Devo rendere una confessione

-E' permesso?
Il tizio apparso sulla porta era piuttosto elegante: gessato, scarpe lucide, ventiquattrore in mano. Sui quaranta, pensò il sovrintentendente Gessetti. Probabilmente un avvocato, o qualcosa del genere.
-Prego, si accomodi. Deve sporgere una denuncia?
-Sì.
Il sovrintendente fece un cenno di assenso con la testa, avviò la videoscrittura sul vecchio pc e cliccò un paio di volte sul mouse.
-Allora, di che si tratta?
L'uomo sorrise, aprì la ventiquattrore, ne tirò fuori un pacchetto confezionato col cellofan e tenuto chiuso da un pezzo di scotch, lo porse al poliziotto.
-Si tratta di questo.
Gessetti prese in mano il pacchetto e sentì che conteneva qualcosa di morbido.
-Apra, apra pure.
Il poliziotto era perplesso. Prese lo scotch tra le unghie del pollice e del medio, iniziò a tirarlo via e percepì distrattamente uno strano vociare nella sala d'attesa. Poi il pacchetto gli si aprì sulla scrivania, lasciando cadere alcune foglioline secche.
-Abbia pazienza, ma questa...
-...è marijuana.
L'uomo sorrideva ancora. Il sovrintendente lo guardò con aria interdetta.
-Sa che adesso...
-...mi deve arrestare? Certo. Sono qua apposta.
Il brusio nella sala d'attesa si era fatto più forte. Il sovrintendente distolse lo sguardo dall'uomo che gli era seduto davanti e vide passare la sua collega davanti alla porta.
-Che succede là fuori?
La donna aveva uno sguardo strano. Disse qualcosa di incomprensibile e poi sparì nel corridoio. Il poliziotto tornò a guardare l'uomo e notò che era ancora più sorridente di prima.
-Insomma, le si sta...
-...costituendo. Si dice così, no?
Gessetti sospirò. Ce n'erano di matti, in giro.
-Dovrò chiamare l'ispettore.
Prese il telefono e compose il numero dell'interno. Il brusio nella sala d'attesa era diventato così forte che per sentire la voce dall'altra parte del telefono dovette tapparsi l'orecchio libero con due dita.
-Ispettore, qua c'è uno che... Come dice? Centinaia di persone? Dove, qua fuori? Ma come... Certo, un'emergenza, senza dubbio... Va bene, va bene... Ok, intanto questo però... Sì, chiamo casa e dico che non torno...
Posò la cornetta, si alzò in piedi e cacciò un urlo.
-Bitossi, Grandi, venite qua!
I due colleghi apparvero sulla soglia della porta. Avevano l'aria stravolta.
-Guarda Gesse' che qua...
-...so tutto, so tutto. Intanto portatevi il signore, identificatelo e arrestatelo. Io vado avanti con gli altri.
-Ma poi...
-...poi niente. Forza, sennò qua non si finisce più.
I due poliziotti fecero cenno all'uomo di alzarsi e di seguirli. Appena furono usciti Gessetti ricominciò ad armeggiare col computer: gli si era accesa in testa una lampadina inquietante. Si collegò a internet, aprì la homepage delle notizie e restò a bocca spalancata: si stavano costituendo tutti insieme, in tutto il paese. Code chilometriche davanti ai commissariati e alle caserme dei carabinieri. Protezione civile allertata. Già sequestrati quintali di marijuana. Ed erano solo le nove e mezza del mattino.
-Gessetti? Ehi, Gessetti!
Era la collega di prima che si era affacciata dalla porta.
-Dimmi...
-Hai visto che...
-... ho visto.
-Ne faccio passare un altro?
-Sì, ma dammi due minuti prima, ok?
Il sovrintendente restò seduto alla scrivania, immobile. Provò a fare un paio di calcoli mentali. Migliaia di persone. Centinaia di migliaia. Forse milioni. Medici, operai, avvocati, ferrovieri, impiegati pubblici, insegnanti. Ebbe una vertigine. Il paese paralizzato. Centri di raccolta e smistamento. Treni speciali. Stato d'emergenza nazionale,
-Gesse', qua c'è una bolgia, faccio entrare il prossimo o no?
Il sovrintendente non rispose. Guardava dritto davanti a sé. Poi si scosse, deglutì, prese in mano il telefono, compose di nuovo l'interno di prima.
-Ispettore? Sì, Gessetti. Posso passare un secondo da lei? Devo rendere una confessione.

Questo post è stato pubblicato il 14 maggio 2012 in ,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

12 Responses to “Devo rendere una confessione”

  1. ragazzi su groupon ho messo un offerta:
    "incarica un sicario di uccidere qualcuno per soli 200€"
    dai che se raggiungiamo il miglione poi siamo innocenti... perchè gli stati di diritto sono così, basta essere troppi e non ci possono fare niente... le leggi non contano cose superate, contano i numeri ...

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  2. Bel Post! Ma, scusate, non resisto al flame.

    Tribe, davvero stai paragonando le droghe leggere agli omicidi? Io sono il primo a portare esempi "Estremizzando" le situazioni... ma l'estremo deve essere attinente col principio che si sta (cercando) di criticare.

    Nello specifico, l'unico motivo per cui il tuo esempio risulta tanto "Agghiacciante", e' che l'omicidio porta un danno OBIETTIVO alla societa'. Cosa non vera per le droghe leggere, o almeno non dimostrato (in piccole dosi, regolarizzate, etc)!

    Il divieto in questo caso potrebbe aver senso (e dico "Potrebbe") solo se fossimo tutti daccordo ad imporlo. Ergo... qui i numeri, a differenza che nel caso degli omicidi, contano!

    Eppoi scusa... sarebbe semplice "Disobbedienza civile"... no?

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  3. @tribe
    mai sentito parlare di 'disobbedienza civile', ovvero violare una legge autodenunciandosi non allo scopo di farla franca, ma di cambiare la legge?

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  4. @ tribe
    prova a non barare e scrivi l'offerta così:
    "incarica un sicario di uccidere qualcuno per un milione di euro e poi di costituirsi" e comincerai a capire la differenza tra reati ignobili contro leggi giuste e disobbedienza civile e nobile su leggi sbagliate. Chiaro il concetto?

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  5. esclusa la marijuana coltivata in casa mi risulta che per entrarne in possesso si debba finanziare la delinquenza organizzata... o mi sbaglio?
    mi risulta che questa sia un danno oggettivo alla società
    (tra l'altro è il principale motivo per cui io sono per liberalizzare le droghe leggere e in realtà sto solo trollando :P)
    a me non va di dare soldi ad un delinquente che sfrutta un immigrato clandestino per farmi una canna (o qualche altro canale... il fruttivendolo di sicuro non la ha)... ne tanto meno mi va di farlo per cambiare una legge con la disobbedienza civile.
    Io se voglio cambiare una legge uso il voto (politiche o referendum che sia), a magari scrivo un blog per cercare di diffondere la mia opinione sperando che non arrivino perditempo a trollare XD

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  6. @ tribe
    se credi che fare politica si riduca a votare si spiega tutto. se qualcuno non avesse scelto di andare in galera per renitenza alla legge sul servizio militare obbligatorio ci sarebbe ancora la naja; se qualcuno non si fosse autodenunciato per procurato aborto ci sarebbero ancora 800.000 aborti clandestini l'anno; se qualcuno non avesse occupato un ufficio di cancelleria di tribunale non avresti mai votato un referendum per mancanza di firme autenticate; e se qualcuno non si fosse fatto condannare per aver fumato erba in televisione tu non sapresti neanche che esiste una posizione politica antiproibizionista che finalmente toglierebbe quel po' po' di finanziamento alle varie mafie. e quel tale tu non lo hai mai votato, giusto?

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  7. A proposito di danno alla società, mi chiedevo come mai le sigarette e l'alcool sono permessi, mentre le canne no.

    Così, per dire.

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  8. @rottamatoio ovvio che no... ma che scherziamo? si è fumato il cervello molto prima che io avessi diritto di voto
    comunque esiste il resto del mondo, così come Berlusconi non ha inventato le televisioni private, Pannella non ha inventato la posizione politica antiproibizionista

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