Ferrara: tre contro uno

Mentre vado in ufficio, ho l'abitudine di sentire Radio 24. Peccato che da qualche settimana, in probabile ossequio alla novella temperie cultural-politica, a noi, poveri ascoltatori indifesi, è stata imposta la somministrazione di una forte dose mattutina di Giuliano Ferrara, che, con il suo "Parliamo con l'Elefante", ha sloggiato il povero Alessandro Milan, costringendolo allo slot antelucano delle 7:30. L'Elefante (quello con le "maiscola", non l'innocente pachiderma) può essere definito in molti modi, ma certo non un osservatore indipendente: tanto per attenersi ad un tema a me particolarmente caro, è chiaro a tutti come egli sia schierato in modo esplicito e tetragono sul fronte della revanche cattolica oltranzista: eppure, secondo i miei calcoli, da inizio anno ci ha inferto ben 5 puntate dedicate (in modo più o meno diretto) al caso di Englaro (ricordate? era proprio lui, Giuliano Ferrara, il promotore della indecente messinscena delle bottigliette d'acqua per Eluana!). Questa mattina, con la puntata era dedicata al "testamento biologico" (se così si può chiamare quella massa informe che il Senato ha approvato qualche giorno fa), Ferrara ha raggiunto il suo capolavoro di equilibrio ed equidistanza: l'ateo devoto, infatti, ha chiamato in trasmissione Calabrò (l'autore del testo) e Eugenia Maria Roccella Cavallari, protagonista di un tragico quanto inspiegabile percorso a ritroso dalle file radicali a quelle del più bieco oscurantismo papista; unica voce dissonante, quella del povero Gad Lerner (e non so se il fatto che a difendere la laicità abbiano volutamente, dico, chiamato un ebreo... ma forse sono io che sono paranoico). Ebbene, lo confesso: stamattina, dopo aver sentito Ferrara, ovvero tanti chilogrammi di coerenza, criticare Beppino Englaro (definito "vecchio socialista mangiapreti") non ho resistito, ho spento la radio, autoconsegnandomi al silenzio mentre mestamente guidavo fino al parcheggio. Perdonatemi, non ce l'ho fatta.

Questo post è stato pubblicato il 23 febbraio 2009 in ,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

9 Responses to “Ferrara: tre contro uno”

  1. Da solo
    lungo l'autostrada
    alle prime luci del mattino.
    A volte spengo anche la radio
    e lascio il mio cuore incollato al finestrino.

    Lo so
    del mondo e anche del resto
    lo so
    che tutto va in rovina
    ma di mattina
    quando la gente dorme
    col suo normale malumore
    mi può bastare un niente
    forse un piccolo bagliore
    un'aria già vissuta
    un paesaggio o che ne so.

    E sto bene
    Io sto bene come uno quando sogna
    non lo so se mi conviene
    ma sto bene, che vergogna.

    (Metil-Gaber)

    ciao
    Edoardo-Alteredo

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  2. Qualcuno allora che capisce la mia sofferenza c'è. Orario delle circa 9 è sia quello in cui ascolto la radio in treno per andare in università, sia quello per andare al tirocinio la mattina in macchina. Questo cambiamento di palinsesto mi ha devastato. Io adoro radio24, ascolto dal programma di pallacanestro, alla musica classica, agli approfondimenti di economia volentieri, mai lamentata di un programma. Ma Ferrara alle 9.00 di mattina è qualcosa di tragico, come iniziare male la giornata. Tremendo. E così ho smesso di ascoltarla pure io in quella fascia oraria :(
    A volte parto prima apposta per ascoltare Milan e poi dopo le 9 faccio pausa forzata al bar a leggere giornali!

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  3. Spegnere è la scelta giusta, il problema è che ormai capita troppo spesso..

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  4. che tristezza. Meno male che a quell'ora su radiodue c'è il ruggito del coniglio. Ve lo consiglio, almeno si comincia la giornata con un sorriso e non con i deliri da santa inquisizione di questo novello torquemada!

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  5. da quando è cambiato il direttore, scacciato santalmassi, s'è presa questa piega.
    a me è capitato più volte di spegnere la radio.
    non riuscendo più ad ricevere decentemente il segnale di RR ho perso la compagnia mattutina di Bordin, mi consolavo con notiziario e rassegna stampa, ma il nuovo palinsesto è troppo per le mie capacità di sopportazione.
    ci restano Nicoletti, Barisoni e Pistolini.

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  6. hai fatto quello che andava fatto.

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  7. fortunatamente vivendo spesso in giappone mi e' risparmiato questo supplizio.... comunque conoscendo il soggetto.... sono solidale con voi!!!!

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  8. tenere acceso e capire esattamente quello che dice è la scelta giusta, in modo da non sbagliarsi e sapere bene da quale altra parte stare .....

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