Obiezione e proiezione (ovvero l'aborto, la Roccella e Freud)

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Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, il 12 marzo 2008 si esprimeva così sulla pillola RU486:

Si dice: ma le donne possono scegliere, e la pillola abortiva è un’opzione in più. Una studiosa femminista, Gail Pheterson, ha documentato come l’idea di scelta sia sostanzialmente aleatoria, e come sia invece il sistema sanitario e l’orientamento dei medici a indirizzare verso il metodo abortivo. In alcuni Paesi, come Olanda e Germania, la Ru486 è commercializzata, ma le donne non la scelgono, tanto che la ditta che la distribuisce in Germania meditava di ritirarla dal mercato, mentre in altri, come la Francia, è ampiamente usata. La scelta, in realtà, è tutta politica, ed è tra chi vuole applicare la 194 e chi la vuole svuotare dall’interno. Senza toccarla, naturalmente: almeno per il momento.
Poi succede che stamattina uno apre la rassegna stampa e pesca una notizia come questa:
Un aborto terapeutico negato a Padova, la disperata corsa a Napoli, l'intervento effettuato al Policlinico, la rabbia di dover cercare una struttura disponibile dopo aver incassato il no di tanti medici "obiettori". La storia (...) è diventata oggetto di un'interrogazione parlamentare del gruppo dei Radicali alla Camera, prima firmataria Maria Antonietta Coscioni.
Detto che potete scaricare l'articolo completo cliccando qua, mi corre l'obbligo di proporvi una breve riflessione sulla vicenda. Ricapitolando, la Roccella sostiene che la pillola RU486 svuoterebbe di fatto la legge 194 e accusa chi è favorevole alla sua introduzione di volerla rendere inefficace in modo occulto; si tratta, evidentemente, di una considerazione basata su elementi del tutto ipotetici: la scelta delle donne tra aborto chirurgico e aborto farmacologico, secondo il sottosegretario, sarebbe infatti solo teoricamente libera, ma in realtà verrebbe determinata dai medici sotto la pressione delle case farmaceutiche. La Roccella non apre bocca, invece, allorché la legge 194 viene effettivamente svuotata e resa inefficace da parte di coloro che avrebbero il dovere di applicarla, che hanno trasformato l'obiezione di coscienza in un vero e proprio strumento di sabotaggio, al punto da costringere due poveri cristi di Padova a recarsi fino a Napoli per ottenere quello che dovrebbe essere a tutti gli effetti un loro diritto. In altri termini, succede che il sottosegretario attribuisca ai suoi avversari, denunciandone la scorrettezza, un metodo che invece viene applicato tutti i giorni proprio dai suoi sodali: sono loro, e non i sostenitori della RU486, a tentare di neutralizzare la legge 194, rendendone l'applicazione pressoché impossibile in molte regioni italiane, ma guardandosi bene dall'uscire allo scoperto e dichiarare apertamente di voler modificare o abrogare la legge. Orbene, Wikipedia, alla voce "proiezione", fornisce la seguente definizione:
La proiezione è un meccanismo di difesa arcaico e primitivo che consiste nello spostare sentimenti propri e parti di sé su altri oggetti o persone. La proiezione è insieme alla rimozione e all'inconscio, uno dei concetti-cardine del pensiero e della pratica psicoanalitica.
Voi che ne dite: ci toccherà scomodare persino Freud, per dimostrare che questa gente pesca nel torbido?

Testamento clandestino

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Ecco, adesso sono proprio curioso di vedere se i catechisti che blaterano dalla mattina alla sera del diritto alla vita e si oppongono alla sospensione delle terapie per Eluana Englaro faranno fuoco e fiamme anche per gli immigrati. Attendo fiducioso.

Fiat lux

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Dal messaggio natalizio di Benedetto XVI:

La festa del Natale è rischiarata da un chiarore che si accende nella notte: è quella di Gesù Bambino, luce che si propaga dissipando le tenebre.
Dalla Stampa di lunedì scorso:
Verona, il parroco caccia dalla chiesa il cane-guida di una cieca. «Fuori quel cane dalla chiesa». Detto fatto e l'ordine lanciato, domenica scorsa, dal parroco della chiesa di Cassone di Malcesine, paesino in provincia di Verona, è stato prontamente eseguito. Peccato che la "vittima a quattrozampe" fosse il cane-guida che aveva consentito ad una donna non vedente di arrivare fino in chiesa per seguire la funzione. (...) Inutile far presente al sacerdote che il cane, oltre a essere diligentemente accucciato tra due panche, fosse anche identificabile per la pettorina "di ordinanza". Il prete è stato irremovibile. Così la non vedente e il cane, accompagnati da due amici, sono usciti dalla chiesa.
Cantiamoci sopra, va', ché è meglio.

Esemplificazioni dell'adagio "disse la vacca al mulo, oggi ti puzza il culo" /25

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Fabio Cannavaro afferma che i film sulla camorra non giovano all'immagine degli italiani all'estero. Poi, saltando di palo in frasca, aggiunge di essere contrario ai matrimoni gay in quanto italiano. Ecco, questo invece giova, no?

Deformazione terminale

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Francesco D'Agostino, ex Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, su Avvenire di oggi:

I dilemmi che sorgono nelle "zone grigie" create dalla tecnica non si risolvono sospendendo il principio dell'indisponibilità della vita con un rinvio al "diritto di scelta", perché nulla ci può garantire che anche la scelta possa non essere "tecnicamente" deformata.
Allora, vediamo se ho capito bene. Supponiamo che il signor X soffra di una malattia progressiva, che gli sottragga inesorabilmente ogni funzionalità corporea. Supponiamo che la tecnica abbia messo a punto una serie di strumenti in grado di tenere in vita il Signor X a dispetto del fatto che le sue condizioni di salute non gli permettano più di muoversi, di respirare, di nutrirsi. Supponiamo ora che il Signor X, stanco di trovarsi in quella che D'Agostino definisce eufemisticamente una "zona grigia" della tecnica (ma che si potrebbe più efficacemente sintetizzare con la locuzione "in una situazione di merda"), decida di non voler più proseguire la propria esistenza in simili condizioni, e disponga che vengano staccate le macchine astrattamente capaci di tenerlo in vita sine die. Ebbene, i fautori del "diritto di scelta" (che D'Agostino si premura di scrivere tra virgolette, come se solo citare un concetto del genere equivalesse a maneggiare con la punta delle dita, e con un certo schifo, un fagotto pieno di escrementi) sostengono che la decisione del Signor X debba essere considerata del tutto legittima, e pertanto eseguita senza fare un fiato da chi dispone delle competenze professionali per farlo. Ecco che invece il nostro amico si produce in un angoscioso interrogativo che può essere considerato a tutti gli effetti un vero e proprio coup de théâtre: e chi ci assicura che la volontà del Signor X non sia essa stessa deformata dalla tecnica cui è sottoposto? Nel dubbio, dice D'Agostino, meglio soprassedere, privilegiare il principio dell'indisponibilità della vita (stavolta, fateci caso, senza virgolette: il nostro amico, evidentemente, lungi dal maneggiare il concetto con disgusto, se lo spalmerebbe fin nelle parti intime come un balsamo tonificante) e lasciare il malcapitato nella "zona grigia" (o "situazione di merda", fate un po' voi). La cosa, sia pure in modo piuttosto astratto, potrebbe anche avere un minimo di senso logico, se non fosse che l'esito auspicato da D'Agostino implica comunque l'esigenza di preferire a un diritto di scelta (quello del malato sul proprio corpo) un diritto di scelta diverso (quello di D'Agostino, o chi per lui, sul corpo di un altro). Il che ci porta dritti al punto che mi rimane oscuro: e chi ci assicura che non sia quest'ultima volontà, non quella del malato, ad essere deformata? E inoltre, a parità di "rischio deformazione", perché non preferire una volontà potenzialmente deformata esercitata da un essere umano su se stesso a una volontà potenzialmente deformata esercitata da una persona sul corpo di un'altra? Debbo confessarvelo: è un bel po' che ci penso, ma non riesco proprio a darmi una risposta. Sarà che sono un po' deformato anch'io?

Volontè e quegli anarchici del Pdl [di Sasà]

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Seguono le dichiarazioni dell'onorevole Volontè sulla coppie di fatto. Come al solito, argomenti di ferro portati avanti con umiltà, sensibilità e competenza. Che volete, del resto sono stati eletti, e godono di un'investitura papale degna di B16. Let's start.

Non e’ con le unioni civili che si risolvono i problemi del Paese: crisi, poverta’ e occupazione sono le priorita’ alle quali il Governo dovrebbe porre attenzione, invece di perdersi in chiacchiere da salotto.
I problemi del paese si risolvono sposandosi in chiesa, rigorosamente uomo rude ed umile massaia serva del signore.
Le famiglie e le imprese invocano aiuti concreti, come il quoziente familiare e politiche fiscali piu’ equilibrate, non privilegi per gli omosessuali.
Basta con questi privilegi, sono anni che questi "ghei" in Italia "fanno-quello-che-vogliono".
Il Governo pensi a questi problemi e lasci perdere i pruriti momentanei di qualche suo ministro o di qualche sedicente cattolico che interpreta a modo suo la Dottrina sociale della Chiesa.
(uomo) Padre, io... non sono un vero cattolico. (prete) Perchè dici così, figliolo? (uomo) Ci ho provato 1000 volte... ma contro gli omosessuali non riesco ad avere nulla.
Se l’anarchia di valori nel Pdl e’ cosi’ incontenibile, il presidente del Consiglio avvii una verifica interna tra i componenti dell’esecutivo e della maggioranza, traendone le dovute conclusioni.
Oh, sì: "Anarchy in the Pdl" sarebbe un pezzo degno dei Sex Pistols dei tempi d'oro. Sasà

Clerical card

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Spudoratezza clericale

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Il Cardinale Renato Raffaele Martino intervistato dall'Osservatore Romano:

La Chiesa si oppone decisamente alle legislazione di quegli Stati che condannano, a volte sino alla pena capitale, l’omosessualità.
Da Yahoo News del 22 dicembre scorso:
Lunedì i leader religiosi dell'Etiopia hanno chiesto ai legislatori di emendare la Costituzione del paese per proibire l'omosessualità. (...) Durante un meeting nella capitale, una dozzina di esponenti religiosi, compresi i capi etiopi della Chiesa Ortodossa, della Chiesa Cattolica e della Chiesa Protestante, hanno adottato una risoluzione contro l'omosessualità, definendola "la vetta dell'immoralità". (...) In Etiopia gli omosessuali possono essere condannati a un minimo di 6 mesi di carcere. (...) Ma mentre l'omosessualità è illegale per il codice penale, non è menzionata nella Costituzione. "Esortiamo i parlamentari a promuovere il divieto dell'attività omosessuale nella Costituzione", afferma la risoluzione.
Voi che ne dite, è Martino che ha un concetto di decisa opposizione singolarmente astruso (o, alternativamente, non conosce quelli che mandano avanti la sua baracca in giro per il mondo), oppure siamo di fronte alla consueta convinzione che ci si possa prendere tutti spudoratamente per il culo?

Vaticano: il miracolo del concordato unilaterale... [di Bleek]

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vaticano leggi

Anno nuovo, nuvola nuova

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Credo sia la prima volta in assoluto che dedico un post a una miglioria tecnologica che ho inserito nel blog; la nuvoletta animata sotto al titolo, tuttavia, merita un'eccezione alla regola, non soltanto perché ci ho messo una vita a farla funzionare, ma soprattutto perché permette di andare a ripescare i post divisi per argomento senza doversi necessariamente sciroppare una lista infinita. Insomma, gente, se avete due minuti di voglia usatela: hai visto mai che qualche post vi sia sfuggito?

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