Archive for marzo 2008

Astensione differenziata

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Marco Tarquinio su Avvenire:

Nel nostro Paese – dove alle politiche 2006, assai partecipate, poco più di un sesto de­gli aventi diritto ha rinunciato a deporre le sue schede – abbiamo potuto dimenti­care che cosa sia il dovere di correre alle urne sotto l’incalzare di un’urgenza de­mocratica. Eppure basta guardarsi intor­no – e dentro – per rendersi conto che, sta­volta persino più dell’ultima volta, tutti noi avremmo – abbiamo – serissimi mo­tivi per affollare i seggi elettorali.
(...)
Che cosa sta accadendo, dunque? Perché, a due sole settimane dall’appuntamento con un voto talmente importante, il po­tenziale dell’astensione si mantiene su li­velli così alti?
(...)
Neanche l’acceso dibattito sul destino fi­nale della ex compagnia aerea di bandie­ra pare però capace di scuotere e motiva­re quella bella fetta del corpo elettorale che non sa o non vuole "prender partito".
Soffrire di buona memoria, di questi tempi, ha tutta l'aria di essere diventata una specie di condanna: perché può andare a finire (come in effetti, sistematicamente, va a finire) che uno impieghi una ventina di minuti buoni per recuperare un articolo di qualche anno fa, uno di quelli di cui non ricorda che un morso, un accenno, una parola, al solo scopo di rileggerlo, confermare quei ricordi sbiaditi, incazzarsi come cristo comanda e rovinarsi il resto della giornata.
Sta di fatto che l'operazione di ripescaggio, tanto per cambiare, si conclude positivamente: e che quell'articolo (quello di cui non ricordavo che un morso, un accenno, una parola) è qua davanti ai miei occhi.
Si tratta, ovviamente, di un corsivo nel quale il nostro amico editorialista di Avvenire si produceva in una sperticata difesa della posizione assunta dal Cardinal Camillo Ruini, allora Presidente della CEI, in relazione al referendum sulla fecondazione assistita: una posizione, sia detto per inciso, che si sostanziava (sic) in un generoso e generalizzato invito all'astensione.
Così, può accadere che una persona, senza colpo ferire, si renda disponibile ad esortare i cittadini a starsene a casa, invece di andare a votare su questioni che riguardano drammaticamente la salute di migliaia di persone, la ricerca scientifica, la diagnosi prenatale; e che quella stessa persona, due anni dopo, sgrani gli occhi e si stracci le vesti, lagnandosi del fatto che nemmeno la crisi dell'Alitalia (nemmeno quella, cazzo!) riesca a scuotere le coscienze intorpidite degli italiani.
Io vado a farmi venire i conati di là.
Arrivederci.

Pronto, Ale?

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«Pronto, Ale? Sono Barbara».
«Ciao, bellezza, come stai?»
«Bene, grazie, e tu?»
«Diciamo che me la cavo, dai. Che mi racconti?»
«Hai due minuti? Volevo parlarti di una cosa, magari ne tiri fuori un post».
«Spara, sono tutt'orecchi».
«Ecco, ho qua davanti il sito di Zenit...»
«Azz! Non dirmi che hai sgamato una notizia succulenta su Zenit prima di me...»
«Be', se ancora non hai scritto niente, presumo proprio di sì».
«Si vede che sto invecchiando... Allora, che dicono stavolta?»
«Guarda, roba da restare di sasso. C'è un articolo su Pio XII che grida vendetta».
«Dimmi un po'...»
«Ma niente, ti risparmio la solita tiritera: stavolta basta il titolo».
«Cioè?»
«Cioè dicono che il buon Pacelli fu uno strenuo difensore della vita umana, in quanto si oppose all'aborto con incrollabile dedizione».
«Mmm aspetta, aspetta...»
«Ma dico io, ti rendi conto? Ma come, uno che ha benedetto i gagliardetti dei fascisti, che ha fatto finta di non vedere le deportazioni degli ebrei, un difensore della vita? Io trasecolo, guarda...»
«Barbie? Frena un attimo...»
«Come, frena?»
«Eh sì, frena: mi sa che stavolta i nostri amici hanno ragione».
«Stai scherzando, vero?»
«Per niente. L'avevo letta anch'io, 'sta cosa, e volevo scriverci un post, ma poi, riflettendoci, ho dovuto rinunciare. Ripeto, hanno ragione loro».
«Questa adesso me la spieghi, eh?»
«Sinteticamente, che vado di corsa. Allora, supponi di metterti nell'ottica di chi ritiene che l'aborto sia un male assoluto, ok?»
«E mettiamoci nell'ottica... Vai avanti».
«Bene. Ora dimmi qual è, a tuo modo di vedere, il metodo più efficace per evitare che le donne abortiscano».
«Mah, la contraccezione, direi...»
«Bingo. E qual è il metodo contraccettivo più sicuro?»
«Be', il preservativo e la pillola, a quanto ne so...»
«Sbagliato. Il metodo più sicuro è senz'altro la mancata fecondazione: il che equivale a dire, astenersi dal trombare».
«Ah vabbe', se la metti così...»
«Non è che la metto così: è così».
«E quindi?»
«E quindi, a te pare che uno che viene preso e deportato in un campo di sterminio, nel quale presumibilmente creperà di stenti, oppure soffocato in una camera a gas, o alternativamente giustiziato con un colpo alla nuca dal primo scemo cha passa, abbia la minima fantasia di trombare?»
«Non direi...»
«Ecco. Sono venti milioni di trombanti in meno, vuoi mettere?»
«In effetti...»
«Ora ti saluto che ho un cliente. Bacione».
«Ciao Ale».
«Ah, Barbie?»
«Sì?»
«Ci sarebbero anche i settanta milioni schiattati in guerra, tutti maschi pieni di spermatozoi. Aggiungi pure quelli, già che ci sei...»
«Aho, se vai avanti così finisce che lo fanno santo...»
«Aspetta, e vedrai».

Cronaca di un dialogo accidentale

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Domenica 30 marzo 2008, ore 17:10.
Parcheggio la macchina e scendo, mentre a qualche metro di distanza alcuni giovanotti si adoperano per coprire i manifesti elettorali di un candidato con quelli di un altro: di schieramento politico opposto, ovviamente, ancorché caratterizzato da analogo vuoto pneumatico nello sguardo e identico compiacimento nella posa.
Mentre frugo nella tasca alla ricerca delle chiavi di casa, di una sigaretta e del cellulare (simultaneamente, a riprova della mia innata tendenza a fare il passo più lungo della gamba), vengo apostrofato da un indignato passante:

«Aho e mica se po fa'!»
«Scusi?»
«Come, scusi? Ma nun lo vede che fanno? Stanno a copri' la faccia de uno co' quella de n'artro».
«Ah. e allora?»
«Embe', e mica se po fa', no? Nun me pare corretto».
«Mah. A dirla tutta, mi sa che su 'sto muro i manifesti non poteva metterceli neanche quello di prima».
«Ah vabbe', ma lei allora è amico de questo che stanno a attacca' adesso!»
«No, veramente io cercavo le chiavi».
«E che c'entra, scusi?»
«E pure le sigarette e il cellulare».
«Ah, annamo bbene, annamo...»
«Presenterò. Buonasera a lei».

Visto che si parlava di video...

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Non c'è che dire, gente, siamo su livelli di assoluta eccellenza: Volontè che si dimena, Schifani che canta guardando in macchina, Bondi con voce da cherubino, e poi ancora Mastella, Carra, Alemanno, Castagnetti, La Russa, e chi più ne ha più ne metta. Commentate voi, vi prego: io sono completamente sopraffatto dall'emozione.

Porno per mille

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Dal sito "8xmille" della CEI:

I sacerdoti che si dedicano a una parrocchia vivono a tempo pieno per l'annuncio del Vangelo e per il servizio alla comunità loro affidata. In seguito alla revisione del Concordato tra Stato e Chiesa Cattolica, i sacerdoti non hanno più alcuna garanzia automatica e non ricevono più la congrua (una specie di "stipendio") direttamente dallo Stato. Ma restano pur sempre i sacerdoti che noi vogliamo avere a disposizione, sempre, quando abbiamo bisogno di loro. Ma in quale modo oggi i sacerdoti vengono remunerati?
C'è chi gode di uno stipendio, magari di insegnante, e chi è sostenuto dalla propria comunità. Ma c'è anche chi non può contare su queste fonti e che quindi riceve una remunerazione integrativa dall'Istituto Centrale Sostentamento Clero, che utilizza a tale scopo, in prima battuta, i fondi raccolti con le Offerte deducibili per il sostentamento del clero. Qualora queste offerte non fossero sufficienti, si interviene con una parte dei fondi 8xmille destinati alla Chiesa Cattolica. La tua firma ha dunque anche contribuito a sostenere i nostri trentanove mila sacerdoti diocesani impegnati in Italia e nelle missioni nei paesi più poveri del mondo.
Dal Corriere.it di oggi:Così, tanto per darvi un'idea di dove vadano a finire i vostri soldi...

Altro giro, altro premio

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Uyulala, bontà sua, mi ha assegnato il premio "You Make My Day Award", le cui regole si possono riassumere brevemente come segue:

Dai il premio a 10 persone che hanno un blog capace di trasmetterti gioia ed ispirazione, un blog che ti faccia sentire bene quando lo visiti.
Dopo i consueti (ma sentiti) ringraziamenti, ecco, in rigoroso ordine alfabetico, i dieci blog ai quali ho pensato:
A Bagnomaria (è già ora di pranzo?)
Akatalēpsía (eh sì, che sono infiniti)
Aperta Parentesi (in bocca al lupo)
Astrid Nausicaa (siamo colleghi, i suppose)
Francesca (Rimbaud è sempre Rimbaud)
In Soggettiva (la classe non è acqua)
Nella Mutanda di Miranda (ehhh, 'sti maschietti, che pena)
Rip (cit.)
Rosa Nel Pugno (oh yes)
Sinapsi Corrotte (ma corrotte di brutto, eh)
Saluti.

Devo essere io, che non capisco più l'italiano /4

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Allora, gente, so già che non mi riuscirà di essere breve. Per cui prendetevi cinque minuti buoni, mettetevi comodi e abbiate la pazienza di arrivare fino in fondo.
Sulla home page della Repubblica di oggi, tra le notizie più importanti, campeggia il seguente titolo:

Forse sarò io, come recita il titolo di questo post, che non capisco più l'italiano: prima di rassegnarmi definitivamente a tale conclusione, tuttavia, gradirei che qualcuno mi spiegasse quale sia la relazione tra le prime due parole e le successive quattro. In altri termini: vi pare corretto presentare la notizia della laurea di un indagato per omicidio come se fosse ragionevolmente riferibile all'omicidio stesso?
Vabbe', direte voi, che c'entra: queste sono le inevitabili semplificazioni che caratterizzano la comunicazione su internet, da un lato immediata e sintetica, dall'altro sempre tesa a fornire la maggior quantità di informazioni possibile utilizzando spazi estremamente ridotti; d'altronde, se il titolo avesse recitato "Alberto Stasi (indagato, sia detto per inciso, per l'omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco nello scorso mese di agosto) si è laureato", esso sarebbe stato certamente più preciso e veritiero, ma anche irrimediabilmente prolisso, e quindi inappropriato per il mezzo al quale era destinato.
Di fronte a un'obiezione simile, debbo ammetterlo, non posso che chinare il capo: se tanto mi dà tanto, tuttavia, il criterio non dovrebbe essere applicato al solo caso di specie, ma anche a circostanze di diversa natura. Per cui, se siete d'accordo, facciamo una cosa: vediamo in che modo potrebbero essere presentate altre notizie, in omaggio alle considerazioni sin qui svolte sulla sintesi e sulla velocità che debbono caratterizzare la comunicazione online.
A titolo meramente esemplificativo, si potrebbe dar conto delle posizioni dei teodem in merito alle scelte di fine vita, mettendole in relazione con le pratiche cui si dedicano abitualmente taluni dei loro rappresentanti:

O magari, che so io, sarebbe possibile dare la notizia della decisione dell'UDC di non aderire al Partito della Libertà, ricordando nel contempo quali fossero gli svaghi preferiti da certi suoi esponenti:


Sono esercizi, intendiamoci, e nulla di più.
L'altro giorno, per esempio, Benedetto XVI ha affermato che è necessario compiere ogni sforzo per cercare la pace in Darfur, Terra Santa e Tibet; poiché, com'è noto, il protagonista della lodevole esternazione è lo stesso Joseph Ratzinger indagato dalla Corte distrettuale di Harris County (Texas) per la copertura data ai membri del clero responsabili di abusi sessuali su minori, la notizia potrebbe essere presentata come segue:

Voi che ne dite, va bene come sintesi?

Idiozie musicali

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Diciamocelo, gente: a giudicare dagli inni elettorali che hanno predisposto, entrambi gli schieramenti che si giocheranno le prossime elezioni sembrano voler fare a gara a chi è più bravo a prenderere i propri elettori per coglioni. Vi propongo qui di seguito i due capolavori, intitolati rispettivamente "I'm PD" e "Meno male che Silvio c'è": esortandovi a vincere l'imbarazzo che proverete nel guardarli (sarà dura, ma potete farcela), vi prego di visionarli entrambi fino in fondo. E poi, dopo averlo fatto, di votare.

Orbene, amici miei, quello che vi chiedo è: a prescindere dallo schieramento per cui voterete, e quindi tenendo conto esclusivamente dei due inni senza considerare i programmi politici dei rispettivi partiti, da quale dei due vi sentite più presi per il culo? A voi l'ardua sentenza. Saluti.

Create polls and vote for free. dPolls.com

Esemplificazioni dell'adagio "disse la vacca al mulo, oggi ti puzza il culo" /15

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Dal sito di Luca Volontè:

Non che finora l’Ue abbia dimostrato particolare cura e attenzione per chi invece a “salvarsi” (cioè a nascere) c’è riuscito. La diffusione del Prozac, per tener buoni i bambini più vivaci, è sempre più incoraggiata; nelle scuole si propone la masturbazione infantile, nella convinzione di impartire la migliore educazione sessuale possibile.
Capisco.
Negli ambienti cari all'Onorevole Volontè, d'altronde, i discolacci si tengono a bada evocando lo spettro delle fiamme eterne, mentre l'educazione sessuale viene praticata adottando metodi alternativi a quelli attualmente utilizzati nei programmi scolastici; per non parlare di quelli che vogliono strafare e combinano le due cose.
Non c'è confronto, nevvero?

Tortura genetica

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L'atrofia muscolare spinale colpisce un bambino ogni seimila nati vivi.
Nella sua forma più grave, nota come atrofia muscolare spinale di tipo 1 o malattia di Werdnig-Hoffmann, essa causa la paralisi dei muscoli del tronco e l'immobilità della gabbia toracica: nella maggior parte dei casi, quindi, si rendono necessarie la tracheostomia, la ventilazione assistita e la nutrizione artificiale, effettuata con tubi collocati nel naso o direttamente nello stomaco del neonato.
A causa della paralisi dei muscoli respiratori, inoltre, qualsiasi banale infezione bronco-polmonare si trasforma in un vero e proprio evento fatale; la malattia, pertanto, ha generalmente un decorso assai rapido: la morte interviene di solito entro 6 o 7 mesi (caratterizzati dal calvario appena descritto), e assai raramente il neonato supera l’anno di vita.
L'atrofia muscolare spinale è una malattia genetica: il che implica che è possibile individuarla direttamente nell'embrione, attraverso la diagnosi pre-impianto.
Orbene, può accadere che due genitori, avendo già perduto un figlio a causa di quella malattia terribile, si decidano a fare gli esami, scoprano di essere portatori sani e decidano quindi di affidarsi alla fecondazione assistita, in modo da poter accertare se l'embrione sia affetto da quella patologia prima ancora di impiantarlo nell'utero.
Si dà il caso, tuttavia, che nel paese in cui quei genitori hanno la sventura di vivere la diagnosi pre-impianto sia vietata da una legge proibizionista e confessionale che neanche i membri dell'Inquisizione Spagnola avrebbero saputo scrivere meglio di così, e che il Ministro della Salute di quel paese, teoricamente obbligato già da sette mesi ad emanare le linee guida che potrebbero limitare gli effetti disastrosi di quella legge, faccia orecchie da mercante, terrorizzato dagli anatemi degli immancabili integralisti di turno.
Il risultato di questa singolare congiuntura è che i portatori di malattie genetiche, se non hanno i soldi per andare a fare all'estero quello che non possono fare in Italia, hanno di fronte una simpaticissima alternativa: o rinunciano a fare figli, oppure si rassegnano a correre il rischio di vederli nascere, agonizzare qualche mese tra tubi, tubicini e ventilatori, e infine morire.
Il tutto, si badi, in nome della dignità della vita umana.
E poi dicono che questo paese ripudia la tortura...

E salpavano, e via per le tranquille serenità, sotto la bianca luna

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Da Wikipedia:

La spedizione dei Mille è un celebre episodio del Risorgimento italiano, avvenuto nel 1860, quando un corpo di volontari al comando di Giuseppe Garibaldi, partito dalla spiaggia di Quarto (oggi Quarto dei Mille, a Genova), sbarcò in Sicilia occidentale, e conquistò l'intero Regno delle Due Sicilie, patrimonio della casa reale dei Borbone.
Quando si parla di un viaggio e di mille persone, a chiunque viene in mente la vicenda brevemente riassunta qua sopra.
Sta di fatto, però, che ogni anno, in Italia, mille persone partono per un viaggio di natura assai diversa: sono malati terminali, che si suicidano nei modi più atroci pur di non dover continuare a subire le sofferenze che li affliggono, o di non dover affrontare quelle ancora peggiori che li aspettano dietro l'angolo.
Non c'è che dire, amici miei: viviamo in un paese davvero singolare.
Se uno osa proporre non dico l'dea di regolamentare l'eutanasia, ma perfino di provare a mettere in piedi uno straccio di dibattito sul testamento biologico, un esercito di integralisti inizia a blaterare che si sta cercando di attentare alla dignità della vita umana; salvo strafottersene allegramente se mille persone l'anno (sono quasi tre persone al giorno, mica bazzecole) si sparano, si impiccano, si buttano dal decimo piano, infilano la testa in un sacchetto di plastica o chissà che altro, cercando disperatamente di dare alla propria esistenza la dignità che quegli anatemi si ostinano a negarle.
Dicono, d'altro canto, che dalle nostre parti funzioni ancora così: occhio non vede, cuore non duole; anche se non mi risulta, per la verità, che l'ISTAT abbia mai svolto un'indagine statistica sull'ipocrisia.
Mi punge vaghezza, però, che se dovesse decidersi a farlo verrebbero fuori delle cifre da capogiro: almeno finché gli occhi che non vedono, ed il cuore che non duole, sono i propri.
E la dignità è quella degli altri.

Ma comme? Chiagne tutt' 'o cuncertino, addo' ch'avess' 'a chiagnere sul'i'

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Allora, gente, la faccenda è questa.
Una quindicenne di Pordenone rimane incinta: i suoi genitori vorrebbero indurla ad abortire, mentre lei si rifiuta e afferma di voler portare avanti la gravidanza.
Senonché, l'avvocato della giovane ha l'alzata d'ingegno di dare la notizia in pasto ai giornali, i quali iniziano una campagna mediatica al grido di "non strappiamole il feto dal grembo": lasciando così intendere, sia pure in modo non esplicito, che in questo paese sia possibile costringere una minorenne ad abortire contro la sua volontà.
Orbene, mentre mi associo al parere di chi ha ritenuto l'iniziativa dell'avvocato quantomeno inopportuna (se non altro per ragioni di tutela della privacy della ragazza), mi corre l'obbligo di ricordare che in Italia non è possibile sottoporre una minorenne ad aborto se non dopo aver acquisito il suo consenso; in mancanza del quale, pertanto, la gravidanza viene regolarmente portata avanti anche nel caso in cui i genitori esprimano parere contrario.
Tutto chiaro? E allora, ne converrete, non c'è alcunché da temere: la giovane pregna di Pordenone coronerà senza ulteriori ostacoli, e nel compiacimento generale, la sua (legittima) aspirazione alla maternità; e il bello è che ciò non accadrà grazie alle lagne dei soliti crociati, ma per merito della legge che essi propagandano come una delle più subdole e compiute opere del demonio.
Date retta, amici integralisti: stavolta non c'è niente da piangere.
Per cui smettetela di stracciarvi le vesti, mettete da parte i lacrimoni e conservateli per la prossima sceneggiata.
E soprattutto tu, là in fondo: fammi il favore, metti via quel mandolino.

Pro-life poll

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Era una vita, gente, che non vi proponevo un bel sondaggio.
Approfitto quindi di questi due giorni di vacanza per rimediare, invitandovi a pronunciarvi sulle esternazioni antiabortiste di colui che è stato il protagonista indiscusso degli ultimi mesi: prendetevi cinque minuti di tempo, mettetevi comodi, leggete, riflettete e scegliete la dichiarazione più integralista di Giuliano Ferrara, animatore della lista pro-life e paladino degli embrioni di tutto il pianeta.
Se oltre a votare volete dire la vostra, ovviamente, potete lasciare le motivazioni della vostra scelta e le vostre eventuali osservazioni nei commenti.
Avete tempo fino a lunedì sera prima che il sondaggio si chiuda: per cui, amici miei, votate, votate, votate.
E pentitevi una buona volta, miscredenti che non siete altro.








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You must believe in spring

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Davide Rondoni su Avvenire:

E comunque la si metta, sta di fatto che il 21 inizia la primavera [caspita, iniziamo con uno scoop...]. San Benedetto la rondine sotto il tetto, ecc ecc. [chi la fa l'aspetti, chi non risica non rosica, trentatré trentini andarono a Trento...] Rondine o non rondine [questo è il problema: se sia più nobile d'animo...], il calendario dice che la primavera inizia quel giorno [giusto, attenersi ai fatti: quello che si dice una cronaca lucida e spietata].
E visto che tra cambiamenti del clima, caldi che si susseguono a ghiacci [caspita, la storia deve essere ambientata nel Precambriano: interessante...], venti gelidi a mattini tiepidi [eh no, signora mia, non si sa più come vestirsi, guardi, non ci sono più le mezze stagioni], e nel bailamme di notizie, tra climatologi d’opposte scuole, non si capisce più quasi niente [questo è poco ma sicuro: non si capisce niente], teniamoci a quel che è certo [la legge di gravitazione universale?]: la data sul calendario [ah, mi aspettavo meglio], e i segni nella natura [ecco, la natura. mi pare che stiamo venendo al punto].
In questi giorni poi, la retorica elettorale abbonda dei soliti vecchi richiami al fatto d’esser 'nuovi'. E a sentir parlar di 'nuovo' in quella maniera vien voglia di portare i signori candidati all’aperto, farli inginocchiare con le mani legate dietro la schiena [immagine di rara leggiadria], e compiere la stramba allegra esecuzione: abbassare il loro viso fino alla terra, a sentire il profumo d’erba, il lieve odore speziato di un fiore [roba che manco nelle comunità hippy].
Quelli sì, nuovi. Insomma, la data è quella, e i fiori, il fermento delle semine [Rondoni bucolico], le dolci allegrie del sangue [Rondoni ematologico], le luci chiare in cielo [Rondoni astronomico: quando si dice una personalità eclettica, eh?] ci sono. Dunque, se pure come capita per tante altre faccende nella vita di oggi, pare più difficile riconoscerla e chiamarla con il suo nome, ecco: la primavera sta iniziando [oddio, non mi pareva che fosse in atto un attacco laicista contro la primavera, ma insomma...].
Indizi intorno, segni addosso [mmm, andiamo sull'erotico...]. C’è un rinnovarsi di energie, un erompere di nuovi colori [dipende da quello che ti cali: una volta, per esempio, uno che conoscevo ha visto l'arcobaleno nella tazza del cesso].
Il fortissimo e commovente Giacomo Leopardi [aho, forte 'sto Leopardi, eh? proprio ganzo, cazzarola] si rivolge così alla luna: «Tu sai, tu certo a qual suo dolce amore/ rida la primavera?». Questo sorridere della natura, dei fossi [i fossi sorridono?], delle cime degli alberi, ma anche in noi, l’aprirsi di sensibilità, di gusti, è rivolto a un 'dolce amore'? O è un sorriso scemo, un ridere a vanvera? [a vanvera, effettivamente, mi pare piuttosto appropriato] Una specie di sorriso demente? [ecco, ci stiamo avvicinando] Se lo chiede il grande poeta dando voce alla domanda di ogni persona che non sia sfigurata dai colpi di rasoio [dev'essere la giornata delle immagini leggere, non c'è che dire] della superficialità. Questo promettersi di vita, irrefrenabile corsa a sbocciare, a offrire frutti è solo un’inutile generosità momentanea della natura? Un’illusione? [temo di non aver capito la domanda] Oppure la luna sa, anche se i nostri occhi non vedono, che c’è un dolce amore che è destinatario di questo sorriso... [giuro che non ho capito una parola: ma di che parla 'st'articolo?] Non è per spegnersi nel niente [come? devono essersi mescolate le parole: sarà la primavera...]. Da sempre gli uomini hanno atteso e propiziato l’arrivo della primavera. L’hanno chiamata. Con riti di ogni genere, e con opere di parole, di ritmo [opere di ritmo? cos'è, un nostalgico richiamo alle vecchie catene di montaggio della FIAT?]. Riconoscendo che la vita desidera la vita, non la morte [l'acqua desidera l'acqua, non il fuoco, e il silenzio desidera il silenzio, non il rumore: vado bene? imparo in fretta, eh?]. Diciamo di saperlo, che è ovvio [ma cosa?].
Però la primavera ci sorprende [oddio, pure questo articolo non scherza, eh?]. Questo suo sorriso in cerca di un dolce amore ci stupisce, anche solo per un istante. E un poco inquieta [in effetti mi sto inquietando parecchio]. La natura stessa provvede a non farci sembrare tutto, letteralmente, solo 'rosa e fiori' [rosa? una rosa sola? che tirchieria...]. Già nel fiorire dei giardini avvengono tante lotte [ahhh ecco, arriviamo al dunque]. In questo slancio di desiderio vitale si incontrano contrasti, difficoltà, e contraddizioni [ci siamo: immigrazione, pensioni, disoccupazione, conflitto generazionale, insomma i temi importanti: vai così che vai bene]. Come quella da molti patita [ecco che arriva la denuncia sociale]: le allergie [maddai, no, ma come le allergie? una rincorsa di un chilometro per parlare delle allergie?].
Strana contraddizione nel momento in cui i sensi si accendono. E soprattutto, proprio nei giorni dell’inizio della primavera arriva la festa cristiana della Pasqua.
Adesso ho capito: una trentina di righe per dire che domenica è Pasqua.
In occasione del prossimo Natale, se tanto mi dà tanto, dobbiamo aspettarci un volume intero.
Auguri.

La zappa sui piedi

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Nerella Buggio su Cultura Cattolica:

Inutile dire che la vicenda delle vignette satiriche dimostra bene la differenza tra una civiltà che ha conosciuto Cristo e una che ha conosciuto Maometto. Da noi si irride la Chiesa, la politica, e persino le persone toccandole nei loro affetti più cari, o come ha fatto Vauro con la vignetta contro Fiamma Nirenstein umiliandone la storia, ma se qualcuno osa dire che si è esagerato subito il vignettista viene difeso come paladino della libertà di espressione. Per i musulmani invece non solo irridere, ma anche solo rappresentare il profeta può essere rischioso per chi osa farlo, il vignettista danese ne sa qualcosa, Vauro no, perché per Maometto non ha ancora trovato l’estro per disegnare nulla.
Qualcuno, per favore, mi aiuti a capire.
La Buggio, a giudicare dall'incipit del suo intervento, parte con l'obiettivo di dimostrare che la cultura cristiana, caratterizzata da una maggiore apertura nei confronti del dissenso e della satira, dovrebbe ritenersi superiore a quella islamica, di stampo più integralista e confessionale.
Nel secondo paragrafo dell'articolo, tuttavia, l'autrice lascia intendere in modo inequivocabile di non gradire affatto quella tolleranza, che a suo modo di vedere si traduce spesso e volentieri in deprecabile permissivismo.
Orbene, il fatto che sia la stessa editorialista, sulla base di quanto espresso nel primo capoverso, a ricollegare la tolleranza della civiltà occidentale nei confronti della la satira alla circostanza che tale civiltà abbia conosciuto Cristo piuttosto che Maometto, combinato con l'esplicita condanna di quella tolleranza che è inequivocabilmente contenuta nel secondo paragrafo, conduce ad un inevitabile (quanto grottesco) ribaltamento dell'assunto iniziale; la Buggio, pur essendo intenzionata a dimostrare la superiorità della cultura cristiana rispetto a quella islamica, finisce maldestramente per affermare contrario.
Ecco allora che il periodo conclusivo, che nelle intenzioni dell'autrice dovrebbe costituire la trionfale chiusura del ragionamento, diventa una vera e propria tagliola: la civiltà islamica, infatti, è quella che non consentirebbe mai a uno come Vauro di disegnare senza colpo ferire vignette satiriche; circostanza, questa, che la Buggio sembra ritenere ampiamente preferibile.
Insomma, gente, delle due l'una: o la Buggio è musulmana senza saperlo, oppure sta cercando di dirci che Cristo è responsabile del laicismo e del premissivismo che a suo modo di vedere infestano la nostra società.
A meno che (circostanza, invero, tutt'altro che improbabile) non ci troviamo di fronte alla perfetta esemplificazione del noto adagio di cui al titolo di questo post.
Fa male, eh?

Denunciateli (reprise)

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Sul Corriere.it di oggi si può prendere visione di un video assai istruttivo: una giornalista, fingendosi alla disperata ricerca della pillola del giorno dopo, compie una vera e propria peregrinazione notturna per gli ospedali milanesi, scontrandosi con una sfilza di medici obiettori più lunga di una processione.
La simpatica avventura ha inizio intorno alle 20:30 e si conclude alle 01:50, allorché il medico di guardia dell'ennesimo ospedale si degna di procedere alla richiesta prescrizione, non senza premurarsi di paventare alla donna una sconcertante serie di gravissimi (quanto fantasiosi) effetti collaterali del farmaco.
L'occasione, come suol dirsi, mi è gradita per ricordare alcuni concetti che sarà bene tenere a mente:

  1. la pillola del giorno dopo non è un farmaco abortivo, com'è spiegato chiaramente in questo documento;
  2. poiché la pillola del giorno dopo non è un farmaco abortivo, i medici che si rifiutano di prescriverla dichiarandosi obiettori di coscienza commettono un abuso bello e buono;
  3. l'efficacia della pillola del giorno dopo diminuisce in modo esponenziale con il passare delle ore: la circostanza che alla fine della via crucis un ginrcologo abbia accettato di prescriverla, quindi, non vale a sanare le responsabilità di tutti i medici precedenti, in relazione alle possibili conseguenze del ritardo nell'assunzione;
  4. quei medici, di conseguenza, possono essere denunciati per interruzione di pubblico servizio e/o per omissione in atti d'ufficio: il fac simile della denuncia si può scaricare a questo indirizzo;
  5. naturalmente, c'è chi la denuncia l'ha già fatta: date un'occhiata qua per sapere a che punto è arrivato l'iter giudiziario della vicenda.
Voi mi direte: ma non le avevi già scritte, 'ste cose? A che pro tornarci sopra?
Prima di tutto perché ripetersi, a volte, può essere utile: hai visto mai che qualcuno, e soprattutto qualcuna, non aveva letto l'altro post?
In secondo luogo, per un particolare di questo filmato che trovo a dir poco agghiacciante.
Fateci caso: nella reception dell'ultimo ospedale (quello nel quale viene finalmente fuori il medico che accetta di procedere alla prescrizione) ha luogo un dialogo singolare. La giornalista, infatti, chiede all'infermiera di turno:
"Visto che non usa più chiamare se sono obiettori, possiamo sapere come sono i ginecologi stasera?"
Avete capito? Se i medici sono obiettori, non solo si rifiutano di prescrivere la pillola del giorno dopo (commettendo un abuso), ma non vogliono nemmeno essere infastiditi.
Come ho già detto, gente: svegliamoci, o questi ci si mangiano vivi.
Il bello (o il brutto, fate voi) è che hanno già cominciato a masticare.
Li sentite o non li sentite, i molari?

Lost (just another post)

10 Commenti »

Ebbene sì, non ho potuto fare a meno di sottopormi anch'io al test. Però c'è un fatto: io Lost non l'ho mai guardato. C'è qualcuno meglio informato disponibile a darmi delucidazioni?

Sì, così, ancora

4 Commenti »

La donna nella foto si chiamava Chantal Sébire.
Era affetta da un neuroblastoma che l'aveva completamente sfigurata e le procurava dolori atroci.
Chantal non aveva alcun mezzo farmacologico per alleviare quelle sofferenze: era allergica alla morfina.
Aveva chiesto di morire dolcemente e di porre fine alla sua agonia.
Aveva perfino trovato un medico disposto a farlo.
I giudici, naturalmente, glielo avevano negato.
Chantal è morta ieri mattina, a casa, circondata dai suoi tre figli.
Le autorità parlano di "cause non ancora accertate", ma è chiaro come il sole che si è trattato di un suicidio.
I soliti zeloti, da domani, avranno un'infelice in meno a cui poter imporre la loro carità pelosa.
Si consoleranno, questi crociati, potendo blaterare ancora una volta che loro non c'entrano.
Fosse stato per loro, avrebbero continuato a torturarla fino all'ultimo respiro.
D'altra parte, il vero segreto del piacere sta tutto nel saper prolungare i preliminari.

92'

5 Commenti »

Un esercito vittorioso prima vince, poi dà battaglia; un esercito destinato alla sconfitta prima dà battaglia, poi spera di vincere. (Sun Tzu)

Anonimato, che passione

6 Commenti »

Da un commento (anonimo, s'intende) a un precedente post:

sembra un disco rotto, solo pinochet sapete tirare fuori
Capirai, mi hai detto niente...
ma vogliamo parlare della ferocia dei guerriglieri comunisti che pinochet era costretto a combattere?
Già, guerriglieri tipo Victor Jara, notoriamente ferocissimo, specie con la chitarra in mano...
gente senza scrupoli che rapiva uccideva torturava in nome del maoismo?
Povero Pinochet. Gli è toccato far fuori 2095 persone e farne scomparire altre 1.102 (massì, dai, sono i dati di quei miscredenti della Commissione Retting, pura propaganda laicista), per non parlare di tutti quelli che ha dovuto coscienziosamente torturare uno per uno. Solo a pensarci, mi viene da piangere.
diciamola tutta la storia!
Massì, diciamola tutta. Diciamolo, che Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla, si premurò di inviare a questo stinco di santo la sua benedizione apostolica (non dei semplici auguri, si badi: una benedizione in piena regola, roba di prima qualità) in occasione delle sue nozze d'oro (matrimonio in chiesa, ci mancherebbe), che il suo Segretario di Stato, il Cardinale Angelo Sodano, ebbe modo di fargli pervenire nientepopodimeno che una testimonianza della sua "più alta considerazione", e che la sua morte fu salutata da un funerale religioso in pompa magna (essì che lo meritava, lui, mica come Welby, che era un peccatore coi controcoglioni).
i comunisti come metilparaben
Non sono comunista, amico mio. Ah, già, dimenticavo. Per quelli come te uno vale l'altro: comunisti, ebrei, radicali, relativisti, laicisti, massoni, froci, lesbiche, puttane, rottinculo e negri, tutti la stessa razza. Infami sradicatori delle radici cristiane dell'occidente, roba da estirpare come la gramigna.
fingono di dimenticare che cosa ha combinato l'ateismo comunista nel ventesimo secolo
E quindi, consapevoli del fallimento del comunismo, dovremmo chiudere un occhio sul fatto che il regime (comunista) cinese stermini senza colpo ferire un numero imprecisato di pacifici monaci buddhisti. Mi pare che la cosa fili perfettamente.
la piu' grande follia di tutti i tempi!
Si chiama proiezione, Anonimo: trattasi dell'irresistibile tentazione di attribuire ad altri i nostri stessi problemi. Chi vi indulge, generalmente, non ne è consapevole.
Non mi pare che tu faccia eccezione.

Inequivocabilmente, un prete

13 Commenti »

Quello che vedete nella foto è inequivocabilmente un prete.
Si chiama Don Gallo, ed è il fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova.
A proposito del vespaio che si è scatenato dopo il suicidio del ginecologo del Gaslini, ha avuto modo di dichiarare:

Un medico che si dichiara obiettore non è un medico completo, non dà al paziente una risposta completa.
(...)
Al centro di tutto rimane il principio dell'autodeterminazione della donna.
(...)
La legge 194 è passata attraverso un referendum.
(...)
Sembra che al di fuori dell'etica cattolica non possa esistere alcuna etica, questo non può reggere.
Wikipedia ricorda che Don Gallo, nel corso della sua carriera, ha dovuto subire vari trasferimenti a causa delle sue idee e dei suoi metodi, giudicati sovversivi dalle gerarchie vaticane.
Chissà come lo giudicheranno adesso, quelle gerarchie, un prete che sottolinea l'importanza dell'autodeterminazione individuale, che afferma la legittimità di una legge dello Stato, che nega l'esistenza di un monopolio dell'etica in capo alla Chiesa di cui essi rappresentano il vertice politico.
E chissà cosa ne penserebbero, di quel prete, se sapessero che raccoglie perfino la stima di un miscredente come me.
Magari, chi lo sa, continuerebbero ottusamente a trasferirirlo un'altra volta, e un'altra volta ancora; magari lo faranno davvero, senza il condizionale, e forse, chissà, faranno lo stesso con chi, dopo di lui, si troverà a pronunciare analoghe eresie portando addosso lo stesso abito.
Finché non si renderanno conto, fuori tempo massimo, che aveva ragione lui.
Non può reggere.
Sicuro come la morte, che non reggerà.

Onanismo tibetano

7 Commenti »

Dal Corriere della Sera di ieri:

In merito al discusso silenzio di Benedetto XVI durante la celebrazione di domenica scorsa, il segretario della Cei, monsignor Giuseppe Betori, in una conferenza stampa conclusiva del Consiglio permanente dei vescovi italiani, riunitosi a Roma ha spiegato che il papa «troverà i modi e i tempi» di intervenire su quanto sta succedendo in Tibet. «Non possono essere i mass media» a decidere i suoi interventi, ha dichiarato Betori.
Non mi pare, a onor del vero, che ci sia granché di cui meravigliarsi.
Tanto per cominciare, infatti, i tibetani sono buddhisti, e Joseph Ratzinger ha già avuto modo di rilevare come il buddhismo consista essenzialmente in «una spiritualità autoerotica che offre trascendenza senza imporre obbligazioni religiose concrete».
In secondo luogo, i monaci in questione si sono lasciati ammazzare quasi tutti in mezzo alla strada, il che dimostra in modo inequivocabile che già da un bel pezzo avessero abbandonato i pancioni delle rispettive madri.
In estrema sintesi, un branco di segaioli smidollati, per giunta manco embrioni.
Come pretendere, dunque, che il nostro amico trovi tempo anche per loro?
Qua c'è da stare in trincea e difendere la vita, gente.
Altro che cazzi.

Un due tre stella!

2 Commenti »

Dalle news del Corriere.it:

Immigrazione: anche in Svizzera diventa legale il taser
GINEVRA - Anche la polizia svizzera potra' usare i taser, le armi in grado di paralizzare una persona con potenti scariche elettriche - gia' al centro di polemiche negli Stati Uniti - nei processi di espulsione di stranieri indesiderati. Lo ha deciso a Berna il parlamento elvetico. (Agr)
I non immigrati omicidi, stupratori, rapinatori, estorsori e sequestratori, invece, potranno continuare a giocarsi la consueta chanche di svignarsela.
D'altra parte si tratta di svizzeri, mica di negri.

Otto per mille: tutta la verità

15 Commenti »

L’otto per mille è il meccanismo con cui lo Stato italiano, attraverso la scelta dei contribuenti, devolve una percentuale del gettito fiscale IRPEF (pari, appunto, all’8‰) allo Stato, alla Chiesa Cattolica o ad altre confessioni religiose.
Il meccanismo fu messo a punto a seguito del nuovo Concordato del 1984, con il quale la religione cattolica cessò di essere religione di Stato, e quindi per lo Stato stesso divenne impossibile pagare direttamente gli stipendi del clero cattolico, come invece avveniva a partire dal Concordato del 19291 (c.d. “congrua”).
Negli anni successivi lo Stato ha siglato analoghi accordi anche con le Assemblee di Dio, con la Chiesa Valdese e con i Luterani, con gli Avventisti e con le Comunità Ebraiche; nel 2000, inoltre, lo Stato ha firmato intese anche con l’Unione Buddista Italiana e con i Testimoni di Geova, ma queste non sono ancora state ratificate dal Parlamento.
Il meccanismo dell’otto per mille è apparentemente semplice: ogni cittadino che presenta la dichiarazione dei redditi sceglie se destinare l’8‰ della propria IRPEF allo Stato, alla Chiesa Cattolica, agli Avventisti, alle Assemblee di Dio, ai Valdesi, ai Luterani, agli Ebrei, ovvero se non operare alcuna tra queste scelte.
È proprio in quest’ultima possibilità che si annida la parte “non trasparente” della vicenda, perché l’8 per mille di coloro che non esercitano alcuna scelta (i quali, sia detto per inciso, sono la maggioranza), che a rigor di logica non dovrebbe essere destinato ad alcuno dei sette beneficiari, viene invece ridistribuito tra questi ultimi, nella proporzione corrispondente alle scelte effettuate da chi ha esercitato l’opzione.
Per chiarire il meccanismo potrà essere utile un esempio pratico, basato sui dati relativi ai redditi dell’anno 2000.

Importo complessivo dell’8 per mille:
€ 897.077.477

Contribuenti che hanno espresso la scelta:
39,62%

Contribuenti che non hanno espresso la scelta:
60,38%

Gettito IRPEF corrispondente alle scelte espresse:
€ 355.422.084

Gettito IRPEF corrispondente alle scelte non espresse:
€ 541.655.363

Come dicevamo, questi ultimi cinquecento e passa milioni, provenienti da coloro che non hanno espresso alcuna volontà, vengono ridistribuiti tra i sette beneficiari in base al calcolo che si va qui di seguito ad illustrare.
Tanto per iniziare, si prendono in esame i contribuenti che hanno scelto esplicitamente la destinazione del proprio otto per mille, calcolando quale percentuale abbiano ottenuto, tra quei soli contribuenti, i sette possibili beneficiari. Qui di seguito si riportano le percentuali in questione, espresse in rapporto alla sola quota dei contribuenti che hanno esercitato l’opzione (in verde) e in rapporto al totale dei contribuenti (in rosso):

Chiesa Cattolica:
Percentuale ottenuta sui contribuenti che hanno scelto: 87,25%
Percentuale ottenuta sul totale: 34,57%

Stato:
Percentuale ottenuta sui contribuenti che hanno scelto: 10,28%
Percentuale ottenuta sul totale: 4,08%

Valdesi :
Percentuale ottenuta sui contribuenti che hanno scelto: 1,27%
Percentuale ottenuta sul totale: 0,51%

Comunità Ebraiche:
Percentuale ottenuta sui contribuenti che hanno scelto: 0,42%
Percentuale ottenuta sul totale: 0,16%

Luterani:
Percentuale ottenuta sui contribuenti che hanno scelto: 0,31%
Percentuale ottenuta sul totale: 0,12%

Avventisti:
Percentuale ottenuta sui contribuenti che hanno scelto: 0,27%
Percentuale ottenuta sul totale: 0,10%

Assemblee di Dio:
Percentuale ottenuta sui contribuenti che hanno scelto: 0,20%
Percentuale ottenuta sul totale: 0,08%

A questo punto si prende il totale dell’8 per mille non optato (pari, come si è visto, a cinquecento milioni di euro abbondanti) e lo si ripartisce tra i sette beneficiari, nelle stesse percentuali risultanti dalle scelte di chi ha esercitato l’opzione: alla Chiesa Cattolica, quindi, andrà l’87,25% di quell’importo, allo Stato il 10,28%, e così via, con le sole eccezioni dei Valdesi e delle Assemblee di Dio, che non partecipano a questa seconda distribuzione poiché devolvono la loro quota allo Stato.
L’effetto paradossale di questo meccanismo sta nel fatto che i beneficiari dell’8 per mille (e in particolar modo la Chiesa Cattolica) si vedono distribuire non solo i fondi di coloro che hanno scelto a chi erogarli, ma anche il denaro di quelli che non hanno espresso alcuna scelta. Per dirla con semplicità, non c’è scampo: l’8 per mille dell’IRPEF di ogni contribuente deve per forza essere destinato a uno o più di questi sette soggetti, che lo si voglia o no.
Il che produce, dati alla mano, ulteriori effetti ancora più paradossali.
Proviamo, infatti, a leggere un’altra serie di dati: per ogni beneficiario sono evidenziati in verde i fondi erogati in base alle scelte esplicite dei contribuenti, e in rosso i soldi ricevuti da coloro che non hanno esercitato alcuna scelta:

Chiesa Cattolica
Fondi erogati da chi ha scelto: 310.105.768
Fondi erogati da chi non ha scelto: 472.594.304

Stato
Fondi erogati da chi ha scelto: 36.537.390
Fondi erogati da chi non ha scelto: 63.644.505

Valdesi
Fondi erogati da chi ha scelto: 4.513.860
Fondi erogati da chi non ha scelto: 0
Comunità Ebraiche
Fondi erogati da chi ha scelto: 1.492.773
Fondi erogati da chi non ha scelto: 2.274.953

Luterani
Fondi erogati da chi ha scelto: 1.101.808
Fondi erogati da chi non ha scelto: 1.679.132

Avventisti
Fondi erogati da chi ha scelto: 959.640
Fondi erogati da chi non ha scelto: 1.462.469

Assemblee di Dio
Fondi erogati da chi ha scelto: 710.844
Fondi erogati da chi non ha scelto: 0

Com’era ovvio aspettarsi (il numero di contribuenti che non esercitano l’opzione è di gran lunga superiore al numero di coloro che optano), ciascuno dei sette beneficiari (con le due eccezioni di cui si è detto) percepisce la maggior parte dei fondi non da chi ha voluto destinarglieli, ma da coloro che non hanno espresso alcuna intenzione in tal senso.
E' altrettanto evidente in base a questo meccanismo è proprio la che la Chiesa Cattolica, che raccoglie il maggior numero di consensi tra coloro che scelgono, ad avvantaggiarsi più di tutti dei soldi di chi non ha esercitato l'opzione.
Orbene, muovendo dal presupposto (ovvio, per la verità) che chi desidera destinare l’otto per mille della sua IRPEF alla Chiesa non deve fare altro che apporre una firma sul frontespizio della dichiarazione, si può desumere che chi non firma non desidera che quella destinazione abbia luogo: cionondimeno, circa l’85% del suo otto per mille viene comunque destinato alla Chiesa Cattolica, in base al meccanismo di ridistribuzione di cui si è detto sopra.
La conseguenza di tutta questa pappardella è che un mucchio di gente regala i propri soldi alla Chiesa Cattolica senza saperlo, e la Chiesa, da parte sua, accetta di buon grado senza battere ciglio.
Che ne dite, gente, dalla prossima dichiarazione dei redditi vogliamo stare attenti a dove finiscono i nostri quattrini?

Metilparaben al Municipio

26 Commenti »

Allora, gente, la storia è questa: i Radicali hanno deciso di candidarmi alle prossime elezioni amministrative.
Se qualcuno di voi fosse residente nel Primo Municipio di Roma, e fosse abbastanza fuori di testa da volermi votare, potrà barrare il simbolo della Lista Bonino (vedasi immagine in cima al post) e scrivere sulla scheda grigia (quella del Municipio) il mio nome, ovvero Capriccioli.
Ah, dimenticavo: non scrivete Metilparaben.
Mi punge vaghezza che la cosa annullerebbe la scheda...
Saluti.

2 meno meno

5 Commenti »

Dal sito di Luca Volontè:

Si è già avuto modo di riflettere sulla questione antidemocratica del voto "inutile", presupposto al di là della volontà di chiunque lo affermi, della inutilità del voto [la questione del voto inutile è il presupposto dell'inutilità del voto? iniziamo bene...]. Ora [virgola] nella campagna elettorale emerge una sottile e ambiguità affermazione [ambiguità o affermazione? oppure un'affermazione ambigua? o un'ambiguità affermata? mah...] , [niente virgola, qua, ma punto e virgola: respira, no?] se voti il partito di Tizio o di Caio rischi di non far vincere Sempronio o Ottavio [cos'è, un indovinello?]. La vicenda trae origine dal presupposto che ci siano voti buoni e cattivi, ma allo steso tempo [cos'è il tempo steso? una teoria come quella dello spazio-tempo curvo?] ne è una evoluzione meschina. La democrazia è tale perché mette, come una livella, sullo stesso piano Tronchetti Provera e il capopiazzale dell’Agip di Lainate, [punto e virgola, qua: non senti che c'è bisogno di prendere fiato?] per entrambi il voto è l’espressione utile della propria volontà e della propria libera scelta. Non solo, [e insisti: togli 'sta virgola e metti due punti] nell’agone pubblico si propongono progetti diversi, a volte opposti per la soluzione dei problemi del Paese. Idee di chi sia l’uomo e la persona [l'uomo e la persona sono due, plurale: non "chi sia" ma "chi siano"], di cosa e come valorizzare la famiglia [esplicitando: di cosa valorizzare la famiglia; e che significa?] fondata o meno sul matrimonio, se riconoscere il valore della società o invece se la politica di partito sia fonte della felicità [la frase non ha senso: hai scritto così perché società e felicità fanno rima?]. Vero è che in alcuni casi e talune affermazioni di diversi leader [in alcuni casi e talune affermazioni? che volevi dire?], fanno vanto [saresti così gentile da chiarire chi sia il soggetto della frase?] di sentirsi "anarchici" o "mediatori" sui valori non negoziabili [che guazzabuglio, 'sta frase! chi è che si vanta? le affermazioni? i casi? i leader? i valori non negoziabili? mah...]; altri [ma altri rispetto a chi?] sugli stessi principi fondano la propria identità, altri ancora ancorano l’idea di persona e famiglia alla ideologia marxista [altri ancora vanno in giro in bici, ma che c'entra?]. Perciò vale la pena, ancora una volta, rammentare un bel passo di Giovanni Paolo II nel suo "Memoria ed identità", sullo "scopo del potere, cioè il bene comune" [virgola] che trova il suo presupposto indispensabile nel rispetto delle norme etiche fondamentali. O [virgola! ma che è, una sindrome dei deputati?] come diceva Aristotele, "sarà frutto delle virtù civiche se un dato sistema non si corromperà" [mica ho capito, che c'entra questa frase con la precedente] . Detto questo [ma detto cosa, che non si è capito niente?], rimane aperta una questione di lana caprina che pare venga diffusa a piene mani [la lana caprina diffusa a piene mani? siamo sull'onirico spinto, eh?] a beneficio di due, [ecco, questa non ci andava, di virgola] delle quattro formazioni più accreditate, [qua ci vanno due punti, non la virgola] appunto se voti Tizio rischi di far perdere Sempronio [e insisti?]. Il buon senso di chiunque arriva a comprendere che se Sempronio avesse avuto l’interesse a vincere, avrebbe potuto allearsi con Tizio ma se ciò non è avvenuto, non si può pretendere che, uguali alla linea di partenza, i soggetti politici concorrenti e avversari tra loro, non conducano sino in fondo e al meglio la "gara" elettorale [frase da leggere tutto d'un fiato: in confronto a quest'uomo, gente, James Joyce non era un cazzo di nessuno]. Sarebbe come accusare della sconfitta della Mclaren nel Gran Premio di Melburne, la Ferrari che avrebbe vinto [altro sublime nonsense: ma c'è, in tutto l'articolo, una sola frase di senso compiuto?]. Nella competizione elettorale, quelle [quelle quali?] persone [virgola, cazzo] associate allo scopo di perseguire il bene comune a partire da ideali condivisi, propongono i loro stessi principi, le soluzioni che ne scaturiscono, l’orizzonte di responsabilità e serietà di cui sono portatori ai concittadini. Gli elettori, col libero voto, dimostreranno quale idea di persona, famiglia, società e futuro del paese scelgono di condividere [tre righe di seguito sono inspiegabilmente comprensibili: devo preoccuparmi?]. Chiedere, propagandare [chiedere o propagandare?] che non solo il voto possa essere inutile ma pure dannoso per la stabilità del governo [la frase è contorta; io proverei così: "propagandare l'idea che il voto non solo possa essere inutile, ma perfino dannoso per la stabilità del governo..."] , [questa virgola è di troppo] è francamente fuori da ogni consapevolezza di cosa sia il confronto elettorale e democratico. Pensate di essere un tale [ci siamo! una delle sue celeberrime parabole! vediamo un po'...] colpito da un passante da un calcione [da un passante "con" un calcione, non "da" un calcione] alla gamba e poi finire denunciati per aver le ossa dure [che immagine di rara efficacia!]; immaginate [ancora! un'altra parabola! grande!] di correre una gara podistica [virgola] e una volta vinta la gara, [ecco, qua la virgola non andava] essere radiati dalla competizione per aver battuto l’avversario e così potremo continuare all’infinito [sarebbe una meraviglia!]. Il postulato, teorico e pratico [un postulato teorico e pratico? interessante...], della democrazia è semplicemente quello di formare un società ["un" società? ma come, proprio tu, così attento alle differenze di genere...] di uomini liberi che insieme perseguono il bene comune. Evitare, irridere, stravolgere e condizionare il voto del libero cittadino con polemiche ridicole e confuse [senti chi parla di confusione...] non depone a favore di una chiara consapevolezza di cosa sia una competizione elettorale [potevi dirlo in modo più snello, eh?]. La Mclaren o la Ferrari, Rossi o Stoner mai si sognerebbero di accusare l’avversario, che abbia rispettato le regole della competizione, di avergli impedito [La McLaren, la Ferrari, Rossi e Stoner sono più di uno: "di aver loro impedito", o no?] di aver vinto, solo perché voleva egli stesso [ma egli stesso chi? non s'è appena detto che i soggetti della frase sono quattro?] la corona d’alloro. Sarebbe folle il solo pensarlo, come se [ancora! un altro paragone! non vedevo l'ora...] i tifosi dell’Inter se la prendessero con gli inglesi che hanno vinto meritatamente [il concetto s'è capito, ora basta: a che pro fare cento volte lo stesso esempio?]. Immaginate cosa accadrebbe se il nostro comportamento quotidiano partisse dalle considerazioni [perché al plurale? la considerazione è una, o no?] dell’inutilità di chi non è d’accordo con noi o dalla insinuante idea che i nostri leali competitori non dovessero [debbano: con i tempi andiamo malino, eh?] partecipare ai confronti? Certo, si ridurrebbe la scelta dei cittadini, sino a lasciare [non "lasciare", ma "lasciarne"] una sola. Ma come i cosiddetti lib-lab, dall’anarchia confusa ["anarchia confusa" è sublime] sui valori, pretendono il duopolio elettorale e accusano gli altri concorrenti di partecipare al confronto? [non credo che la frase sia comprensibile, neanche previa accuratissima decodifica] Idea troppo originale [per essere originale è originale: si tratta di stabilire se sia un'idea, ma insomma...] anche per la più sfegatata tifoseria, ma i cittadini italiani ragiona [casomai "ragionano"] molto più di quanto pensino taluni politici.
Sull'esattezza dell'ultima frase, Onorevole, non c'è alcun dubbio.

Clerical typo (reprise)

4 Commenti »

Allora, gente, pare che l'arcano sia stato svelato.
Facciamo un passo indietro: in un post di ieri rendevo conto del fatto che digitando nella barra del browser l'indirizzo del mio blog, e dimenticando la "s" di "blogspot", veniva fuori un bel sito di apologetica biblica.
Non nascondo che per qualche minuto ho coltivato l'illusione di essere diventato tanto inviso agli integralisti da indurli a procurarsi una sorta di rendita parassitaria a mio carico: cercano di redimere ogni miscredente che viene da me, ho pensato, contando sul fatto che potrebbe sbagliare a scrivere l'indirizzo.
La realtà, come spesso accade, è invece assai diversa dall'immaginazione: così, si è scoperto che i nostri amici hanno attivato uno script (credo si dica così) che dirotta i navigatori sul loro sito ogni volta che digitano un nome compreso nel dominio "blogpot" (vale a dire il famoso "blogspot" senza la "s"), anche se quel dominio, in effetti, non esiste. Per verificarlo, è sufficiente digitare un pugno di lettere a caso, seguite dal dominio in questione, come ad esempio:

In buona sostanza, quindi, il meccanismo è il seguente: costoro si beccano non solo le visite di tutti quelli che vogliono venire da me (lo so, sono un egocentrico e ben mi sta), ma anche quelle di ogni persona che, cercando di accedere ad un blog qualsiasi di blogspot, ometta di scrivere la "esse" incriminata; perfino nel caso in cui, oltre a dimenticarsi quella lettera, sbagli a digitare anche il nome del blog.
Il che, in estrema sintesi, può tradursi così: prenditi tutto quello che puoi, anche se proviene da chi non ha la minima intenzione di dartelo.
Ebbene, io sarò uno che pensa sempre male, ma la cosa, debbo dirlo, mi ricorda in modo inquietante il meccanismo dell'otto per mille: ripassatevelo qua, e ditemi voi se il principio non è lo stesso.
O sbaglio?

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