Rewind (*)

Ogni volta che vado alle recite scolastiche dei miei due figli finisco per ritrovarmi in mezzo a un nugolo di genitori con il pallino della regia, armati fino ai denti con videocamere di ogni tipo, forma e dimensione. L'apertura del sipario, generalmente, ha l'effetto dello sparo di uno starter: le apparecchiature vengono accese all'unisono, con un diffuzo ronzio e un abbacinante bagliore azzurroverde che illumina a giorno la sala, e i convenuti iniziano a contorcersi spasmodicamente, cercando di accaparrarsi le postazioni migliori, spostandosi da una parte all'altra, piegandosi faticosamente sui polpacci atrofizzati da anni di scrivania, alzandosi goffamente in punta di piedi, arrampicandosi ovunque nonostante i ponderosi addomi, ostacolandosi malignamente l'uno con l'altro e sibilando tra i denti irripetibili insulti: il tutto allo scopo di disporre, alla fine della recita, di un filmato da portare a casa e catalogare insieme agli altri in rigoroso ordine alfabetico o cronologico (ovvero entrambi, nel qual caso si rende necessario un apposito software, compreso nell'acquisto della videocamera, che stampi etichette con complicati codici alfanumerici da apporre sui prezioni DVD). Un paio di volte ci ho anche provato, a spiegare a questi emuli di Kubrick che i loro figli avrebbero piacere di essere guardati, e che la febbrile attività di ripresa cinematografica, a mio modo di vedere, impedisce a chi la pone in essere di godersi appieno lo spettacolo: c'è tuo figlio che sta facendo Geppetto, cristo. Siediti, spegni quell'arnese e guardatelo, invece di saltare di qua e di là fissando catatonicamente quel monitor a cristalli liquidi. Inutile aggiungere che non c'è mai stato niente da fare: per molti (quasi tutti, a onor del vero) è meglio la gallina di domani (una bella gallina in risoluzione PAL 720x576 a bitrate variabile compressa in Mpeg-2, non c'è che dire) che l'uovo di oggi (anche se quell'uovo è tuo figlio, in carne e ossa, che ti cerca disperatamente con lo sguardo e ti trova intento a ficcare la pupilla dentro a un mirino del cazzo). Sarò un tradizionalista, ma io i miei figli preferisco guardarli, quando si arrabattano sul palcoscenico di scuola. Tra qualche anno, s'intende, potrei avere voglia di rivederli, mentre interpretano Zorro che prende per il culo il sergente Garcia, Mosè che spalanca le acque, Pinocchio che schiaccia sul muro il grillo parlante: e allora non avrò a disposizione che la mia memoria sbiadita, mentre qualcun altro potrà ficcare il suo DVD dentro a una fessura e rivederli tali e quali, senza sbavature, omissioni, dimenticanze. Resto convinto, tuttavia, che per qualche motivo i miei ricordi saranno più veri. E forse il punto è proprio questo. (*) Liberamente ispirato a un post del maestro.

Questo post è stato pubblicato il 09 agosto 2008 in . Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

8 Responses to “Rewind (*)”

  1. Bel post. E' una cosa che ho pensato spesso anche in vacanza: c'è gente che viene dall'altro capo del mondo per vedere un museo e poi passa tutto il tempo dietro all'obiettivo della telecamera, senza guardare niente senza la mediazione dello schermo. Allora comprati un dvd su amazon e fai prima no?

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  2. e dire che durante la cerimonia erano stato proibito severamente ogni tipo di foto o videocamere,per non parlare dei cellulari che tutti gli italiani avevano appiccicato all'orecchio!

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  3. le varianti sono numerose.
    secondo me il top si raggiunge ai concerti: uno aspetta mesi che arrivino, chessò, i radiohead, per sentirseli dal vivo, si fa mezza italia in macchina, sta in coda ore sotto il sole o il diluvio universale (non so cosa sia peggio) patendo fame, sete e altri stimoli fisiologici e poi una volta lì, sotto il palco, sta tutto il tempo a prendere la mira nel videofonino.

    faccio ammenda, ho spesso optato per la gallina domani...

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  4. le recite di scuola...mi sentivo una stronza in mezzo a tutti quegli operatori arrampicati ovunque e a miriadi di fotografi super attrezzati. Mi sentivo quasi da meno, io, priva di qualsiasi obiettivo, non facevo nulla, fissavo solo il palcoscenico sperando che, nel momento in cui mi avessero cercato con lo squardo, sarei stata pronta a coglierlo e a restituirlo con un sorriso. Ne sono passati di anni, eppure quello scambio di sguardi è, ancora adesso, un'emozione fortissima. Grazie per avermela fatta rivivere. Laura.

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  5. secondo me una buona fotocamera potrà aiutarti nell'impresa del "ricordo più vero"...
    è come quando pensi al passato, e pensi a una qualche bella ragazza che hai baciuato con grande passione... se poi vedi la foto o un filmato, capisci che non hai proprio niente da invidiare al passato! :p
    forse ? :)

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  6. Approvo Alessandro. Dovresti scrivere un po' più di te. Sei avvincente. Bacio.

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  7. Passa in SeNonOraQuando. Ho scritto dopo tanto che non lo facevo almeno lì. Sarei felice di riaverti come "lettore". Era bello scrivere qualche tempo fa sapendo di essere letta da te con costanza e fiducia. Se ci vai, dimmi in modo spassionato che cosa ne pensi. E' una pagina che potrebbe diventare qualcosa di più, forse.

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