Occhio non vede, cuore non duole

Dai e dai, siamo arrivati all'ammissione esplicita; e mica, badate, da parte di uno qualunque, ma nientepopodimeno che del Questore di Roma: quando si parla di prostituzione quello che conta non è tanto sconfiggere la tratta delle schiave e arrestare i criminali che sfruttano le donne, quanto assicurarsi che la cosa non sia evidente, che venga accuratamente nascosta, che ci sia "una minore percezione del fenomeno da parte dei cittadini".
Se sul raccordo sono scomparse le prostitute, quindi, si festeggia; chissenefrega, poi, se si sono spostate da un'altra parte: quello che conta è che non si vedano, così ci mettiamo la coscienza in pace e possiamo andarcene a dormire tranquilli.
Ecco, a me questa logica ipocrita fa letteralmente ribrezzo: e il bello è che fino a qualche tempo fa la si doveva smascherare, mentre adesso viene candidamente sbandierata dai rappresentanti delle istituzioni come una cosa normale.
Se state pensando che questo sia l'ennesimo segnale della decadenza nella quale rischiamo di precipitare, fareste bene a ricredervi.
La verità è che nel baratro ci siamo da un pezzo, e non si vede il fondo.

Questo post è stato pubblicato il 17 novembre 2010 in ,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

2 Responses to “Occhio non vede, cuore non duole”

  1. "Esatto Maestro, non c'è nessun conflitto
    tra bene e male, non più. La speranza di poter far pendere la bilancia dalla parte della giustizia è solo un'illusione creata per
    nascondere la verità agli ingenui e ai puri di cuore. Per tenere impegnati i loro pensieri. Facendogli credere di essere ancora in lotta quando in realtà il male ha già
    vinto da tempo." Alessandro Rettore, Cronache della Caduta.

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  2. ricordo anche un'intervista a due carabinieri per strada nel centro di una città.
    Intervistatore: «com'è la criminalità in questa zona? è vero che non avete le auto sufficenti per pattugliare la periferia dove i furti sono aumentati?»
    carabinieri: «sì ma stando tra la gente trasmettiamo un senso di sicurezza»

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