Suspiro mio carnale

Ci sono pezzi così intensi che anche quando li ascolti per la millesima volta ti fanno l'effetto di una fucilata.
Per me, che pure sono un rocchettaro della peggiore specie, una di quelle canzoni è la meraviglia che vi incollo qua sotto.
Più la ascolto, più mi sorprendo della forza spaventosa che c'è dentro.
Godetevelo, e se non capite il napoletano fatelo leggendo il testo: credetemi, ne vale la pena.

Questo post è stato pubblicato il 08 agosto 2010 in . Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

7 Responses to “Suspiro mio carnale”

  1. Siamo in totale sintonia...politica e musicale....

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  2. ...traigo
    sangre
    de
    la
    tarde
    herida
    en
    la
    mano
    y
    una
    vela
    de
    mi
    corazón
    para
    invitarte
    y
    darte
    este
    alma
    que
    viene
    para
    compartir
    contigo
    tu
    bello
    blog
    con
    un
    ramillete
    de
    oro
    y
    claveles
    dentro...


    desde mis
    HORAS ROTAS
    Y AULA DE PAZ


    TE SIGO TU BLOG




    CON saludos de la luna al
    reflejarse en el mar de la
    poesía...


    AFECTUOSAMENTE
    MELTIPARABEN

    ESPERO SEAN DE VUESTRO AGRADO EL POST POETIZADO DE CACHORRO, FANTASMA DE LA OPERA, BLADE RUUNER Y CHOCOLATE.

    José
    Ramón...

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  3. Posso capire.
    Sono rockettara anch'io, ma ho una canzone napoletana che mi piace molto, e mi commuove. Purtroppo adesso non ricordo il titolo. :(

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  4. Grazie, illuminata la mia domenica mattina.
    Grazie anche per tutto il resto, sei bravissimo.

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  5. Metil, come se non bastasse tutto il resto, sei anche romantico?
    Ti amo sempre più.
    R.

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  6. ale, tra un po' fioccano le proposte di matrimonio!!!
    tanto per rimanere in tema, il mio mezzo sangue napoletano ti direbbe "statt'accuort".... ;)

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  7. Ti amo, ti sposerei e clonerei e te lo ribadisco pure. Il mio tutto sangue napoletano ed il mio essere rockettara mi avevano portata a ragionare su questa canzone pochi giorni fa. Ho pensato che anche in epoche patriarcali qualche uomo riusciva ugualmente a provare un amore genuino. Genuino e non invasivo. Ma, in fondo, mio padre era un finto patriarca. Ha sposato mia madre e poi le ha messo tra le mani tutta la libertà possibile, non solo in casa. Le ha messo in mano tutto il suo denaro e lei lo ha moltiplicato investendolo con un acume ed una saggezza incredibili per una ventenne. Così hanno fatto i fratelli di mia madre con le loro mogli, così i padri delle mie amiche. Sono stati mariti fedeli (lo so, ne ho le prove) e matrimoni felici. Nell'arretrato sud c'è stata un'epoca d'oro in cui si diffondeva la cultura del sentimento, in cui fiorivano la canzone ed il teatro napoletani. Detesto scadere nella retorica ma nel chiedermi come mai la prima generazione della mia famiglia sia stata molto più felice della seconda e della terza, sono arrivata a queste conclusioni. Oggi, infatti, abbiamo i neomelodici...

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