che il sindaco della mia città ha avuto la brillante idea di rendermi meno agevole informarmi su quello che dice, e quindi eventualmente criticarlo, perchè a volte non sono d'accordo con lui. Padronissimo, ci mancherebbe. Ma insomma, per me non ci fa una gran figura.

Meno sicuri, e pure meno liberi

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Vediamo se ho capito bene: a Roma abbiamo un sindaco che ha impostato tutta la campagna elettorale sul tema della sicurezza, e che una volta eletto ha iniziato a snocciolare a raffica ordinanze proibizioniste che a momenti ci vietano pure di farci una pisciatina nel cesso di casa con la finestra socchiusa.
Poi uno apre il giornale e si accorge che questa città è diventata tale e quale a quelle immortalate nei celeberrimi film degli anni '70 recanti titoli del tipo "Roma spara, Milano incapretta, la polizia s'incazza".
Allora, capirete, la domanda sorge spontanea: non è che tutta 'sta smania di sicurezza, alla fine della fiera, è servita solo a scassare la minchia alle persone perbene che vogliono prendersi una birra in mezzo alla strada, mentre i problemi veri aumentano a dismisura e nessuno sa come fronteggiarli?
Io, leggendo quello che succede per le strade e riflettendo sulle iniziative che si continuano a prendere in Campidoglio, non solo mi sento meno sicuro, ma sono pure meno libero.
E' davvero un capolavoro di risultato, o sbaglio?

Siamo al limite della frutta, anzi oltre

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Poi, una sera, succede che uno si va a bere un bicchiere all'aperto (a proposito, auguri, Matteo!) e si imbatte in un divieto come questo: "Vista l'ordinanza del sindaco (Gianni Alemanno, ndr), dalle ore 23:00 è vietato il consumo di bevande oltre i limiti del locale".
Bevande? In che senso, bevande? Tipo, anche un'aranciata? Una gazzosa? Un chinotto? Anche un bicchiere d'acqua? Chissà.
Ma soprattutto: quali sarebbero, 'sti limiti del locale? Ah, eccolo! Trattasi di catenella in plastica sorretta da colonnina in materiale analogo: Storia complicata, però, questo divieto, perché dà luogo a un sacco di dubbi. Per esempio, i giovani che vedete qua sotto, con entrambi i piedi dentro i limiti ma con il tronco evidentemente oltre i medesimi, stanno commettendo un'infrazione? E l'individuo nella foto che segue, che consuma la bevanda proprio a cavallo della catenella, è passibile di multa? Si tratta, ne converrete, di problemi interpretativi complessi. Ma ve ne sono di ancora più ardui.
Come giudicare, ad esempio, il comportamento del giovane qua sotto, che poggia i piedi al di fuori dei limiti ma beve chiaramente all'interno degli stessi? E come regolarsi nel caso in cui il medesimo giovane, pur stazionando dentro il perimetro della catenella, dia da bere ad una ragazza che si trova al di fuori? E in che modo valutare il caso opposto, cioè quello in cui sia la ragazza oltre i limiti a fornire l'insidiosa bevanda al giovane che vi si mantiene rigorosamente dentro? E ancora, come relazionarsi con lo spinoso caso del diabolico individuo che si mantiene esattamente sul confine e dà da bere a due persone, l'una in regola col divieto e l'altra in situazione di illegalità? Un ginepraio, non c'è che dire. Nella foto che segue, ad esempio, il bicchiere è fuori dai limiti, ma la mano che cerca di carpirlo è ancora dentro: l'infrazione si è già compiuta oppure no? E che dire dell'ipotesi in cui sia la bevanda ed essere regolarmente nel recinto, ma una mano birichina cerchi di indurla ad uscirne? Tutto ciò senza voler parlare del fatto che queste ordinanze sono concepite per evitare problemi di violenza. Ebbene, nel caso in cui un ligio bevitore sorbisca un cocktail dentro i limiti stabiliti, ma picchi un avventore che staziona al di fuori di essi, la finalità del provvedimento s'intende realizzata? E che dire del caso in cui sia il malintenzionato col bicchiere bivaccante fuori dai limiti a picchiare il giovane che si mantiene accuratamente dentro la catenella? In attesa di cospicua giurisprudenza che chiarisca a fondo i casi testè illustrati, e tutti gli altri che date le premesse sarà possibile riscontrare, credo che mi rilasserò facendomi un bel bicchiere di vino a casa.
Entro il confine delimitato dal tavolo del salone e dalla tazza del cesso, naturalmente.
Visti i tempi che corrono, non si sa mai.

Generatore automatico di misure straordinarie contro la neve

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Istruzioni: fare refresh per ottenere una nuova misura straordinaria contro la neve

E voi vi lamentate del sale?

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In Italia, lo sanno tutti, a fare qualcosa di cattolico non si sbaglia mai. Sei un politico in difficoltà? Inventa un'iniziativa qualsiasi su Padre Pio, madre Teresa di Calcutta, al limite santa Maria Goretti, e vedrai che qualcuno ti dà una pacca sulla spalla, ti regala un bell'elogio pubblico e ti tira fuori dalla merda.
Questo nella normalità. Poi ci sono i casi anomali. Tipo Alemanno, tanto per fare un esempio. Quello che è riuscito a farsi parlare dietro perfino quando ha piazzato in mezzo alla stazione Termini una statua di Wojtyla. Wojtyla, dico, mica uno qualunque. Roba da andare sul velluto, e invece pure quella volta sono girati i coglioni a tutti quanti, atei e devoti. Che non sarà facile metterli d'accordo, non discuto, ma forse è è ancora più difficile riuscire nell'impresa di farli incazzare all'unisono.
Ecco, a Roma abbiamo un sindaco che è riuscito a fare casino pure con una statua del papa "santosubito", e poi ci meravigliamo del fatto che venerdì, quando nevicava già da due ore, si sia attaccato al telefono per cercare 50 tonnellate sale.
Io, viste le premesse, mi sento già confortato dal fatto che non abbia cercato di spargere per strada dello zucchero.
Magari a velo, che fa più chic.

Quello che Alemanno dovrebbe imparare

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Se c'è una cosa che questa nevicata dovrebbe aver dimostrato al sindaco Alemanno è il fatto che i romani hanno una voglia matta di andarsene in giro per strada.
La neve, naturalmente, non rientra tra le attività programmabili da una giunta comunale; ma se ci si desse da fare e si inventasse qualche motivo in più per far uscire la gente di casa, invece di sfornare ordinanze a raffica per convincerla a restarci chiusa dentro, questa diventerebbe una città molto diversa: più vivibile, più felice, più sicura.
Ci vuole tanto, a capirlo?

Roma cambia

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Se fossi sindaco, mi avessero eletto dopo una martellante campagna elettorale condotta in gran parte sul tema della sicurezza e dopo quasi quattro anni mi ritrovassi per le mani una città che è diventata una specie di far west, conterei le ore che mancano alla fine del mio mandato e appena possibile lascerei perdere la politica per dedicarmi ad altro.
Invece, si sa, dalle nostre parti la memoria è un optional: e quindi può andare a finire che uno abbia perfino l'alzata d'ingegno di ricandidarsi, e magari di presentarsi un'altra volta come quello che metterà fine alla delinquenza dilagante a forza di ordinanze e provvedimenti d'urgenza.
Nel frattempo, come Alemanno stesso aveva presagito, Roma è cambiata: le strade si sono spopolate, la gente se ne sta a casa sempre più spesso e quelle rare volte che capita di farsi un giro si prova un'inquietudine che pareva dimenticata da tempo immemorabile.
Gran bel successo per uno che si era presentato come una specie di castigamatti, nevvero?

Prossima mossa: vietare i supplì

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Mentre a Roma ci si ammazza in un modo che manco nei film degli anni '70, Alemanno continua a governare la sicurezza a forza di ordinanze anti-alcool: così, come capirebbe perfino un bambino delle elementari, la città si svuota e diventa sempre più pericolosa.
A questo punto si tratta di scegliere: o il sindaco si fa un esame di coscienza, lascia bere un paio di birre in pace alle persone perbene e si occupa dei problemi seri, oppure andiamo avanti così e facciamo finta di niente.
In tal caso, la prossima mossa geniale potrebbe essere quella di proibire i supplì.
Il fritto, si sa, può esacerbare gli animi.

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