Non ho paura delle centrali nucleari, ma degli italiani

A prescindere dalle considerazioni sulla loro effettiva utilità, l'idea che in Italia vengano installate delle centrali nucleari mi terrorizza; e non tanto, o non solo, per il rischio che un giorno o l'altro succeda una catastrofe come in Giappone: del resto ci sono impianti potenzialmente pericolosi a pochi passi dai nostri confini, e se accadesse qualcosa a quelli le conseguenze sulla nostra incolumità sarebbero ugualmente gravi.
Quella che mi precipita dritto dritto nello sgomento è un'altra considerazione: niente, ma proprio niente, mi autorizza a confidare che quelle centrali, una volta costruite, verranno gestite in base a criteri diversi da quelli con cui nel nostro paese viene gestito più meno tutto il resto.
Provate a fare mente locale: cricche, amici degli amici, infiltrazioni mafiose e camorristiche, scorie radioattive interrate nei campi in cui ruminano le mucche, appalti per la manutenzione attribuiti senza la minima trasparenza, favori, controfavori, raccomandazioni, volemose bene e compagnia cantando.
Abbiamo già avuto modo di ammirare gli splendidi esiti di questo edificante modo di procedere in più di una circostanza: alluvioni che hanno spazzato via case costruite dove non si sarebbe dovuto grazie a concessioni rilasciate a forza di mazzette, terremoti che hanno polverizzato interi palazzi tirati su con la sabbia, edifici pubblici crollati da un momento all'altro perché chi doveva controllare la loro agibilità non l'aveva fatto, o l'aveva fatto chiudendo un occhio, magari lubrificato da una quantità di liquido sufficiente a mettergli in pace la coscienza.
Potrei continuare, evidentemente, elencando puntigliosamente il vivamaria di tragedie dovute al malaffare, alla corruzione e alla degenerazione delle istituzioni che hanno punteggiato la storia recente del nostro paese: ma credo che il concetto sia chiaro, così come dovrebbe essere chiaro il fatto che quando si gioca con la fusione dell'atomo il rischio che si corre è quello di moltiplicare quelle tragedie per cento, per mille, per diecimila.
E' per questo che mi terrorizza l'idea di installare delle centrali nucleari in Italia: non tanto, o non solo, perché temo un'imprevedibile catastrofe, quanto perché ho una paura fottuta dei prevedibilissimi metodi italiani.

Questo post è stato pubblicato il 16 marzo 2011 in ,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

19 Responses to “Non ho paura delle centrali nucleari, ma degli italiani”

  1. Appena prima di Chernobyl, lavorai per le certificazioni e i test per verificare qualità dei materiali e dei componenti per la centrale di Montalto di Castro che venne bloccata dal referendum: per pietà non entro nei dettagli, ma lo scontro con grandi fornitori italiani che cercavano di barare e nascondere i dati delle loro forniture che non rispettavano i requisiti richiesti, era all'ordine del giorno. Meno male che non l'abbiamo realizzata. Come fidarsi che oggi il tutto non si ripeta! Marco

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  2. Esatto, è proprio così!
    Sveglia gente, siamo in Italia, il paese dei balocchi!!!

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  3. Mi trovi perfettamente d'accordo, è un'amara constatazione, ma non si può fare finta di niente: bisogna ammettere che in Italia le cose vanno proprio così, e non cambieranno certo dall'oggi al domani!

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  4. Questo è un aspetto assolutamente da non sottovalutare, ma solo uno.
    Altre considerazioni (non mie) qui: http://mammiferobipede.splinder.com/post/24294729/torna-lombra-della-catastrofe-nucleare

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  5. Sono d'accordo.
    Ma la "catastrofe" giapponese di cui parli non è nucleare. Per ora ci sono solo dei seri problemi a due centrali. Se le parole hanno ancora un senso...

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  6. scusa per l'OT (ma forse neanche tanto OT) , Metil...ma tu che sei (eri??) radicale, come lo vedi questo:
    "ROMA - Alla Camera non passano le tre mozioni delle opposizioni che chiedevano l'accorpamento del primo turno delle elezioni amministrative con i referendum. Il cosiddetto Election Day, su cui si era detto contrario il governo. Ma è stata una vittoria davvero al fotofinish: nelle tre votazioni la maggioranza ha prevalso per un solo voto: quello del radicale Marco Beltrandi...."

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  7. Mah.
    Mi sembra un po' superficiale come analisi e molto "cheap".

    Eppure viene ripetuta da tanti, e tutti pensano che invece sia molto acuta, anzi, quasi raffinata.

    Ma forse l'ottuso sono io.

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  8. Siamo nel paese dei condoni

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  9. Concordo pienamente con le preoccupazioni elencate...Se le diamo in mano ai Cosentino in Campania sappiamo dove vanno a finire. Sappiamo, ed in questo Gomorra docet, che rifiuti tossici industriali nostrani per anni hanno invaso le terre del Casertano (e chissà se anche ora mentre vi parlo). Non dimenticando che abbiamo ancora le scorie nucleari di anni fa (quando ancora avevamo centrali) che non sappiamo dove mettere.
    Dino Freezone
    http://dino-freezone.blogspot.com/

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  10. Parlane con Beltrandi. Con il suo voto oggi rende più difficile il quorum per i referendum oltre a farci buttare 300 milioni di Euro. Radicale alla frutta. O Radicali allo sbando, in cerca di benemerenze per non sparire dalla storia politica di questo paese?

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  11. Metil ha assolutamente ragione, anche io sono terrorizzata anche per gli stessi motivi che ha esposto.
    Spero nel referendum...

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  12. il problema non è la centrale ma chi lo gestisce, non si riesce a gestire banalissima spazzatura, figuriamoci scorie radioattive tipo plutonio.

    quello che mi fa paura e che mi vanno a mettere uno 10 volte peggio di Homer Simpson

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  13. L'argomento "mainitalianonsipuòfare" finirà per condurci a rifiutare - poniamo - il testamento biologico, ché in Italia ci sono le cricche, la corruzione e il malaffare.

    Le centrali nucleari godono di attenzione ben maggiore, da parte delle autorità, rispetto alle altre grandi opere.

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  14. questo articolo esprime perfettamente il mio parere, nonchè il motivo perché sono contraria al nucleare in Italia ancor prima di informarmi, in qualità di futuro ingegnere ambientale, sulla sua sicurezza intrinseca e sulla sua utilità.

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  15. Ci hanno ripensato. Le dichiarazioni qui sotto sono di fonte ANSA.
    Paolo Romani : 'Quello che e' successo in Giappone, un momento di riflessione lo deve dare'', ha detto, invitando il ''sistema Paese, il governo, i tecnici a fermarsi un attimo e capire cosa sia meglio fare''.
    Stefania Prestigiacomo: ''E' finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare'', ''bisogna uscirne, ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare niente. Si decide tutto tra un mese''
    Insomma, il governo del fare. Fare tanta propaganda e fare finta.

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  16. Il "nuke" è una tragedia annunciata e per niente economica.
    PUNTO.

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  17. "del resto ci sono impianti potenzialmente pericolosi a pochi passi dai nostri confini, e se accadesse qualcosa a quelli le conseguenze sulla nostra incolumità sarebbero ugualmente gravi."

    Ma che cosa stai dicendo? Della serie: Ne abbiamo a 300 chilometri e se fanno boom ci rimettiamo le penne anche noi. Ma allora mettiamocele proprio sotto casa. Giusto tanto vicino quanto serve che l'emissione di radiazioni di "routine" nell'atmosfera di una centrale nucleare ci uccida prima che possa esplodere.

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  18. Fissione, non fusione... per il resto, anche se considero l'argomento un po' debole (è vero che le cose vengono spesso fatte male, ma non sottovalutiamoci sempre), confesso che sarei preoccupato anch'io.

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