L’otto per mille è il meccanismo con cui lo Stato italiano, attraverso la scelta dei contribuenti, devolve una percentuale del gettito fiscale IRPEF (pari, appunto, all’8‰) allo Stato, alla Chiesa Cattolica o ad altre confessioni religiose.
Il meccanismo fu messo a punto a seguito del nuovo Concordato del 1984, con il quale la religione cattolica cessò di essere religione di Stato, e quindi per lo Stato stesso divenne impossibile pagare direttamente gli stipendi del clero cattolico, come invece avveniva a partire dal Concordato del 19291 (c.d. “congrua”).
Negli anni successivi lo Stato ha siglato analoghi accordi anche con le Assemblee di Dio, con la Chiesa Valdese e con i Luterani, con gli Avventisti e con le Comunità Ebraiche; nel 2000, inoltre, lo Stato ha firmato intese anche con l’Unione Buddista Italiana e con i Testimoni di Geova, ma queste non sono ancora state ratificate dal Parlamento.
Il meccanismo dell’otto per mille è apparentemente semplice: ogni cittadino che presenta la dichiarazione dei redditi sceglie se destinare l’8‰ della propria IRPEF allo Stato, alla Chiesa Cattolica, agli Avventisti, alle Assemblee di Dio, ai Valdesi, ai Luterani, agli Ebrei, ovvero se non operare alcuna tra queste scelte.
È proprio in quest’ultima possibilità che si annida la parte “non trasparente” della vicenda, perché l’8 per mille di coloro che non esercitano alcuna scelta (i quali, sia detto per inciso, sono la maggioranza), che a rigor di logica non dovrebbe essere destinato ad alcuno dei sette beneficiari, viene invece ridistribuito tra questi ultimi, nella proporzione corrispondente alle scelte effettuate da chi ha esercitato l’opzione.
Per chiarire il meccanismo potrà essere utile un esempio pratico, basato sui dati relativi ai redditi dell’anno 2000.
Importo complessivo dell’8 per mille:
€ 897.077.477
Contribuenti che hanno espresso la scelta:
39,62%
Contribuenti che non hanno espresso la scelta:
60,38%
Gettito IRPEF corrispondente alle scelte espresse:
€ 355.422.084
Gettito IRPEF corrispondente alle scelte non espresse:
€ 541.655.363
Come dicevamo, questi ultimi cinquecento e passa milioni, provenienti da coloro che non hanno espresso alcuna volontà, vengono ridistribuiti tra i sette beneficiari in base al calcolo che si va qui di seguito ad illustrare.
Tanto per iniziare, si prendono in esame i contribuenti che hanno scelto esplicitamente la destinazione del proprio otto per mille, calcolando quale percentuale abbiano ottenuto, tra quei soli contribuenti, i sette possibili beneficiari. Qui di seguito si riportano le percentuali in questione, espresse in rapporto alla sola quota dei contribuenti che hanno esercitato l’opzione (in verde) e in rapporto al totale dei contribuenti (in rosso):
Chiesa Cattolica:
Percentuale ottenuta sui contribuenti che hanno scelto: 87,25%
Percentuale ottenuta sul totale: 34,57%
Stato:
Percentuale ottenuta sui contribuenti che hanno scelto: 10,28%
Percentuale ottenuta sul totale: 4,08%
Valdesi :
Percentuale ottenuta sui contribuenti che hanno scelto: 1,27%
Percentuale ottenuta sul totale: 0,51%
Comunità Ebraiche:
Percentuale ottenuta sui contribuenti che hanno scelto: 0,42%
Percentuale ottenuta sul totale: 0,16%
Luterani:
Percentuale ottenuta sui contribuenti che hanno scelto: 0,31%
Percentuale ottenuta sul totale: 0,12%
Avventisti:
Percentuale ottenuta sui contribuenti che hanno scelto: 0,27%
Percentuale ottenuta sul totale: 0,10%
Assemblee di Dio:
Percentuale ottenuta sui contribuenti che hanno scelto: 0,20%
Percentuale ottenuta sul totale: 0,08%
A questo punto si prende il totale dell’8 per mille non optato (pari, come si è visto, a cinquecento milioni di euro abbondanti) e lo si ripartisce tra i sette beneficiari, nelle stesse percentuali risultanti dalle scelte di chi ha esercitato l’opzione: alla Chiesa Cattolica, quindi, andrà l’87,25% di quell’importo, allo Stato il 10,28%, e così via, con le sole eccezioni dei Valdesi e delle Assemblee di Dio, che non partecipano a questa seconda distribuzione poiché devolvono la loro quota allo Stato.
L’effetto paradossale di questo meccanismo sta nel fatto che i beneficiari dell’8 per mille (e in particolar modo la Chiesa Cattolica) si vedono distribuire non solo i fondi di coloro che hanno scelto a chi erogarli, ma anche il denaro di quelli che non hanno espresso alcuna scelta. Per dirla con semplicità, non c’è scampo: l’8 per mille dell’IRPEF di ogni contribuente deve per forza essere destinato a uno o più di questi sette soggetti, che lo si voglia o no.
Il che produce, dati alla mano, ulteriori effetti ancora più paradossali.
Proviamo, infatti, a leggere un’altra serie di dati: per ogni beneficiario sono evidenziati in verde i fondi erogati in base alle scelte esplicite dei contribuenti, e in rosso i soldi ricevuti da coloro che non hanno esercitato alcuna scelta:
Chiesa Cattolica
Fondi erogati da chi ha scelto: 310.105.768
Fondi erogati da chi non ha scelto: 472.594.304
Stato
Fondi erogati da chi ha scelto: 36.537.390
Fondi erogati da chi non ha scelto: 63.644.505
Valdesi
Fondi erogati da chi ha scelto: 4.513.860
Fondi erogati da chi non ha scelto: 0
Comunità Ebraiche
Fondi erogati da chi ha scelto: 1.492.773
Fondi erogati da chi non ha scelto: 2.274.953
Luterani
Fondi erogati da chi ha scelto: 1.101.808
Fondi erogati da chi non ha scelto: 1.679.132
Avventisti
Fondi erogati da chi ha scelto: 959.640
Fondi erogati da chi non ha scelto: 1.462.469
Assemblee di Dio
Fondi erogati da chi ha scelto: 710.844
Fondi erogati da chi non ha scelto: 0
Com’era ovvio aspettarsi (il numero di contribuenti che non esercitano l’opzione è di gran lunga superiore al numero di coloro che optano), ciascuno dei sette beneficiari (con le due eccezioni di cui si è detto)
percepisce la maggior parte dei fondi non da chi ha voluto destinarglieli, ma da coloro che non hanno espresso alcuna intenzione in tal senso.
E' altrettanto evidente in base a questo meccanismo è proprio la che la Chiesa Cattolica, che raccoglie il maggior numero di consensi tra coloro che scelgono, ad avvantaggiarsi più di tutti dei soldi di chi non ha esercitato l'opzione.
Orbene, muovendo dal presupposto (ovvio, per la verità) che chi desidera destinare l’otto per mille della sua IRPEF alla Chiesa non deve fare altro che apporre una firma sul frontespizio della dichiarazione, si può desumere che chi non firma non desidera che quella destinazione abbia luogo: cionondimeno, circa l’85% del suo otto per mille viene comunque destinato alla Chiesa Cattolica, in base al meccanismo di ridistribuzione di cui si è detto sopra.
La conseguenza di tutta questa pappardella è che
un mucchio di gente regala i propri soldi alla Chiesa Cattolica senza saperlo, e la Chiesa, da parte sua, accetta di buon grado senza battere ciglio.
Che ne dite, gente, dalla prossima dichiarazione dei redditi
vogliamo stare attenti a dove finiscono i nostri quattrini?