Quell'aggettivo di troppo

Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari Carta degli Operatori Sanitari (1995) Dall'articolo 120:

L'alimentazione e l'idratazione, anche artificialmente amministrate, rientrano tra le cure normali dovute sempre all'ammalato quando non risultino gravose per lui: la loro indebita sospensione può avere il significato di vera e propria eutanasia.
Orbene, sorvoliamo sul fatto che, vocabolario alla mano, la parola "cure" dovrebbe significare "terapie", il che non sarebbe esattamente in accordo con quanto vanno blaterando i fondamentalisti di questi tempi, e cioè che l'alimentazione e l'idratazione artificiali sarebbero semplicemente delle misure di sostegno vitale. Sorvoliamo pure sull'altro inciso, che recita "quando non risultino gravose per lui", e lascia (ampiamente) intravedere la possibilità di rinunciare a quelle "cure" perché di andare avanti in quel modo proprio non se ne può più. Sorvoliamo, dicevo, ché questa gente è bravissima a rigirarsi le frittate, e d'altra parte ci vuole poco a controbattere che nel testo in questione la parola "cure" deve intendersi nel senso di "attenzioni", "premure" o chissà quale altro cristiano sinonimo, o che il concetto di cure "gravose" deve essere valutato alla luce di chissà quale astruso criterio astratto, del tutto indipendente dalla volontà del paziente. Sull'ultima parte, tuttavia, sorvolare mi pare impossibile: perché la norma stabilisce con ogni evidenza che la sospensione della nutrizione costituisce eutanasia, ed è quindi illecita, soltanto quando è "indebita", il che implica logicamente che detta sospensione, in determinate circostanze, possa anche essere "debita", e perciò consentita; altrimenti, ne converrete, l'aggettivo sarebbe del tutto pleonastico, oltre che fortemente fuorviante. Allora, gente, come la mettiamo? Delle due l'una: o vi piace da morire aggiungere aggettivi inutili a quello che scrivete, oppure ci state raccontando un sacco di fregnacce perfino sulle vostre regole interne. Almeno tra di voi, abbiate pazienza, mettetevi d'accordo.

Questo post è stato pubblicato il 12 febbraio 2009 in ,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

6 Responses to “Quell'aggettivo di troppo”

  1. Sicuramente la spiegazione si trova in Libro dei Re, 4,26-31

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Sicuramente la spiegazione c'è, ma noi siamo troppo ateo-comunisti-radical-chic per avere abbastanza fede nel fatto che bisogna avere abbastanza fede per trovarla.

    E poi, guarda meglio! La spiegazione sta DAVANTI A TE! Negli alberi, nel cielo, nel sorriso di un bambino.... Hei, guarda là! C'è una spiegazione proprio dietro di te! *approfitta della distrazione e scappa a gambe levate*

    Penso che la cosa si svolgerebbe così, all'incirca...

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  4. suvvia, non lo sai che il Papa è infallibile, checchè ci sia scritto ovunque?

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