INCIPIT per metil

Alessandro mi ha chiesto (come ad altri immagino) di riempire questo spazio con un po' di parole mie durante la sua assenza e volentieri contribuisco per quel che posso. Ultimamente nel mio blog mi sono divertito a scrivere una serie di "incipit" e allora mi pare giusto regalarne uno anche ai lettori Metillari. Quello che mi è venuto, e che spero vi piacerà, è questo: Oltre il mosaico colorato delle finestre l’inverno fischiava monotono il vento gelido dell‘inverno suonando la sua grigia melodia e nella grande sala, incorniciata da arazzi e affreschi raffiguranti scene bucoliche e riveriti omaggi a benefattori e benefattrici, il rumore del cuoio sotto i sandali era assorbito dalla oscillazione elastica del marmo a terrazzo veneziano che, come un onda, si infrangeva sul gesso spatolato delle pareti. Fra Ferrarius, guardiano emerito della Schola Grande San Benedetto, aveva fretta. Era stato convocato d’urgenza dall’ufficio del Sovrintendente e gli era stato ordinato che avrebbe dovuto portare al Consiglio Accademico Secolare il Tomo Primo. Fra Ferrarius ansimava e sudava per il peso di tale responsabilità e anche per la fatica di spostare il proprio corpo, un ammasso di grasso mal distribuito sulla cui sommità insisteva un volto solitamente tronfio che attraverso le fessure degli occhi chiarissimi e il sorriso un po’ beota, pareva perennemente schernire il suo prossimo con l’arroganza tipica dei leziosi, manichei depositari di presunte verità assolute. Pesava il suo grosso corpo e pesava il Tomo che teneva ben stretto al petto con entrambe le braccia e per il frate fu un sollievo raggiungere finalmente la porta che introduceva nella Sala del Consiglio Accademico dove ansiosamente attendevano il suo arrivo. Bussò timidamente ma la terza battuta delle tonde nocche finì nel vuoto perché il pesante portale si aprì svelando il lungo tavolo in rovere intarsiato dietro cui erano accomodati i membri del Consiglio al gran completo. Esattamente al centro spiccava su tutti la candida tonaca finemente decorata del Priore Silverio. Alla sua destra il consigliere anziano Fra Maximo Finiis e alla sua sinistra, nell’ombra ma attento ad assorbire come non mai, l’occhialuto scribano Fra Veltro. Tenevano tutti un atteggiamento esteriore di distacco ma i loro cuori battevano forte contro le costole, impazienti ed eccitati. Tanto quanto prima incespicavano maldestramente alla ricerca di un improbabile dinamismo, ora i piedi adiposi di Fra Ferrarius si muovevano con esasperante lentezza, tastando passo dopo passo il pavimento e contemporaneamente scandagliando con gli occhi tutta la tavolata da destra a sinistra, da sinistra a destra senza soluzione di continuità o distinzione fino a che tutto si risolse in un magma ipnotico concentrato nel centro. Finalmente si trovò a ridosso del tavolo e con sollievo poté liberarsi del fardello che teneva tanto stretto da avergli indolenzito le braccia e le mani. Posò il Tomo impreziosito da una spessa copertina di pelle bruna sualla quale spiccava, incisa in oro, un’iscrizione sintetica quanto inquietante: “Maria di Nazareth – dello stupro e dell’aborto.” Il Priore non disse una parola. Volse il capo prima a destra e poi a sinistra a cercare la silente approvazione dei suoi complici consulenti, alzò la mano e con un gesto comandò l’ingresso di uno sgherro incappucciato che dopo un lungo quanto esageratamente accentuato inchino, agguantò il libro, lo infilò in una busta di velluto nero e se lo mise sottobraccio dissolvendosi nell’oscurità da dove era venuto. Silverio si alzò in piedi imitato da tutti gli altri. Un largo sorriso si aprì sul volto finalmente disteso e lentamente mosse le labbra che scoprirono una fila di denti bianchi. La voce tonante e imperiosa riempì il salone con la frase di rito che tutti ben conoscevano e nell’intimo temevano: “Per la libertà, Vita sia!”. Fra Ferrarius sorrise. Il suo modesto impianto dentale non era gran cosa da esporre in pubblico ma anche la patina marrone e le larghe fessure sembrarono per un momento, solo un istante, brillare. (Marino/Rumoredigente http://rumoridigente.ilcannocchiale.it/)

Questo post è stato pubblicato il 26 febbraio 2008. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

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