Poi dice che uno diventa comunista...

Sostiene con buone ragioni Allen Sinai che:

"gli operatori di mercato continuano a non vedere di buon occhio le iniezioni di capitale pubblico nelle aziende"
e ancora che, secondo alcuni, Obama si stia comportando
"in modo unfriendly nei confronti del mercato"
Ad esempio, AIG, nonostante l'ultima pompata di soldi pubblici - la quarta, del valore di "soli" 30 miliardi di dollari, continua a perdere in borsa. Dunque, ricapitoliamo: agli investitori va tutto bene finché le banche producono utili, mettendo a rischio il mondo intero come lo conosciamo. Quando però i governi sono costretti a fare un passo avanti ci restano male. Molto meglio, sembra di capire, l'unica alternativa: lasciar fallire le banche e le compagnie di assicurazione, trascinandoci tutti dentro il buco nero di una depressione apocalittica. Basti pensare a quanto sangue stiamo versando per la ripicca di aver lasciato affondare Lehman Brothers. Ci piaccia o meno, la situazione è la seguente: i governi stanno usando i sudati soldi dei contribuenti per (tentare di) riparare alle cazzate criminali dei banchieri e all'inerzia/insipienza/corruzione dei regolatori. Ma l'intervento pubblico, tanto utile a togliere le castagne dal fuoco, per altri versi infastidisce: c'è rischio che magari ponga un argine a quel simpatico clima di allegro ed incontrollato arbitrio che ci sta mettendo in ginocchio. Anche la speculazione, in fondo, è una dipendenza pericolosa. Peccato però che non stronchi solo chi la pratica, ma tutti noi. Obama sarà pure unfriendly verso il mercato, ma il mercato finanziario è piuttosto unfriendly verso il genere umano.

Questo post è stato pubblicato il 03 marzo 2009 in . Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

9 Responses to “Poi dice che uno diventa comunista...”

  1. Consiglio di documentarti meglio sull'origine della crisi: qui

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  2. Anche io ti invito a documentarti meglio.
    Qui e qui, per esempio.

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  3. grazie del consiglio; ne farò un buon uso - benché, sia detto per inciso, lavori da circa quindici anni nel settore finanziario e forse qualche cosina creda di averla imparata.

    Non vi offenderete se mi rivolgerò comunque anche ad altre fonti oltre a quelle che gentilmente mi indicate, un po' scarsine.

    Per Grendel: la deregolamentazione (con marchio repubblicano che con marchio democratico, non cambia) è la causa di questa enorme crisi - chi ha un minimo di dimestichezza con quanto sta accadendo non dovrebbe faticare a riconoscerlo. grazie all'assenza di controlli e all'insipienza/connivenza dei regolatori (guarda caso, tutti consulenti di banche d'affari o ad esse legati in qualche modo) gli intermediari non bancari e le banche hanno cominciato a far frullare carta per miliardi di dollari facendo una scommessa sulla tenuta del mercato immobiliare - che era un po' come comprare un biglietto della lotteria e poi andare a dare le dimissioni.

    Per Davide: stiamo affondando, non abbiamo tempo per farci le pugnette con Rothbard, il signoraggio, e altre cose che secondo me possono essere pure interessanti, ma che hanno la stessa concretezza di una discussione sul sesso degli angeli.

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  4. Mario: temo tu non abbia capito, qui non c'entra la deregolamentazione, prego leggi:
    "Fannie Mae, the nation's biggest underwriter of home mortgages, has been under increasing pressure from the Clinton Administration to expand mortgage loans among low and moderate income people..."

    Qui si tratta - in parole povere - di manipolazione del mercato a fini demagogici e populisti. Qui si tratta - semmai - di invasione di campo, non di deregolamentazione.

    Ancora: qui, qui, e qui.

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  5. Meglio farsi le pugnette con Rothbard che curare un piede rotto a martellate, e mi sa che questo le borse lo hanno capito, una volta tanto.

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  6. Fannie e Freddie hanno impacchetato miliardi di dollari di mutui (rivelatisi non performanti) permettendo alle banche che li concedevano un proficuo giochino basato sulla pratica nota come "originate and distribute" (ovvero prendi i soldi e scappa).

    AIG è esplosa per aver assicurato la solvibilità di un sacco di titoli-immondizia inzeppati di CDO e di altre ABS.

    Inoltre era diffusa nei mercati la deleteria quanto infondata credenza nel fatto che Fannie e Freddie, e, dal lato puramente "privatistico" AIG, non potessero mai fallire, e che, in caso di necessità, il governo sarebbe intervenuto in loro aiuto

    Per tutte le ragioni sopra elencate i banchieri (privati) che rispondevano ad azionisti (privati) hanno continuato imperterriti a pompare il mercato riempiendolo di asset tossici di cui spesso e volentieri era perfine impossibile determinare il fair price.

    Un sistema impudente basato sulla contrapposizione di profitti privati a perdite publiche.

    A chi mi dice che questo non è mercato perché il vero mercato è assunzione di rischio, assenza di distorsioni e di moral hazard, io semplicemente rispondo che il mercato che hanno in mente i libertarian esiste solo sui libri di testo di economia. Il vero mercato è quello che abbiamo visto all'opera negli USA ed altrove in questi anni, ed è quello che ci sta conducendo al disastro.

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  7. Caro Mario, che il mercato debba essere questo qui è un'assioma abbastanza ridicolo. Anche in Urss avrebbero potuto dire che "il sistema è questo", non trovi?
    Che mercato è, quello del denaro, in cui esiste un'autorità centrale che controlla prezzi, quantità, e salva tutto e tutti?
    A parte che il "signoraggio" non c'entra una beata fava con quello che sto dicendo, io penso invece che ci voglia un bel coraggio ad affermare che ha fallito "il mercato", per quanto riguarda i mutui.
    Come ti fa notare Grendel, Fannie&Freddie avevano un peso assolutamente preponderante in tale mercato, e sono sempre state GSE, cioè imprese "sponsorizzate" dallo stato. Per non parlare del Cra.
    Quindi il tuo ragionamento è: siccome lo stato si intromette pesantemente in un mercato (per fini politici, sociali, ecc.), quando questo fallisce è colpa del mercato stesso. Un minimo dubbio che sia proprio tale intromissione ad aver sconvolto tale mercato, per arrivare poi al disastro, dovrebbe venire a chi si dichiara esperto di finanza.

    Se critichi la contrapposizione tra profitti privati e perdite pubbliche, perchè non ti chiedi come mai le perdite siano pubbliche? Chi mai l'ha detto che in un'economia di mercato debba esserci la Fed a salvare tutti quanti?
    E' la sua stessa presenza a creare la distinzione tra profitti privati e perdite pubbliche. Chi opera sa che potrà contare sul salvataggio pubblico. Come credi che si comporterà? Come credi che valuterà i rischi, sapendo di poterli scaricare su altri?
    Ovvio che il privato se ne approfitta, ma la colpa è del pubblico che ha istituito tale "protezione", che serve solo a salvare gli incapaci (furbi, non lo nego, nell'approfittare della situazione, anche in malafede) e punire i soggetti con la testa sulle spalle (che ora non ricevono aiuti, ma rimangono ai margini).
    Altrettanto ovvio che così crei un mercato di furbi.

    Faresti bene a leggere Rothbard e Mises invece, potresti scoprire che aumentando la quantità di moneta del 10% all'anno (e portando i tassi vicino a 0) non diventiamo tutti più "ricchi", ma si innescano meccanismi inflattivi che squilibrano fortemente il sistema economico.
    Perchè mai gli asset sono "tossici"? Perchè mai il mercato immobiliare è sceso? Perchè mai prima è salito così tanto?
    Che forse la politica monetaria abbia una qualche influenza sul mercato immobiliare (e sugli asset, finanziari e non, in genere), facendolo prima salire irrazionalmente per poi farlo scoppiare? Ci vuole un bel coraggio, in realtà, a dire che queste sono dinamiche di mercato. Sono dinamiche indotte e create dal regolatore centrale. Quello che, visto che sei esperto di finanza, quando parla in tv tutti guardano ed ascoltano come se stessero ascoltando il padre eterno. Perchè è così: in questo "liberismo selvaggio" il regolatore statale ha curiosamente il potere di distorcere a piacimento tutti questi mercati che poi, misteriosamente, falliscono.

    Come mai il Giappone ha avuto la sua bella crisi fatta di bolla immobiliare, crollo immobiliare, asset tossici, salvataggi bancari per evitare i fallimenti, bailout sostanziosi, e compagnia bella, senza che non esistessero, praticamente, tutti i fattori che invece tu ritieni siano alla base di tutto?
    Prova a rifletterci, senza nasconderti, come fanno in troppi, dietro il fatto che "il Giappone è diverso" o che "il Giappone non conta". Certo che è diverso, ma ci sono anche similitudini impressionanti.

    Nel caso non te ne fossi accorto, è praticamente fallito il sistema bancario, e quindi il sistema monetario (dato che questo è disegnato sul sistema bancario).
    Ergo discutere di moneta, di sistema monetario, bancario e simili, non è "il sesso degli angeli". Significa, precisamente, studiare ciò che ha fallito.
    Che non è stato disegnato da Dio nel modo in cui lo vediamo oggi, anzi. Oggi è così perchè gli stati hanno deciso di farlo così (per avere più potere), in palese contrasto con ciò che il LIBERO MERCATO aveva creato.
    E, fatto in questo modo, ha fallito.

    PS: ci credo che poi uno "diventa comunista". E' tipico dei comunisti fare disastri, scaricare la responsabilità, e poi avere la faccia tosta di sfruttare il disastro per arrogarsi ancora più potere.

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  8. Caro Davide,

    innanzitutto, non mi considero un esperto di finanza: solo un'anima semplice che cerca di guardare alle cose schivando, per quanto sia possibile, il dogmatismo.

    Davvero, la tua, come dire, fede incrollabile fede nelle virtù salvifiche del LIBERO MERCATO è impressionante (tanto è vero che lo scrivi tutto stampatello).

    Io, sempre da anima semplice, e non da dotto discepolo degli austriaci quale sei tu, continuo a credere che il vostro libero mercato sia un'astrazione buona giusta per un libro di testo. E' lo stato a dare regole al mercato, senza arbitro non c'è partita. Senza stato non ci sarebbe neanche libero mercato, a meno che non pensiamo al baratto.

    Un'orchestra suona bene se c'è un bravo direttore. Un gruppo di strumentisti senza direttore, bravi o mediocri, lasciati ad improvvisare, sono convinto, produrrebbero una cacofonia. Quello che sta accadendo ora.

    Certo, a questo direttore d'orchestra bisogna tenergli gli occhi addosso, ma questo non significa che lo dobbiamo licenziare.

    In ogni caso, a parte le idee iperuranie, io credo sia utile capire che cosa fare ora: se tu fossi il presidente degli Stati Uniti, che cosa proporresti per uscire dalla crisi? Eliminare la FED, far saltare AIG, Fannie & Freddie? Se fossi Brown, faresti colare a picco RBS, HBOS, Northern Rock? O forse cercheresti di salvare il salvabile? Non credo che a nessuno piaccia vedere i soldi delle proprie tasse impiegati per parare le cazzate di qualche piccolo cesare criminale convinto di essere Creso; eppure io non vedo soluzioni migliori. Ma io sono solo un'anima semplice.

    La parola agli esperti. Quelli veri.

    A suo tempo, ho letto un libro di Rothbard, "Per una nuova libertà" - forse è un mio problema, ma non mi ha illuminato tanto - ricordo in particolare un'assurda teoria secondo cui, se tutti potessero usare a piacimento le armi da fuoco, i delitti scenderebbero perché i criminali sarebbero disincentivati ad usarle essendo alta la probabilità di incorrere in una risposta armata alle loro aggressioni. Una cosa talmente assurda che non merita ulteriori commenti.

    Né mi ha particolarmente scaldato il pensiero di Ayn Rand, mi pare fosse una sua discepola, con tutte quelle pippe sull'egoismo "sano", e quei suoi personaggi socialisti, vaso di ogni nequizia.

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  9. Se fossi io a decidere, per prima cosa cercherei, pragmaticamente e senza dogmi, di capire le cause di quanto è successo.
    E qui, mi spiace, ma stiamo assistendo ad un dogmatismo per cui la politica monetaria o le incursioni statali nel mercato dei mutui sono ritenute non errate per definizione. Non si vogliono vedere le conseguenze di queste azioni, che al contrario hanno un'importanza fondamentale.
    Perchè va bene criticare i banchieri, va bene cambiare alcune regole, ma non voler vedere che metà del mercato dei mutui passi dallo stato tramite Fannie&Freddie, e non voler vedere come la politica monetaria influenzi i prezzi, mi pare cosa talmente miope dal denotare un dogmatismo davvero di primo livello. Siamo quasi a postulare l'infallibilità del re che agisce per volere divino, e non credo che ci sia niente di meglio proprio della fede e dei dogmi religiosi per descrivere tale atteggiamento.
    Io non sono contrario a priori a cercare di limitare i danni, ma sono fermamente contrario al non voler vedere come questi danni si sono creati.
    E' impossibile prendere soluzioni sensate senza l'onestà di ammettere anche i propri errori (cioè quelli delle autorità pubbliche).
    Senza ciò, si fa un'analisi disonesta e si prendono soluzioni disoneste che permetteranno (e, per certi versi, agevoleranno) il ripetersi degli stessi problemi, unitamente a molti altri strettamente correlati (ed ampiamente dimostrati dalla storia) all'eccessiva ingerenza statale.
    "Salvare il salvabile", cioè spendere diversi trilioni di dollari per mantenere in piedi proprio chi si critica tanto, potrebbe non essere la soluzione migliore.
    Gli esperti, quelli "veri", chi mai sarebbero? Quelli che predicano le stesse soluzioni fallimentari che ci hanno condotto qui? Quelli che dicono di "stimolare l'economia" con espansioni monetarie e fomentando i consumi?

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